Orfanello, un finanziere sempre a disposizione

..Sin dall’inizio delle prime intercettazioni emergeva –  l’intimo rapporto di amicizia tra il maggiore della Guardia di Finanza ORFANELLO Ettore (comandante del nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Caltanissetta, ndr) ed il ROMANO Massimo (imprenditore della distribuzione coinvolto nell’inchiesta Montante, ndr) come si desumeva dal tenore delle conversazioni e degli sms scambiati tra i due.
..In data 4.8.2014, alle ore 21.40, veniva intercettata la conversazione che subito dava la percezione dell’assunzione in Confidi ( il consorzio che concede fidi agli imprenditori, ndr) della TIRRITO Rosaria da parte del ROMANO Massimo, per favorire l’ORFANELLO).
Infatti, quest’ultimo rappresentava al ROMANO che la TIRRITO si lamentava per la diminuzione delle ore lavorative previste nel contratto e voleva che fosse cambiato.
Nel corso delle intercettazioni captate sulle utenze in uso al ROMANO Massimo, emergeva che l’ORFANELLO Ettore lavorava per lui, più o meno a partire dal febbraio/marzo 2015 dopo essere stato sospeso dal servizio a seguito di vicende giudiziarie che lo hanno riguardato, in ordine al reato di tentata concussione l’ORFANELLO lavorava per la società “S.A.S. Detective Scrima di SCRIMA Natale & C.” si occupava della sicurezza dei supermercati del ROMANO Massimo.
Si rappresenta che da accertamenti effettuati presso la banca dati della Agenzia delle Entrate, la figlia di ORFANELLO Ettore, ORFANELLO Simona, percepiva redditi, nel 2015, dalla ditta D.S. Service and Security s.r.l. di SCRIMA Natale, per un importo lordo di 17875,00 euro.
…L’altra figlia dell’ORFANELLO, Federica, risultava, invece, assunta, dal 2011, dalla ditta “Medical Pharma s.r.l.”di PANZICA Antonino, interlocutore dell’ORFANELLO Ettore in alcune intercettazioni richiamate nel presente capitolo.
A parte le molteplici dichiarazioni già sopra riportate, l’attività di indagine riscontrava pienamente quanto appreso nel corso delle escussioni poiché la TIRRITO, in corso di attività tecniche, veniva licenziata dal CONFIDI e l’ORFANELLO si rivolgeva nuovamente al ROMANO Massimo per assicurare un posto di lavoro alla donna con la quale continuava a mantenere uno stretto rapporto.
Anche i dialoghi, intercorrenti tra l’ORFANELLO e la TIRRITO dopo il licenziamento di quest’ultima, non lasciavano adito ad alcun dubbio circa la riconducibilità dell’assunzione della TIRRITO ad un favore fatto dal ROMANO all’ORFANELLO.
…Si precisa che, in quei giorni, l’ORFANELLO era timoroso per le perquisizioni effettuate a carico del MONTANTE Antonio Calogero e bramava per provare a sapere qualcosa su quanto stava accadendo.
…Quella stessa mattinata, progr. 2241 delle ore 12.39 del 26.1.2016, l’ORFANELLO provava a richiamare il ROSSI Giuseppe e rimanevano d’accordo per pranzare insieme domani, cosicché avrebbero potuto parlare di persona.
Veniva pertanto predisposto apposito servizio di o.c.p. che permetteva di accertare che i tre avrebbero consumato il loro pranzo presso il ristorante “La Medina” sito in via Berengario Gaetani nr. 71 e, pertanto, si provvedeva ad effettuare, con decreto d’urgenza, l’intercettazione del colloquio tra presenti in detto esercizio commerciale.
Dalla registrazione si aveva modo di apprendere chiaramente che l’ORFANELLO si era recato a Caltanissetta per cercare di avere notizie sulla vicenda del MONTANTE, tant’é che i dialoghi vertevano essenzialmente sempre su questo, sebbene la registrazione non risultava fluida nel complesso dell’ascolto.
…Anzitutto il ROSSI Giuseppe (finanziere in servizio a Caltanissetta, ndr) diceva all’ORFANELLO che non era facile apprendere notizie poiché l’indagine sul MONTANTE, all’interno della Squadra Mobile, era “blindata”.
Poi, i due parlavano delle perquisizioni effettuate a carico del MONTANTE e l’ORFANELLO diceva al ROSSI che, già dopo la eco nazionale della notizia dell’indagine a suo carico, di certo il MONTANTE si era adoperato per fare sparire qualunque cosa di compromettente e specificava che, se fosse stato in lui, avrebbe bruciato tutto.
L’ORFANELLO parlava delle dichiarazioni rese dal ROMANO circa le richieste avanzategli dal MONTANTE sul cambio di denaro e sosteneva che, anche per contestare il riciclaggio, occorreva dimostrare la provenienza illecita del denaro ed inoltre riteneva che il MONTANTE poteva sempre smentire il ROMANO ed ancora i commensali ritenevano che il MONTANTE avrebbe potuto fare sparire i soldi all’estero.
..In data 26.12.2015 veniva intercettata la conversazione delle ore 19.46, nel corso della quale, dopo avere affrontato l’argomento del licenziamento della TIRRITO e dopo la preghiera dell’ORFANELLO di accettare il lavoro dal ROMANO che mai l’avrebbe licenziata, l’Ufficiale della Guardia di Finanza riferiva alla donna che, dopo un periodo di silenzio, aveva ricevuto gli auguri da parte del MONTANTE ed era piacevolmente colpito dal gesto di quest’ultimo che scaturiva dalla circostanza che lui gli era stato vicino e si mostrava fiducioso che i guai che il MONTANTE stava attraversando potessero risolversi e così, a loro, non rimaneva altro che aspettare tale accadimento, nella speranza che questo potesse avere una positiva refluenza anche per loro.
…Pertanto, non c’era altra ragione plausibile per la quale l’ORFANELLO riferiva al ROMANO di avere la possibilità di capire come si stessero svolgendo le indagini (si ripete che le uniche indagini in corso erano notoriamente – per la pubblicazione dell’articolo del 9.2.2015 su “La Repubblica”- quelle a carico del MONTANTE) poiché manteneva ancora rapporti buoni con alcuni suoi militari del GICO, tra cui il SANFILIPPO Mario, “chiamami compà… perché guarda che io ancora le orecchie le ho buone qua… ci l’aiu quattru cincu cristiani ca mi vunnu beni… a Mario ca si ci dicu mezza parola”..».

 

fonte http://mafie.blogautore.repubblica.it/