Soldi a Montante in cambio di incarichi pubblici? Brandara gli dice: ‘i soldi…ti dissi I’avi na borsa Mariella Lo Bello’. Lui risponde: ‘no! Dopo mi li dati! Davanti a chiddru no’

Una delle conversazioni contenute in questa lunga ma intrigante nota, è stata intercettata dagli organi inquirenti e dai magistrati di Caltanissetta, quelli ai quali recentemente hanno recapitato alcuni proiettili provenienti dalle cartucciere ancora in possesso di soggetti la cui identità scopriremo solo vivendo. I destinatari delle pesantissime lettere intimidatorie sono stati, come è noto, oltre al presidente della Commissione Regionale Antimafia, Claudio Fava, il Procuratore di Caltanissetta Amedeo Bertone ed il capo della squadra mobile, Marzia Giustolisi.

E’ un gravissimo segnale lanciato all’indirizzo di chi ha sgominato la banda di spioni e di corrotti che hanno favorito l’irresistibile ascesa di Antonello Montante, l’ex presidente di Confindustria Sicilia, attualmente in carcere e che dal 15 novembre verrà processato e giudicato presso il Tribunale di Caltanissetta dal magistrato Graziella Luparello. Tra questi presunti appartenenti ad un’articolata associazione a delinquere, come è noto, c’erano anche figure di primissimo piano, quali l’ex comandante di Stato Maggiore dei Carabinieri, nonché ex responsabile nazionale dei Servizi Segreti Civili, Arturo Esposito e l’ex presidente del Senato, Renato Schifani.

Tra le tante ‘sudate’ e compromettenti carte prodotte dagli investigatori nisseni ci ha particolarmente incuriosito un colloquio confidenziale tra il Montante e due sue ‘vestali’ che frequentemente si scaldavano presso il suo focolare. Una delle due donne di potere in questione era Mariella Lo Bello, assessore regionale che, sempre grazie all’intercessione del potente Montante, è stata addirittura promossa vice presidente della Regione. Donna della cui statura politica, civile e morale non discutiamo, perché ci sarebbe tanto da dire e da ridire. Donna che dal nostro punto di vista ha tradito doppiamente la Sicilia ed i Siciliani, anche quando è stata assessore regionale al lavoro ed ha seriamente attentato alla vita di decine di migliaia di lavoratori precari, nonché di quelli della formazione professionale. E’ stata un’arpia che ha dato un fattivo e determinante contributo a quella che in Sicilia si è rivelata una terribile opera di macelleria sociale, malgrado i suoi pregressi trascorsi di sindacalista della CGIL. Malgrado tutto, gli ormai pochi amici intimi che le rimangono, la chiamano ancora, affettuosamente, col vezzeggiativo di Marié. Mentre l’altra colonna portante del ‘Sistema-Montante’, diventata d’emblée una insostituibile dirigente esterna, era come è noto Maria Grazia Brandara. Anche lei, come tanti, è stata raccattata in mezzo ad una strada, dove l’aveva abbandonata l’ex governatore della Sicilia Totò Cuffaro. A soccorrerla, più per interesse che per compassione, così come è avvenuto per Mariella Lo Bello e per tanti altri ex cuffariani d’oc, sono stati l’ex presidente della Regione Crocetta, l’ex senatore Beppe Lumia ed il regista di tutto, il nostro Antonello Montante.

Anche il nuovo presidente della Regione Nello Musumeci, a quanto pare, non può, nella maniera più assoluta, fare a meno, del determinante apporto e delle virtù taumaturgiche della Brandara che, stavolta, riteniamo sia stata sdoganata dall’assessore all’Economia Gaetano Armao. E’ con lui che recentemente si sente di più; anche se purtroppo, ogni tanto, qualche magistrato ne intercetta le loro amichevoli conversazioni. Si sentono soprattutto quando si tratta di favorire degli amici comuni che sono nei guai. Una delle loro conversazioni intercettate è davvero illuminante. Vincenzo Sinatra, un albergatore agrigentino molto potente, il cui genero è il deputato regionale di Forza Italia, Riccardo Gallo, a marzo di quest’anno è stato arrestato perché si è appropriato, attraverso vari sotterfugi, di 3 mila ed 800 metri quadri di parco archeologico di Agrigento. Il Sinatra

è stato arrestato per l’illecito acquisto di un bene inalienabile che faceva parte, tra l’altro, di un sito dichiarato dall’UNESCO patrimonio dell’Umanità. Tale ferita è stata inferta alla Valle dei Templi, grazie alla connivenza e la complicità di alcuni pubblici funzionari amici ed amici degli amici del Sinatra. Ma già che c’era, l’ottantenne imprenditore agrigentino ha chiesto pure un finanziamento a fondo perduto di un paio di milioni di euro alla CRIAS (Cassa Regionale per il Credito alle imprese artigiane). Come c’è scritto nell’ordinanza di custodia cautelare a carico del Sinatra, a firma del giudice del Tribunale di Agrigento Francesco Provenzano:

‘egli ha partecipato ad un bando per la ristrutturazione sia dell’Hotel della Valle che del complesso “Sant’Anna” denominato il giardino della Valle per un investimento di 4.080.000,00 euro per cui ha ottenuto il diritto ad una agevolazione del 50% di detta somma di cui la CRIAS, che gestisce la misura per conto dell’Assessorato alle Attività produttive della Regione Sicilia, ha già erogato €.1.020.000,00, e deve ancora pagare l’ulteriore somma di altri 1.020.000,00 euro pari, appunto, al 50% dell’intero investimento. Il funzionario incaricato dell’istruttoria presso l’Assessorato alle Attività Produttive, tale Gianluca Guida, riscontra delle gravi irregolarità nella documentazione prodotta dalla TAS s.r.l. e propone al Dipartimento Attività Produttive della Regione Siciliana, che gestisce il bando, la revoca del finanziamento, con restituzione da parte della TAS s.r.l. delle somme alla stessa anticipate. Dinanzi a questa prospettiva il SINATRA ha attivato la sua capillare rete di amicizie al fine di intervenire sul predetto funzionario e sul suo superiore il Dirigente Generale delle Attività Produttive della Regione Sicilia FERRARA Alessandro.

Ed è proprio quest’ultimo, il Ferrara, che terrà un comportamento ondivago ed equivoco. Obbediva cioè ciecamente ai voleri dei potenti, anche a costo di combinare delle vere e proprie ‘tragedie’. E’ stato sempre lui, ad esempio, che ha notificato una nota di biasimo ed ha presentato anche delle denunce calunniose nei confronti di un altro suo collega, Alfonso Cicero. Così come voleva costringere il Guida a diventare complice di una truffa di oltre 2 milioni di euro! Nel caso di Cicero stiamo parlando del cosiddetto ‘Sistema Montante’ e dell’inchiesta Double face di Caltanissetta, ovviamente. Praticamente il Ferrara ad Agrigento si sentiva obbligato ad ossequiare e ad obbedire all’imprenditore Sinatra, amico intimo dell’attuale assessore regionale all’Economia, Gaetano Armao; mentre a Caltanissetta era costretto ad obbedire all’imprenditore Montante, oggi assicurato alle patrie galere. Aveva paura di perdere quel suo prezioso posto di dirigente regionale. A lui, come ad alcuni suoi illustri colleghi, non gli sfiora neanche per l’anticamera del cervello che possano esistere una o più leggi da applicare! La stessa cosa dicasi per la già citata inamovibile Maria Grazia Brandara, Marì per gli amici. Si tratta di soggetti le cui pubbliche funzioni sono sistematicamente piegate ai voleri di chi deve truffare e razziare beni e risorse pubbliche. E’ più forte di loro!O forse c’è dell’altro che ancora è del tutto inconfessabile? I due esempi che seguono sono la perfetta cartina di tornasole di ciò che ancora avviene nei palazzi del potere regionale. Sempre nell’ordinanza d’arresto dell’albergatore agrigentino

leggiamo, secondo quanto riferisce Gianluca Guida (il già citato funzionario che si è occupato della pratica-Sinatra), al suo diretto superiore, Alessandro Ferrara. Dinanzi alla prospettiva di perdere quel suo finanziamento di due milioni di euro che stava, o sta ancora, tentando di ottenere, commettendo una serie di abusi e producendo solo carte false e fatture gonfiate:

“il SINATRA ha attivato la sua capillare rete di amicizie al fine di intervenire sul predetto funzionario e sul suo superiore, il Dirigente Generale delle Attività Produttive della Regione Sicilia FERRARA Alessandro.

Il 7.3.2017 (progressivo 32163), ARMAO Gaetano (che, come sopra evidenziato, ritorna nei rapporti con il SINATRA) già allertato da questi, riferisce di aver cercato di contattare tale BRANDARA Maria Grazia, soggetto evidentemente vicino all’Assessore Regionale dell’epoca LO BELLO Mariella, deputato eletto ad Agrigento, la quale riferisce che costei “non ha potuto provvedere” e quindi, dice ARMAO “domani torniamo all’assalto va bene?”, termine significativo per indicare tutta l’attenzione e l’impegno che ARMAO mette ai problemi di SINATRA’.

S: SINATRA Vincenzo;

A: ARMAO Gaetano;

S: pronto…

A: Enzo caro.. .Gaetano.

S: eh Gaetà (Gaetano) dimmi…

A: io sono arrivato ora a Roma…

S: si…

A: io poi ho chiamato la BRANDARA … non mi ha risposto … le ho mandato un messaggio … e ora atterrando mi è arrivato un messaggio.. .mi ha detto: “scusa non ho potuto provvedere sono stata tutto il giorno in Presidenza ti chiamo domani…”.. .quindi. . .va bene?

S: quindi non ha potuto provvedere?…

A: no…

S: ahh…

A: oggi perché è stata tutto il giorno in presidenza a quanto pare…

S: ho capito…

A: quindi domani torniamo all’assalto va bene?…

S: va bene … allora ti fai sentire tu Gaetà (Gaetano) per favore? …

A: si … appena … si … si … certo … certo … io…

S: si … vabbò (va bene).. .grazie Gaetà (Gaetano)…

(Dal verbale di trascrizione della conversazione telefonica nr 32163 avvenuta il 07/03/2017 alle ore 20:51:40 sull’utenza cellulare in uso a SINATRA Vincenzo. Telefonata in entrata dall’utenza telefonica in uso a ARMAO GAETANO).

Nelle more il Dirigente Generale delle Attività Produttive della Regione Sicilia, FERRARA Alessandro, rigetta la proposta di revoca del finanziamento fatta dal GUIDA ed attende delle controdeduzioni da ARMAO, che, evidentemente, lo ha già avvicinato per conto del SINATRA e gli dice: “se ricevo questa cosa io ho trovato come superare tutte le altre cose”.

Ancora più cruento diventa lo scontro tra i due funzionari regionali quando il Guida, non solo non vuole liquidare al Sinatra la seconda trance del finanziamento, ma insiste nel chiedere anche la restituzione di un milione e 20 mila euro già erogati.

A quel punto il Ferrara passa alle velate minacce:

FERRARA: ..Si..sono d’accordo..ehh.. ..perchè tra l’altro devo dirti una cosa..che.. ..ehh.. ..che..inc..saprai bene.. ..tra poco si insedia un assessore..

GUIDA: ..Si..

FERRARA: ..Attaccato a stà vicenda.. ..lo sai..no?..

GUIDA: Inc.

FERRARA: Non so se stai capendo di chi parlo.

Il Ferrara si riferisce ovviamente a Gaetano Armao.

Non so se si è capito chi è l’attuale santo protettore di Maria Grazia Brandara, che in passato non disdegnava di farsi definire la ‘perpetua’ dell’ex ministro Calogero Mannino,

caduto in disgrazia per faccende di mafia. Poi, nella prima metà degli anni Duemila, è stata inserita nel listino bloccato da Totò Cuffaro. Fa la sua comparsa per un paio d’anni all’Assemblea Regionale Siciliana subentrando ad un deputato regionale deceduto. Nel frattempo, quando Totò Cuffaro viene condannato per mafia, la Brandara viene folgorata sulla via di Damasco da quelli che in realtà si stanno rivelando, alla luce delle recenti inchieste giudiziarie, dei falsi paladini nella lotta alla mafia, ossia l’ex senatore del PD Beppe Lumia e soprattutto quello che era diventato il nuovo oggetto di un suo particolare culto, di una sua specifica venerazione: Antonello Montante. Adesso è Armao e la sua gentile compagna, Giusi Bartolozzi, magistrato in aspettativa e novella parlamentare nazionale che proteggono la Brandara? Lei è sempre e comunque veramente ostinata: barcolla ma non molla quell’ultima residua poltrona a cui è ancora incredibilmente incollata, ossia quella di presidente dello IAS (Industria Acqua Siracusana). E non è poco se solo si considera che da lì si gestisce un bel po’ di roba, assieme ad alcune delle più grosse multinazionali che ci sono in Sicilia e che si occupano di petrolio, ma anche di inquinare e spargere veleni ovunque. Si tratta dell’ultimo brandello di potere in Regione che le rimane e che l’attuale presidente Nello Musumeci si guarda bene dal toglierle. Mentre anche da lassù, pure da Montecitorio, qualcuno un po’ de relato la sorregge. Oltre ad Armao c’è di più!

Adesso con Armao, come si suole dire, paghi uno e prendi due! Infatti dopo essersi giocata la partita personale in Regione, con Nello Musumeci, diventando l’assessore numero uno della sua Giunta Regionale, il tostissimo Gaetano, sempre forte del sostegno dell’ex cavaliere Berlusconi, ha fatto nominare alla Camera Giusi Bartolozzi, magistrato già in servizio presso il tribunale civile di Palermo. Così è rimasto tutto in famiglia. Lui è diventato assessore regionale di peso, con la sua delega all’Economia ed i suoi conflitti d’interesse, a causa dei suoi molteplici incarichi ricoperti in passato per conto della Regione. Mentre la Bartolozzi, proprio per mettere come si suole dire il ferro dietro la porta, non solo è stata ‘nominata’ parlamentare da Silvio Berlusconi, ma adesso è anche uno dei 10 componenti siciliani della Commissione Nazionale Antimafia!

Meglio di così!

Nel suo piccolo, la Brandara, grazie a Gaetano e Giusi, nonostante una tempesta di inchieste giudiziarie che la riguardano, viene lasciata libera di ‘gaddriari’, di ‘griddruliari’ in quel di Priolo. Se la sono dimenticata lì, ancora a capo di una società partecipata dalla Regione che gestisce il più grande depuratore d’Europa, in una delle aree industriali più inquinate al mondo. Anche sulle sue ribalderie burocratico-amministrative in terra di Archimede, la magistratura aretusea ha sgranato gli occhi, così come ha fatto del resto in questi giorni il procuratore Fernando Asaro, aprendo un fascicolo relativo a quell’enclave industriale che era il petrolchimico di Gela, soprattutto ai bei tempi di Crocetta e Montante. Vogliamo chiudere comunque in bellezza, facendo un leggerino passo indietro nel tempo. Sembra la scena madre di un film, le cui protagoniste sono sempre loro, Mariella e Maria Grazia, o se preferite, come amano farsi chiamare dagli amici: Mariè e Marì. E’ il 25 ottobre del 2015 quando Antonello Montante, l’indiscusso padre-padrone della Sicilia, per lo meno sino a quando l’hanno arrestato, conversa amichevolmente, dentro una macchina, vicino casa sua, con l’allora assessore regionale, Mariella Lo Bello e con la dirigente regionale Maria Grazia Brandara. La Brandara, grazie proprio al Montante era allora prossima a ricevere il prestigioso incarico di commissario straordinario dell’IRSAP, l’istituto regionale per lo sviluppo delle attività produttive che gestisce, tra l’altro, tutte le aree industriali siciliane. Mentre la Lo Bello di lì a breve, sempre grazie a lui, avrebbe ricevuto le deleghe assessoriali che erano appartenute alla segretaria di Montante dentro Confindustria, Linda Vancheri, ossia quelle relative all’Assessorato per le Attività Produttive. L’obbiettivo era chiaramente quello di esercitare un capillare controllo di tutte quante le attività produttive dell’Isola e di drenare tutti quanti i finanziamenti pubblici verso un’unica direzione: quella sua ovviamente! Ci riferiamo a Montante ed al suo cerchio magico cioè. Ma intanto c’era da perfezionare l’iter burocratico relativo alle sue fedelissime Mariella e Maria Grazia. Ed a questo ci pensava lui. Del resto in Sicilia pensava a tutto quanto lui e soltanto lui! Discutono di questo ma anche e soprattutto di soldi, di una borsa piena di soldi che si portava dietro l’ex vice presidente della Regione, Mariella Lo Bello. Soldi che doveva consegnare al Montante.

I tre erano a bordo di un’Alfa Romeo di proprietà della segretaria del Montante. Discutevano oltre che di soldi da dare e da ricevere, di incarichi da conferire: c’erano in ballo le poltrone delle due ‘ancelle del potere’! Ad un certo punto la Brandara, visto che la Lo Bello era scesa dalla macchina, col suo tipico modo di fare smodato ed un po’ sguaiato grida al Montante: E scusa… i soldi…ti dissi I’avi na borsa…’, lui gli risponde ‘cosa?’ e la Brandara gli replica a scanso di equivoci: I soldi!’. E lui di rimando le risponde: ‘No! Dopo dopo! … No! Davanti a chiddru no! Dopo dopo…dopo dopo…va bene? Il Montante scappa via, vuole evitare che quei soldi gli vengano dati davanti ad un estraneo, visto che nel frattempo si era avvicinato qualcuno, forse l’autista delle due donne. Ha preferito sfuggire ad eventuali occhi indiscreti. Ha così rinviato a data da destinarsi quella dazione di denaro che, probabilmente, si era guadagnato quale contropartita in cambio degli incarichi che stava facendo conferire a Marié ed a Marì.

Maria Grazia a quel punto, anche perché sollecitata dal Montante, grida a Mariella Lo Bello, che aveva ancora dentro la borsa quell’imbarazzante malloppo di soldi che doveva consegnare al loro ‘padre-padrone’: ‘Mari! Dopo…Mari! Dopo…Dopo!’ Le due donne infatti si sono un po’ sbarattate. Mariella era scesa dalla macchina, Maria Grazia era rimasta dentro l’abitacolo e non sapeva che fare; Montante nel frattempo si è visto costretto a rientrare a casa di corsa, per evitare che quel passaggio di denaro avvenisse, in maniera maldestra e poco accorta, davanti ad un estraneo. Insomma sono stati attimi davvero convulsi.

Alla fine i tre si salutano: ‘Ciao Marié, Ciao Marì, ci vediamo lunedì!’

Così funzionava e forse ancora funziona il ‘Sistema-Montante’. Lo stile è antico, ma le protagoniste sono moderne. Si tratta del più classico ‘do ut des’: io ti faccio avere l’incarico di assessore regionale con delega a… o di commissario dell’IRSAP e tu ti porti dietro una borsetta di soldi per ripagarmi? E questo il senso di quella squallida conversazione, per fortuna debitamente intercettata? E’ questa l’unica quintessenza del potere che conosciamo in Sicilia? Era questo il nuovo corso di Confindustria Sicilia e dell’ex Presidente Crocetta! Si è passati dallo scambio di idee, al puro e semplice scambio di soldi: tra un assessore regionale, il capo degli imprenditori siciliani ed un funzionario pubblico?

Di seguito potete leggere il testo integrale di questo stralcio di intercettazione tra Antonello, Marié e Marì:

ANTONELLO MONTANTE: C’a Piglià? A posto… (L’auto si ferma e Mariella scende ndr) A posto allura?

MARIA GRAZIA BRANDARA: Ti aspetto un attimo in macchina…

ANTONELLO MONTANTE: C’a Pigliari?

MARIA GRAZIA BRANDARA: T’a ma dari na cosa…

ANTONELLO MONTANTE: Ma chi a dari?

MARIA GRAZIA BRANDARA: E scusa… i soldi…ti dissi I’avi na borsa…

ANTONELLO MONTANTE: Che cosa?

MARIA GRAZIA BRANDARA: I soldi !

ANTONELLO MONTANTE: No! Dopo dopo!

MARIA GRAZIA BRANDARA: Dopo?

ANTONELLO MONTANTE: No! Davanti a chiddru no! Dopo dopo…dopo dopo…va bene?

MARIA GRAZIA BRANDARA: Mari!

ANTONELLO MONTANTE: Arrivederci…diccillu..

MARIA GRAZIA BRANDARA: Dopo…Mari! Dopo…Dopo! (Si sente la chiusura una portiera – scende anche Maria Grazia ndr)

MONTANTE: Ciao Marie…

MARIELLA LO BELLO : Te ne vai?

MONTANTE: Si, ci vediamo…

MARIELLA LO BELLO: Ci vediamo lunedì…

ANTONELLO MONTANTE: Ciao…Buonasera… Ciao

L’auto si rimette in marcia e giunge fino all’interno della proprietà di Montante.

(483 R.Int. 536/15 – progressivo nr. 3146 registrato alle ore 21.18 del 25.10.2015, nel corso delle operazioni di intercettazione delle comunicazioni e conversazioni tra presenti, eseguite sull’autovettura Alfa Romeo 147 targata BT 673 EA in uso a GIARDINA Carmela, conversazione tra MONTANTE Antonio Calogero, L0 BELLO Mariella e BRANDARA Maria Grazia Elena).

Vedremo quali saranno gli sviluppi, in un’altra inchiesta che li riguarda, quella relativa all’Assessorato alle Attività Produttive.