L’aeroporto di Comiso sta per fallire: Crispino, ex patron di Air Sicilia, e la sua denuncia contro Montante

Si chiama Giorgio Cappello e ci ha impiegato poco più di un anno e mezzo per fare fallire l’aeroporto di Comiso.

Da gennaio del 2017 ricopre la carica di amministratore delegato della Soaco, la società che gestisce lo scalo di Comiso, controllata dalla SAC, l’azienda che gestisce l’aeroporto di Catania. Cappello è stato chiamato a ricoprire tale carica dall’ex presidente di Confindustria Sicilia, Antonello Montante, attualmente in carcere a Caltanissetta. E’ riuscito ad accumulare perdite per tre milioni di euro l’anno, spendendo buona parte di quei soldi in incarichi, consulenze, premi agli amministratori (?) e spese varie. Di questi soldi buttati al vento, oltre 400 mila euro l’anno li ha dichiarati addirittura come crediti inesigibili. Soldi cioè che non si sa che fine hanno fatto e che non verranno più recuperati.

Ricordiamo che anche per Cappello vale il solito sistema, ossia ‘il sistema Montante’. Per promuovere determinati soggetti, che poco o nulla potevano vantare in termini di capacità imprenditoriali in determinati settori, la tecnica utilizzata da Montante, l’ex presidente di Sicindustria, oggi caduto in disgrazia ed in attesa di giudizio, era sempre la stessa. Bastava incensare l’individuo da utilizzare con servizi giornalistici a pagamento e con un immancabile libro panegirico, debitamente sponsorizzato, ed il gioco riusciva alla perfezione. E così è stato anche per Comiso! Tale modalità mediatico-culturale il Montante l’aveva collaudata già per promuovere se stesso. Si pensi al libro commissionato ad uno dei giornalisti e scrittori specializzati in panegirici, un certo Gaetano Savatteri, che nel 2008 gli ha scritto e dedicato quello che, già solo a ricordare il titolo del libro, era tutto un programma, ossia ‘La volata di Calò’; dove per Calò si intendeva lui ‘stesso medesimo’, ossia Calogero Antonello, detto Calò. In quel caso siamo all’inizio della sua travolgente scalata dentro e fuori Confindustria, quando stava cioè per entrare senza infamia, senza paura e senza macchia nell’Olimpo degli dei confindustriali ‘falsi e bugiardi’. Per realizzare l’ennesimo disegno ‘prenditoriale’, più che imprenditoriale, anche in quel di Comiso si affida ad un’altro dei suoi ‘panegiristi’ a pagamento. Come era già avvenuto in precedenza con un altro libro ancora, dal suggestivo titolo, ‘Senza Padrini’, sempre dedicato a lui, ‘di persona personalmente’ e che è l’opera ‘summa’ di Filippo Astone, altro suo giornalista di fiducia, de Il Sole 24 Ore. Per il nostro Cappello, l’attuale artefice del fallimento e ‘curatore fallimentare’ dell’aeroporto di Comiso, ci ha pensato Nino Amadore, anch’egli ‘intellettuale’ di fiducia di Montante. La bravura di Amadore nel confezionare il ‘pistolotto’ editoriale pro-Cappello ovviamente non si discute. Ma ciò che colpisce in quest’altra fatica letteraria è l’insita ed intrinseca suggestione onomatopeica che si estrinseca nel titolo dell’opera: ‘Tanto di Cappello’. E non poteva essere altrimenti, visto che colui il quale si preparava per spiccare il grande volo ‘ im-prenditoriale’ dalla pista di Comiso si chiamava proprio Cappello. Nessuno si preoccupò allora del fatto che Antonello Montante, nel mettere il Cappello sulla poltrona di amministrare delegato di quell’aeroporto, ne stava combinando un’altra delle sue! E fu così che venne preso d’assalto e macinato un altro pezzo di storia e di economia siciliana, rappresentato dallo scalo di Comiso.

Purtroppo oggi, vista la grave situazione di crisi finanziaria in cui versa lo scalo ragusano, neanche Vito Riggio, presidente dell’ENAC, è più disposto a salvare ‘Comiso’. Mentre si moltiplicano gli appelli e gli incontri, assieme alla disperazione delle popolazioni del Ragusano che puntavano su questa strategica infrastruttura per il loro rilancio turistico, economico ed occupazionale.

Adesso tutti quanti gridano a squarciagola: giù il ‘Cappello’! Nel senso che tutti vogliono che caschi giù Giorgio Cappello che si è rivelato una sorta di disaster man. Tutti vogliono che si dimetta immediatamente; anche perché è un uomo appartenente a pieno titolo al ‘sistema Montante’, di cui si stanno ancora occupando la Procura ed il Tribunale di Caltanissetta.

E’ stato proprio per colpa di quel Cappello messo lì da Montante a dirigere il traffico che si è andati incontro ad un vero e proprio disastro ‘aereo’!

Gli interventi pubblici, riguardo alla sciagurata gestione dell’aeroporto comisano, che in questi giorni ci hanno maggiormente colpito ed appassionato, sono quelli di Luigi Crispino, già patron della gloriosa compagnia aerea, tutta siciliana, AIR SICILIA, il quale ha rilasciato due interviste di fuoco che fanno pienamente luce sull’intera vicenda.

Interventi peraltro rilanciati da Girolamo Piparo di “ecodegliblei.it”, attraverso una lettera aperta al sindaco di Comiso, Maria Rita Schembari.

In molti, a questo punto, invocano l’apertura di un’inchiesta congiunta sia da parte della Procura penale che di quella contabile.

Luigi Crispino, il “padre dell’aeronautica siciliana”, dice:

“povero aeroporto di Comiso e vi spiego perché! Siamo in mano a un pugno di delinquenti.
La compagnia aerea, Windjet, anch’essa tutta siciliana, di cui ero azionista e che, nel 2008, con i suoi 2 milioni ed 800 mila passeggeri trasportati, era diventata la prima compagnia low cost d’Italia, è morta per un’estorsione perpetrata ai miei danni da Montante, da me denunciata qualche anno fa alla Procura della Repubblica di Catania. Il Montante – prosegue Crispino anche dal carcere, se vuole mi può pure querelare per quello che sto dicendo. Tanto sono stato già sentito dai magistrati catanesi ed ho confermato quanto avevo precedentemente denunciato. E’ stato ascoltato pure chi allora era ai vertici della Windjet ed ha fornito la mia stessa versione dei fatti.Quello del Montante è stato un tentativo di estorsione bello e buono.

Adesso vi spiego cosa è successo. Si è trattato di una sorta di ricatto, consistente nella promessa di alcuni prestiti agevolati che avrebbero dovuto essere concessi alla Windjet, da alcuni istituti di credito della Regione, per sopperire ad una momentanea crisi di liquidità. Purtroppo per noi quelle istituzioni finanziarie pubbliche erano fortemente condizionate, in maniera distorta, dall’ex presidente di Confindustria Sicilia, oggi in carcere. In parole povere il Montante voleva a tutti i costi diventare socio di Windjet, pena la morte della compagnia aerea siciliana. Cosa che è puntualmente avvenuta, non appena abbiamo opposto un nostro deciso rifiuto alla sua oscena proposta imprenditoriale”.

Parola di Luigi Crispino.