Pino D, un ufficiale dei “servizi” molto servizievole

“..Bisogna brevemente evidenziare come gli elementi acquisiti agli atti del procedimento consentono di affermare, senza alcuna incertezza, che i rapporti tra il MONTANTE ed il Colonnello Pino D’AGATA (colonnello dei carabinieri, prima comandante dell’Arma a Caltanissetta, poi capo centro della Dia a Palermo e poi transitato ai servizi di sicurezza, ndr) sono certamente molto stretti e risalenti nel tempo, essendo sorti dal momento in cui questi prese servizio a Caltanissetta, a partire dal settembre del 2008, come Comandante Provinciale dell’Arma dei Carabinieri
Va osservato come il D’AGATA, nel file in questione venga indifferentemente indicato per nome e cognome, col solo cognome o attraverso l’annotazione “Pino D.”..
..Appare comunque opportuno puntualizzare — trattandosi di circostanza che verrà ampiamente ripresa nel prosieguo – che i contatti telefonici tra il D’AGATA ed il MONTANTE in sostanza si interrompono a far data dal 21 febbraio 2015, in concomitanza con una grave fuga di notizie attraverso la quale il primo era venuto a conoscenza del fatto che nell’ambito del procedimento instaurato presso questo Uffici nei confronti del MONTANTE era stata disposta attività d’intercettazione.
Ed invero, come meglio si dirà in seguito, dal contenuto di alcune conversazioni ambientali registrate in data 31.1.2016, all’interno dell’autovettura in uso allo stesso D’AGATA, si poteva comprendere che questi (rispondendo a specifica domanda della moglie BATTIATO Maria Rosaria) fosse stato informato, quasi un anno prima del momento in cui veniva captata quella conversazione, da Andrea CAVACECE, un funzionario dei servizi di informazione e sicurezza, che, appunto, questo Ufficio stesse eseguendo attività tecnica in direzione del MONTANTE.
In ogni caso, il fatto che i rapporti tra il D’AGATA ed il MONTANTE fossero rimasti estremamente stretti (e che dunque la diminuzione dei contatti telefonici tra i due fosse solo dovuta alle ragioni che qui si stanno rappresentando) è oggettivamente dimostrato dalle attività tecniche condotte in seno al procedimento, delle quali si darà ovviamente conto nella presente sezione dell’odierna richiesta.
In data 12.11.2015, il VENTURI riferiva in maniera dettagliata di una vicenda, in verità inquietante, che vedeva come protagonisti il D’AGATA ed il MONTANTE. Dopo aver descritto i rapporti “molto, molto stretti” che legavano i due già dal momento in cui il D’AGATA era, come detto, in servizio a Caltanissetta, il VENTURI rendeva, in particolare, dichiarazioni su una cena, organizzata nell’aprile-maggio 2014 presso il ristorante dell’Hotel Porta Felice di Palermo, cui presenziavano, oltre a lui, il MONTANTE, il D’AGATA, la VANCHERI (l’ex assessore  alle Attività Produttive del governo siciliano e oggi dirigente diConfindustria legatissima a Montante, ndr) e un ingegnere dell’ANAS di nome TONTI.
In quell’occasione, ebbe a notare il D’AGATA consegnare, in maniera furtiva e “nascondendola alla vista”, una pen drive al MONTANTE, dicendogli contestualmente qualcosa all’orecchio.
Il VENTURI, quindi, narrava di due episodi analoghi – ovvero di consegne di pen drive dal D’AGATA al MONTANTE — cui avrebbero assistito il sindacalista Maurizio BERNAVA ed il giornalista ODDO Giuseppe, i quali gli avevano confidato simili circostanze in due incontri avvenuti, rispettivamente, a Roma e a Milano, dopo la pubblicazione della sua intervista sul quotidiano “La Repubblica”.
Orbene, appare opportuno, in premessa, evidenziare come le dichiarazioni rese a questo Ufficio dal VENTURI sugli obliqui rapporti esistenti tra il MONTANTE ed il D’AGATA non costituiscano il frutto di “creazioni narrative” dello stesso offerte per compiacere gli inquirenti, quanto, piuttosto, la mera rappresentazione di eventi che, di certo, costituivano il frutto del proprio bagaglio di conoscenze accumulato in anni di rapporti avuti col MONTANTE.
A tal proposito, appare opportuno richiamare, anzitutto, il contenuto di una conversazione tra presenti captata in data 23.5.2015 a bordo dell’autovettura in uso al VENTURI ove si trovava, in quel momento, TROBIA Michele (presidente del Tennis club Caltanissetta, ndr), soggetto, quest’ultimo, come già accennato, in strettissimi rapporti col MONTANTE.
La conversazione in questione avveniva due giorni dopo la prima escussione del VENTURI da parte di questo Ufficio (le prime sommarie informazioni del VENTURI risalgono infatti al 21 maggio 2015), allorché cioé questi — come analiticamene rappresentato in precedenza – non aveva ancora maturato la convinzione di riferire tutto ciò che sapeva sul conto del MONTANTE, temendo, tra le altre cose, che una rottura definitiva dei rapporti con quest’ultimo potesse comportare negative conseguenze, in specie nei confronti di Alfonso CICERO e per la conferma di questi ai vertici dell’IRSAP.
In particolare, in un tratto della conversazione, il TROBIA manifestava il dubbio che il MONTANTE fosse persona capace di mettere tutti “nei guai” e poi, più oltre nella conversazione, il VENTURI evidenziava che, a suo parere, se il MONTANTE fosse andato in galera, avrebbe chiamato in causa molte persone.. e il Trobia si esprimeva sul conto dello stesso MONTANTE ritenendolo una persona molto pericolosa.
Il VENTURI, a questo punto, evidenziava come l’imprenditore di Serradifalco fosse solito costruire dossier falsi, avvalendosi della collaborazione dei servizi segreti e, in tale contesto, faceva espresso riferimento al “Colonnello dei Carabinieri…l’ultimo che è arrivato e che ora è nei servizi…” che il TROBIA, a sua volta, definiva essere un “mascalzone” ed autore di condotte — che però non specificava — estremamente gravi.
Il VENTURI, in linea con quanto affermava il TROBIA, completava il pensiero dicendo, con incredulità e sgomento, che il D’AGATA fosse solito fornire il contenuto di intercettazioni al MONTANTE, consegnandogli anche dei supporti informatici,
Il TROBIA diceva di essere a conoscenza di quanto appena dettogli dal VENTURI ed aggiungeva che il Colonnello D’AGATA fosse persona da temere, lasciandosi anche andare ad un insulto che è, francamente, da censurare in questa sede.
Infine, il TROBIA ricordava anche che la moglie del D’AGATA aveva ricevuto qualche incarico in Assessorato, sottolineando che la conoscenza con il MONTANTE fosse da far risalire ad una festa dell’Arma dei Carabinieri di Caltanissetta.
..Sarà agevole notare, sulla base del contenuto della suindicata conversazione, come il VENTURI mostrasse di essere perfettamente a conoscenza dei rapporti, non propriamente commendevoli, esistenti tra il MONTANTE ed il D’AGATA già molti mesi prima del momento in cui si era poi determinato a raccontarli a questa Autorità giudiziria..”.

 

fonte http://mafie.blogautore.repubblica.it/