Il “Caso Montante” e le connessioni con la politica, la magistratura e l’economia

Il “Caso Montante” e le connessioni con la politica, la magistratura e l’economia sono stati gli argomenti al centro delle deposizioni dei giornalisti Graziella Lombardo ed Enzo Basso del settimanale “Centonove”, davanti la commissione regionale antimafia presieduta da Claudio Fava.

Ammessi come parte civile al processo che si celebra a Caltanissetta contro l’ex presidente di Sicindustria Sicilia,i due giornalisti Graziella Lombardo, che ha fornito alla commissione oltre settanta articoli sul caso, ed Enzo Basso, hanno spiegato l’evoluzione dei servizi sul caso Montante, a partitre dalla prima notizia “top secret” apparsa sul settimanale d’inchiesta messinese, il 22 gennaio 2015.

I due giornalisti, in particolare Enzo Basso, ha accertato la commissione regionale antimafia, sono stati sottoposti ad accertamenti absuvi da parte dello Sdi, la rete in dotazione alle forze dell’Ordine, già dal 2009, ma l’attività di dossieraggio alla luce delle nuove indasgini in corso, non è risultata estranea ai problemi a cascata creati alla società editrice del settimanale messinese.

Nell’indagine figurano sotto inchiesta ufficiali dei carabinieri e della Finanza, come il generale Arturo Esposito, dei servizi segreti, il colonnello della Finanza Ettore Orfanello, il colonello dei carabinieri, già alla guida della Dia di Messina, ora sospeso dal servizio, Letterio Romeo.

Parte delle dichiarazioni di Enzo Basso, sulle connessioni tra Caltanissetta e Messina, città nella quale il giornalista il 30 ottobre del 2017 è stato arrestato con l’accusa di bancarotta imporpria, provvedimento dal quale è scaturuita la conseguente chiusura, dopo 25 anni di presenza in edicola dello storico settimanale, sono state secretate.

“In particolare-ha raccontato Enzo Basso- alla società Editoriale Centonove srl, è stata contestata la restituzione della totalità della somma di un progetto di innovazione e ricerca Por, con relative sanzioni aggiuntive, quando la Banca che ha seguito l’Istruttoria, Banca Nuova, non ha mai erogato le somme dovute, oltre l’anticipazione”. Il caso è poi finito al centro di un contenzioso amministrativo.

Le indagini sul caso Montante, che si sono allargate ad altre ramificazioni dello Stato, ha rivelato la trasmissione televisiva Report, hanno accertato la presenza di una cellula dei servizi dentro Banca Nuova, già titolare della tesoreria dell’assemblea regionale siciliana, finita in amministrazione giudiziaria dopo le ispezioni operate della Banca d’Italia, che ha imposto la cessione di alcuni sportelli in Sicilia a Banca Intesa