Rifiuti, in Sicilia torna l’ombra dei termovalorizzatori, questa volta targati ENI

A lanciare la proposta di produrre energia bruciando i rifiuti è l’amministratore delegato dell’ENI, Claudio Descalzi. Come al solito, vorrebbero iniziare dalla ‘Ultima delle colonie italiane’: la Sicilia. E, precisamente da Gela. Non abbiamo ancora capito perché il Governo nazionale giallo-verde e il Governo regionale di Nello Musumeci non hanno replicato all’ENI. Sono d’accordo? E i grillini dell’Ars che ne pensano?

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E ti pareva che ci lasciavano in pace. La fine ingloriosa dei quattro termovalorizzatori pensati nei primi anni del 2000 dal Governo regionale di Totò Cuffaro non sono mai tramontati del tutto. Progettati e appaltati, i lavori sono stati interrotti da un pronunciamento della magistratura europea. La vecchia politica siciliana ha provato più volte a rilanciarli: l’ultimo tentativo – un inceneritore progettato nella Valle del Mela, nel Messinese – è stato ‘bocciato’ prima dagli abitanti di queste contrade e poi dal Governo regionale di Nello Musumeci (COME POTETE LEGGERE QUI).

Ma i topi, si sa, hanno sempre la testa al cacio. E così l’ENI, che a Gela, dagli anni ’50 del secolo passato fino a qualche anno fa, ne ha combinate di tutti i colori con la chimica ‘pesante’, per bocca del suo amministratore delegato, Claudio Descalzi, in un’intervista a Il Sole 24 Ore (quotidiano di Confindustria), parla di incenerire i rifiuti in Sicilia:

“‘Il progetto waste to fuel (combustibile da rifiuti, ndr) di Gela è un esempio tangibile del modello integrato di economia circolare di ENI imperniato su tre pilastri (sinergia, simbiosi industriale e cambio culturale), e permetterà di acquisire le informazioni necessarie per la progettazione di nuovi impianti su scala industriale che ENI realizzerà in altri siti in Italia: l’idea è quella di realizzare diversi impianti Forsu distribuiti presso le principali città e riuscire a eliminare una grande quantità di rifiuti organici, riutilizzandoli e fornendo un significativo contributo in termini di vantaggi ambientali alle grandi aree urbane in Italia e all’estero”.

Di fatto i signori dell’ENI hanno scoperto l’acqua calda: bruciare i rifiuti come ha provato a fare il Governo regionale di Cuffaro nei primi anni del 2000 e come hanno cercato di fare nella Valle del Mela, in provincia di Messina: operazione, come già ricordato, ‘stoppata’ dagli abitanti di questo angolo della provincia di Messina.

L’aspetto incredibile di questa storia degli inceneritori di rifiuti targati ENI è che ci stanno provando con Gela dove lo stesso Ente Nazionale Idrocarburi, dopo aver chiuso il vecchio stabilimento petrolchimico, si è impegnato a una riconversione “green”. Da qui una domanda: ma cosa ci sarebbe di ‘verde’ ed ecologico nel progetto di un inquinante termovalorizzatore?

Che dire di questa storia? Che, intanto, non abbiamo capito quale sia la posizione del Governo nazionale. E siamo un po’ preoccupati, perché i grillini, in Puglia, non hanno esitato a tradire i cittadini di Taranto facendo riaprire l’ILVA, un acciaieria che inquina da decenni. E non hanno perso tempo a rimangiarsi gli impegni che avevano preso con i cittadini del Salento per bloccare la TAP, il gasdotto che distruggerà alcune aree del Salento.

Qual è la posizione dei grillini su questo tema? Cosa ne pensano i parlamentari nazionali eletti in Sicilia?

E cosa pensano di questa storia i venti parlamentari regionali grillini dell’Assemblea regionale siciliana?

E cosa pensa il Governo regionale di Nello Musumeci, che ha già ‘bocciato’ il termovalorizzatore nella valle del Mela?

Il progetto dell’ENI per Gela, oltre che devastante per l’ambiente e per la salute pubblica, non è convincente nemmeno sul fronte economico. A meno che lo Stato o la Regione non ci mettano i soldi.

Fateci capire: il Governo nazionale di grillini e leghisti e il Governo regionale di Musumeci vorrebbero risolvere il problema dei rifiuti in Sicilia bruciandoli?

Foto tratta da ilsole24ore.com

P.s.

Guarda caso – ma è solo un caso – in questo momento, a Gela, non c’è un sindaco, ma un commissario regionale. E ci sono i sindacalisti che si battono per i “posti di lavoro”…

Avvertiamo i grillini siciliani che se questo progetto dovesse passare lo sputtanamento – il loro sputtanamento – sarebbe totale! 

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