Sanità agrigentina nel caos: blitz delle Forze dell’Ordine nei reparti. La storia dei fratelli Lo Bosco: dirigenti per vocazione…

Ci è pervenuta la notizia relativa all’invio al Ministero della Salute, alla Regione Sicilia ed anche alla Procura della Repubblica di Agrigento, di una lettera riguardante delle presunte sospette parentele relative all’attuale direttore sanitario dell’ASP di Agrigento, il prof. Silvio Lo Bosco. Il fratello Dario, per chi non lo sapesse, era fino a qualche anno fa, presidente  regionale di RFI (Rete Ferroviaria Italiana). Ma a settembre del 2017  è stato condannato, dal Gup di Palermo Wilma Mazzara, a 4 anni e due mesi di carcere, per concussione e induzione indebita a promettere utilità. L’inchiesta, coordinata dal pm Claudio Camilleri era partita da alcune pesanti dichiarazioni dell’imprenditore agrigentino Massimo Campione che, peraltro, era stato un suo compagno di scuola. Nella missiva si fa riferimento inoltre ad un articolo, del 2 novembre 2018,  pubblicato dalla  rivista on line ‘In Sanitas’, avente per titolo : “nomine dei nuovi manager della sanità: sotto esame indagini e parentele pericolose dei candidati”  in cui l’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza,  specificava che per ricoprire gli incarichi dirigenziali ” ….il candidato non  deve avere parenti entro il secondo grado imputati o condannati per associazione mafiosa o delitti aggravati dall’art 7 D.L.52/91…  ed ancora, parenti imputati o indagati in procedimenti penali o sottoposti a procedimenti innanzi alla corte dei conti.” Nell’esposto in questione si fa riferimento anche ad un articolo pubblicato nel 2015 dal giornale on line Antimafia 2000, dal roboante titolo Leghe, eversione nera e Sicilia libera, un’unica trama per condizionare il Paese’  che potete leggere al link che segue:(http://www.antimafiaduemila.com/dossier/processo-trattativa-stato-mafia/57383-leghe-eversione-nera-e-sicilia-libera-un-unica-trama-per-condizionare-il-paese.html) in cui vengono sciorinati una serie di nominativi di personaggi che in Sicilia hanno avuto a che fare con movimenti indipendentisti legati alla mafia che, nel 1994, sono poi confluiti dentro Forza Italia. Tra questi nomi compare quello di un certo prof. Egisto Lo Bosco, additato quale membro della massoneria deviata, nativo di Raffadali, così come Silvio e Dario Lo Bosco. Viene avanzato  il sospetto che possa esserci tra di loro un rapporto di parentela che spiegherebbe il perché i due fratelli Lo Bosco riescono ad ottenere dei prestigiosi e ben remunerati incarichi pubblici. Si invita pertanto, in modo particolare l’Assessore Regionale alla Salute Razza, ad onorare e rispettare quanto da lui dichiarato pubblicamente a proposito delle nomine dei direttori e dei  manager della Sanità siciliana. Per sua stessa ammissione, infatti, i prerequisiti di legge  devono essere anche quelli  di non essere parente prossimo di persone condannate o che hanno relazioni con organizzazioni segrete e/o mafiose. Sarebbe perciò  opportuno  valutare,  a tal proposito, anche la situazione del Dottore e Professore Silvio Lo Bosco, in modo tale da fugare ogni sospetto riguardo alla legittimità degli incarichi fin qui ricoperti e di quelli futuri. A queste considerazioni, sempre nell’esposto, vengono inoltre aggiunte delle allarmanti notizie relative al blitz di qualche settimana fa dei Carabinieri del NAS,  presso l’unico Reparto di Chirurgia Vascolare della provincia di Agrigento, peraltro risistemato ed inaugurato nell’aprile scorso, quello dell’Ospedale ‘San Giovanni di Dio’ ed il cui responsabile, sino al  2014, era proprio il  Dott. Lo Bosco; mentre  oggi  è  diretto dal dottor Leonildo Sichel.

Come e con quali  criteri  viene  assicurata l’assistenza sanitaria nell’Agrigentino?  Nessuno si accorge della gravissima situazione dei pronto soccorsi, della carenza di personale sanitario, di macchinari e di attrezzature nei poliambulatori ed in ogni singolo reparto  degli ospedali della provincia.