60 bambini in carcere perché figli di detenute: Antonello Nicosia scrive al ministro della giustizia

 

Caro Ministro Bonafede, hanno da zero a sei anni ma sono già detenuti. Avremmo potuto dedicare una settimana di agosto per visitare gli Istituti che ospitano i 60 bambini detenuti. Hanno da pochi mesi a sei anni e vivono dietro le sbarre. Condividono la reclusione delle madri e al resto della popolazione carceraria. Non hanno fatto niente, eccetto nascere al momento sbagliato, in prossimità di un arresto o una condanna.

L’ingresso in carcere dei bambini è una scelta della donna. Che però, quasi sempre, non ha una vera opzione. Spesso il marito è in carcere o non ci sono altri parenti a cui affidare il bimbo. Il numero dei bambini nei penitenziari è più o meno sempre costante negli anni. Non influiscono i vari provvedimenti di legge. Dal 1975 (la legge 354) a oggi (la legge 62 del 2011) ci sono stati cinque interventi legislativi. Ma i bambini restano sempre lì. Non si contano, invece, le promesse solenni di quasi tutti i ministri della Giustizia che si sono succeduti negli ultimi dieci anni… il mio ferragosto è dedicato a loro, alla loro libertà. Da questo Governo mi aspetto interventi concreti e veloci…