Patti, Montante, i miliardi e gli amici che si sono arricchiti con il loro business

L’ex presidente Montante , arrestato  dalla Procura di Caltanissetta e amico di Crocetta  era socio  di Carmelo Patti considerato dai Pm vicino a Messina Denaro e a cui è stato confiscato  il patrimonio  per 1, 5 miliardi di Euro

L’inchiesta sulla famiglia Patti se eseguita a 360 gradi potrebbe aprire uno spaccato chiaro sugli intrecci storici tra mafia, economia , borghesia locale e politica che ha gestito il territorio negli ultimi 25 anni. La famiglia Patti aveva molti interessi a Castelvetrano e diverse volte indicò  varianti al PRG per costruire campi da   golf e altro, tra Tre Fontane e Castelvetrano. I Patti erano stretti amici  anche della famiglia Agnelli

 L’esempio più vergognoso del modus agendi riconducibile ad amici dei  Patti nel territorio  di Selinunte con la complicità di amici potenti al comune  e che hanno dispensato  licenze e autorizzazioni. La costruzione di questo albergo,  mai completato per un inchiesta nei confronti della DESi Group , azienda ritenuta vicina alla famiglia Patti. La struttura ,nonostante le denunce pubbliche e alla Procura   si costruì rovinando uno degli angoli più belli di Marinella di Selinunte.La famiglia Ingrasciotta . il patron è conosciuto in città come “micione“,con l’ausilio di diverse società, dagli anni 80 e fino al 2012 è stato al centro di tante operazioni immobiliari e  imprenditoriali cittadine. Un quartiere moderno , ancora viene chiamato in zona Giallonghi con il suo nome. Trai Patti e questo imprenditore vi erano ottime relazioni . I Patti , tramite amici locali,  si fidavano solo di alcuni tecnici progettisti. Un suo parente omonimo, da semplice meccanico, negli 90 e 2000 diventò imprenditore con oltre 100 dipendenti

 Dalla cronaca del 2008 :Una truffa da sei milioni di euro, una falsa fatturazione per circa 10 milioni di euro e poi evasione fiscale e di Iva per altri 2 milioni di euro. Ma i conti i finanzieri di Trapani non li hanno ancora finiti: la somma però è già rilevante così come clamoroso è il sequestro operato ieri, sempre dalla Guardia di finanza, di oltre 9 milioni di euro tra immobili, quote societarie, conti correnti bancari e postali, automezzi, ai danni della Desi Group di Castelvetrano della famiglia IngrasciottaL’indagine, venne coordinata dal procuratore di Marsala Antonino Silvio Sciuto e dal sostituto Anna Sessa, 

Un dossier articolato fece venire fuori  questa collaborazione all’insegna dell’antimafia già nel 2015

Castelvetrano al centro di articolate operazioni imprenditoriali tutte da comprendere e su cui non si è indagato molto. Un filone  d’indagine che avrebbe portato ai giri di denaro miliardari

L’impero dell’industriale Patti nato a Castelvetrano che da operaio della Philco diventò patron della Valtur e di un impero economico nel settore della componentistica

Fu  leader nel settore dei cablaggi

Patti acquista la  Valtur,  nel 1998 per la cifra astronomica di 300 miliardi di lire.  La situazione patrimoniale al 31 ottobre del 2010, che farà fede per il commissariamento, presenterà 358 milioni di debiti a fronte di 187 di fatturato. Un’operazione che sa di poco credibile. Perchè Patti che lavorava nell’indotto Fiat  compra Valtur? E da chi ha avuto tutti questi soldi? Patti con le sue amicizie castelvetranesi tra il 1996  e il 2010  fece avviare molte attività imprenditoriali. si chiamavano “quelli di li fila” che non  pagavano ne tasse ne iva. Finirono quasi tutti sotto inchiesta. Patti era dietro anche alla Desy Group finita sotto inchiesta che riuscì con l’amministrazione Pompeo a farsi dare la licenza per l’albergo a Marinella L’albergo considerato ” un mostro urbano”, oggi totalmente in abbandono e di proprietà dello Stato, fu realizzato con fondi pubblici. Nessuno ha mai indagato su quella concessione alberghiera che ha dato la possibilità di costruire un albergo in una zona panoramica e a meno di 100 metri dal mare e con trucchi finanziari tutti da capire

Patti e Montante quando l’antimafia serve per gli affari che non devono avere gli occhi dei PM

Patti, a CAstelvetrano, aveva tanti amici. Gente che da semplice operaio diventò imprenditore con auto lussuose a seguito. Diede lavoro a molti figli della borghesia castelvetranese e nessuno si indignava

Emersero rapporti tra Antonello Montante e la figlia del patron di Valtur, Carmelo Patti, considerato dai pm un prestanome del boss latitante di Cosa Nostra Matteo Messina Denaro già nel 2015. I due erano soci d’affari nella Ap Consulting, proposta per il sequestro dalla Dia. Montante replicò: “Ap Consulting non ha mai operato sul mercato”.I due si conoscevano e questo indica una relazione che poteva avere vari interessi

L’Ap Consulting, srl con sede a Milano, apparteneva fino al 2010, secondo Repubblica, per il 50% a Montante e per il 50% a Paola Patti, la figlia del patron della Valtur Carmelo Patti. Repubblica evidenziò come l’acquisizione della Ap Consulting sia datata 2001, mentre già nel 1999 esisteva un’inchiesta su Patti con l’accusa di riciclaggio. L’Ap Consulting è stata poi cancellata nel 2010. 

IL DOSSIER – Ma insieme a queste informazioni dall’inchiesta dei magistrati di Caltanissetta spunta anche una lettera arrivata nei mesi scorsi al procuratore di Roma Giuseppe Pignatone. Un dossier nel quale si prevedeva, già la scorsa estate, l’esistenza di un “piano” per incastrare Montante. A prova di ciò nella lettera si citerebbe un dialogo intercettato in un bar di una cittadina a pochi chilometri da Caltanissetta e gli interlocutori parlavano anche di “un grande affare all’aeroporto di Catania”.  I pm indagarono  in due direzioni: sui rapporti di Montante ma anche sulle piste date dal dossier per capire se sia entrato davvero in azione qualcuno per mettere nei guai Montante che poi finirà in carcere

“L’Ap Consulting srl, società  non avrebbe mai effettuato una sola operazione. È stata costituita nel 2001 quando era presidente dei giovani industriali di Caltanissetta, con l’allora presidente dei giovani imprenditori di Pavia, Paola Patti, manager affermata e accreditata dal mondo imprenditoriale. L’obiettivo era quello di commercializzare l’eccellenza dolciaria, torroni in primis

 

Fonte: Repubblica, Ansa documenti Il Circolaccio