Come fermare il processo Montante? Prima le buste con i proiettili ed adesso le minacce dal carcere…

Sono davvero inquietanti i messaggi che Antonello Montante continua a lanciare dal carcere, attraverso i suoi avvocati, all’indirizzo dei magistrati che lo stanno processando. Qualche mese fa sono state recapitate tre buste contenenti dei proiettili al Procuratore della Repubblica di Caltanissetta, Amedeo Bertone, al capo della Squadra Mobile, Marzia Giustolisi ed al Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia, Claudio Fava, che si stanno interessando del suo intricato caso giudiziario. Adesso i suoi avvocati, Carlo Taormina e Giuseppe Panepinto, oltre a tentare di fare scarcerare il loro assistito per motivi di salute, hanno depositato in Cassazione un esposto contro i magistrati nisseni, per tentare di fare spostare il processo ad altra sede giudiziaria. Le loro motivazioni sono davvero stupefacenti! Essi denunciano testualmente:

“un atteggiamento intollerabile fondato su un pregiudizio nutrito nei suoi confronti dai magistrati del Tribunale di Caltanissetta con i quali ha condiviso per oltre dieci anni il compimento di sistematiche ed altamente proficue attività antimafia, nonché rapporti personali, fino alla familiarità che non permettono ad essi serenità di giudizio in considerazione che detti rapporti possano in qualche modo ritorcersi contro di essi e quindi essere coinvolti nei giudizi negativi oggi formulati nei confronti di Montante, donde le distorsioni e il rigore inammissibile fino all’ultimo provvedimento di mancata scarcerazione di un imputato dichiarato incompatibile con il regime carcerario”.

Chi si sta continuando ad occupare del cosiddetto Sistema-Montante, dopo avere subito delle minacce mafiose, adesso deve fare i conti con delle infamanti accuse, peraltro contenute negli scritti difensivi di un soggetto che è  pesantemente coinvolto in diverse inchieste giudiziarie. E’ come se continuasse la scia delle trame eversive di cui si è reso protagonista Antonello Montante, unitamente ad alcuni esponenti di spicco delle Forze dell’Ordine e di alcuni ben individuati apparati deviati dello Stato. Si tratta chiaramente di una strategia processuale basata su un attacco frontale alla Magistratura, a cui ha replicato con molta serenità il Procuratore di Caltanissetta Bertone:

“Noi siamo sereni e tranquilli, come sempre. Anche rispetto a questa richiesta della difesa. Non abbiamo scheletri negli armadi: gli atti su alcuni magistrati sono stati da noi inviati alla Procura di Catania per la valutazione di competenza”.

La preoccupazione del Montante è quella che le ulteriori attività di indagine, tuttora in corso a Caltanissetta, possano rendere inattaccabile l’impianto accusatorio a suo carico che già, ad oggi, è parecchio complicato. Infatti sono diversi i filoni d’inchiesta che lo riguardano, assieme alla sua lobby, di cui faceva parte, in primis, il suo delfino e successore alla presidenza di Sicindustria, Giuseppe Catanzaro, il re delle discariche siciliane.

Come è noto sono parecchi i personaggi eccellenti coinvolti in un’inchiesta che gli organi inquirenti hanno denominato Double face, per rimarcare la doppiezza morale e civile ed un palese tradimento delle Istituzioni dello Stato, da parte dei personaggi coinvolti. Tra di loro spiccano sicuramente le figure del Presidente del Senato Renato Schifani e dell’ex Comandante di Stato Maggiore dei Carabinieri, Artuto Esposito il cui processo, col rito immediato, si celebrerà, assieme a quello ordinario, a partire da giorno 14 gennaio prossimo.

A stare sul chi va là in questo momento sono in tanti! Basta solo ricordare che risultano coinvolti anche due ex ministri dell’Interno e della Giustizia, Anna Maria Cancellieri ed Angelino Alfano che dovrebbero ancora spiegare come mai abbiano fatto diventare una manica di malfattori degli ‘apostoli della legalità’. Sono stati infatti anche i responsabili dei più importanti Dicasteri Ministeriali ad assicurare a gente come Montante delle incredibili coperture istituzionali, anche attraverso delle capillari attività di spionaggio. Antonello-Calò di Serradifalco, compare d’anello di noti mafiosi, finora ha disertato tutte quante le udienze che riguardano il suo processo. Non si fa vedere ma si fa sentire! Da dentro la sua cella del carcere Malaspina di Caltanissetta, continua a lanciare messaggi dal chiaro tenore minatorio ed intimidatorio, all’indirizzo dei magistrati che si occupano di lui. In cima ai suoi pensieri in questo momento c’è sicuramente la dott.ssa Graziella Luparello che, come stabilito nel calendario delle varie udienze che ci separano dai primi verdetti relativi al Sistema-Montante, entro il mese di marzo dovrebbe emettere le prime sentenze, non ultima quella che lo riguarda personalmente.