Mafia: Operazione “Anno Zero” I PM chiedono il processo per gli indagati

I pm chiedono il rinvio a giudizio di 33 persone, a cominciare dal latitante di Castelvetrano.

PALERMO – La Procura di Palermo chiede il rinvio a giudizio di Matteo Messina Denaro. Lo vuole processare in qualità di capomafia “dell’intera provincia di Trapani e in tutta la Sicilia occidentale”. È lui che “ha impartito direttive anche attraverso rapporti epistolari e costituito il punto di riferimento mafioso decisionale in relazione alle attività e agli affari illeciti più importanti gestiti da Cosa nostra nella provincia di Trapani ed in altri luoghi della Sicilia”.

Un capo che negli ultimi tempi è diventato un fantasma, impegnato nella fuga, ma dalla cui labbra tutti pendono. Sono gli altri boss a riconoscergli il carismatico ruolo di guida di Cosa Nostra nella Sicilia occidentale e a cercarlo, piuttosto che lui a farsi vivo. Evita i passi falsi che prima di lui hanno commesso gli altri padrini arrestati.

La richiesta di rinvio a giudizio nasce dal blitz “Anno Zero” dello scorso aprile. Ventuno le persone arrestate da carabinieri, Dia e polizia fra boss, estorsori e gregari delle famiglie di Castelvetrano, Partanna e Mazara del Vallo. Dell’elenco fanno parte anche i cognati del latitante, Gaspare Como e Rosario Allegra. Sono 33 gli indagati per cui viene chiesto il processo dal procuratore Francesco Lo Voi, dall’aggiunto Paolo Guido e dai pm Carlo Marzella, Gianluca De Leo, Francesca Dessì, Calogero Ferrara, Alessia Sinatra e Claudio Camilleri.

Nel 2008, anno del blitz Perseo che stoppò la riorganizzazione della mafia palermitana, era emerso che i boss del capoluogo avevano chiesto il via libera del latitante. Un via libera che sarebbe arrivato tramite i Biondino di San Lorenzo. Una sorta di “benedizione”, ma senza alcuna implicazione operativa.

Da allora, di tanto in tanto, il capomafia si sarebbe messo in contatto con il territorio tramite una rete blindata di postini. Nel 2013 è stata una sentenza del Tribunale di Marsala a sancire il suo ruolo di capo della mafia. Ora arriva la richiesta di rinvio a giudizio che aggiorna le sua presenza a due anni e mezzo fa.

Nell’estate del 2016 è stato ascoltato il dialogo fra due partannesi, Nicola Accardo e Antonino Triolo: “… hai scritto tu?”; “… glielo ho fatto sapere… il fatto… Matteo”; “… ed hai chiuso il conto?”; “Tu domani ci vai…”; “… no … io domani…”; “.. lascia perdere… ascolta lui… qua non gli ha detto che sta qua… dice che era in Calabria ed è tornato…”.

Mentre parlavano si sentiva in sottofondo il rumore dello sfregamento della carta. Gli investigatori sono certi che i due avessero in mano un pizzino scritto dal latitante che al rientro dalla Calabria avrebbe pianificato degli incontri: “… passa qua… ed i cristiani ci vanno… e allora gli ho detto questo coso di qua…”; … interesso della discussione… il cognato?”; “Sua sorella, sua sorella”; “… qua … nel bigliettino è scritto… lo vedi? Questo scrive cosa ha deciso…”. Quindi Triolo entrava nei particolari: “… la madre di Matteo… che lui non scrive si lamenta, lui deve scrivere… vorrei vedere a te… non gli interessa niente di nessuno…”. Quindi, poco prima di strappare il biglietto, spiegavano che il pizzino era arrivato tramite tale Nicola e c’erano riferimenti alla “famiglia” e alla “gerarchia”.

Nell’estate successiva, agosto 2017, è stata registrata una nuova conversazione all’interno della macchina di Dario Messina, considerato il reggente del mandamento mafioso di Mazara del Vallo. Messina chiedeva informazioni su un biglietto a lui destinato. Lo aveva ricevuto Marco Buffa : “… mi è arrivato questo coso a me… già appena mi è arrivato questo coso mi sono venuti i tic, ho detto: a posto… c’era quello e gli ho detto: aspetta un minuto, prendi qua … gli ho detto … che devo portare la risposta subito. Minchia appena ho visto Dario Me…”.

Da allora silenzio assoluto. Messina Denaro è tornato ad essere il fantasma di sempre, tanto che il questore di Palermo Renato Cortese si spinge a dire che non ha un ruolo attivo.

Queste le persone per cui i pm chiedono il processo: Giuseppe Accardo, Nicola Accardo, Gaspare Allegra, Rosario Allegra, Maria Letizia Asaro, Giuseppe Paolo Bongiorno, Vito Bono, Marco Buffa, Carlo Cattaneo, Gaspare Como, Giuseppe Tommaso Crispino, Filippo Dell’Aquila, Bruno Giacalone, Calogero Giambalvo, Angelo Greco, Calogero Guarino, Vincenzo La Cascia, Carlo Lanzetta, Giovanni Mattarella, Dario Messina, Leonardo Milazzo, Giuseppe Orlando, Anna Maria Orlando, Giuseppe Rizzuto, Nicola Scaminaci, Vittorio Signorello, Bartolomeo Tilotta, Antonino Triolo, Mario Tripoli, Raffale Urso, Andrea Valenti.

Fonte : Live Sicilia