I conti economici del sistema Sicilia: la grande abbuffata di mega appalti, sprechi e… la fame!

’abbiamo detto e lo ribadiamo: il Governo nazionale – con riferimento ai grillini – deve impedire al Governo siciliano di Nello Musumeci di far contrarre alla Regione un secondo mutuo di oltre 500 milioni di euro per fronteggiare le spese correnti. Vanno ‘smontati’ i grandi appalti ferroviari di Palermo e Catania: è lì che vanno trovati i soldi per la Regione siciliana 

L’abbiamo scritto più volte e torniamo a ribadirlo: nei conti economici della Regione siciliana e di alcuni Comuni dell’Isola c’è una sproporzione tra spese in conto capitale e le spese correnti. Paradossalmente, in un momento in cui mancano i soldi per i servizi essenziali (spesa sociale), in alcuni Comuni si registrano  investimenti eccessivi, irrazionali e spesso inutili sommati a una miriade di sprechi.

Due esempi eclatanti si registrano nei Comuni di Palermo e Catania, città dove mancano i soldi per servizi essenziali (non soltanto servizi sociali, ma anche le risorse per organizzare una corretta gestione dei rifiuti, a partire dalla raccolta differenziata, praticamente inesistente), ma dove è in programma la spesa per centinaia e centinaia di milioni di euro per grandi appalti.

Basti un solo esempio: 450 milioni di euro solo a Palermo per realizzare altre tre cervellotiche e in buona parte irrazionali linee di Tram, mentre l’intera Regione siciliana è bloccata perché mancano 250 milioni di euro per pagare le retribuzioni a migliaia di persone.

Questo scenario non è frutto del caso. I passati Governi nazionali e siciliani, che hanno massacrato, rispettivamente, l’Italia e la Sicilia, sapevano benissimo che sarebbero andati a sbattere perdendo le elezioni: così hanno incasinato i conti pubblici, perché sapevano che al Governo del Paese sarebbero andati i grillini.

Abbiamo visto cosa è successo e cosa sta succedendo a livello nazionale: con la Commissione europea – la stessa Commissione europea – che ai Governi italiani del PD ‘europeisti-liberisti’ concedeva deficit del 3%, mentre all’attuale Governo giallo-verde ha fatto un ‘casino’ per il 2% di deficit.

Ma la cosa più incredibile è avvenuta in Sicilia. Dove il Governo del PD ha sistematicamente svuotato le ‘casse’ della Regione – con l’avallo del centrodestra che nella passata legislatura era, ufficialmente, all’opposizione – perché era convinzione diffusa che le elezioni regionali siciliane le avrebbero vinto i grillini.

Le elezioni regionali siciliane del novembre 2017 sono andate come sono andate: con un ricorso mai esaminato (eppure sarebbero venute fuori cose incredibili, ma la magistratura amministrativa siciliana…), con il ruolo fondamentale svolto dagli “impresentabili” (quando Giancarlo Cancelleri, oggi, ricorda che Giuseppe ‘Pippo’ Gennuso, coinvolto nella vicenda Cga, è un “impresentabile” che ha sostenuto la candidatura a presidente della Regione di Nello Musumeci ha ragione da vendere!) e con il quasi 52% di siciliani che non è andato a votare.

Morale: i grillini non sono riusciti a vincere. Ha vinto il centrodestra di Musumeci, cioè la vecchia politica-politicante siciliana. E il ‘trappolone’ finanziario che la stessa vecchia politica aveva preparato per i grillini è scattato, invece, per il Governo Musumeci.

Così oggi – lo ribadiamo ancora una volta – assistiamo al paradosso del Comune di Palermo, amministrato dal centrosinistra, al quale il Governo nazionale di centrosinistra, prima di andare via, ha erogato 450 milioni di euro per appalti ferroviari; un’altra barca di soldi il Governo nazionale uscente di centrosinistra li ha stanziati per gli eterni appalti ferroviari di Catania (che era amministrata dal centrosinistra dove il candidato di centrosinistra, Enzo Bianco, ha sì perso, ma dove il testimone è passato a un altro esponente della vecchia politica siciliana: Salvo Pogliese di centrodestra).

In più, in alcuni Comuni dell’Isola, si registra un altro paradosso: mancano persino i soldi per pagare le retribuzioni ai dipendenti comunali, ma si pagano un sacco di soldi con la tecnica dei debiti fuori bilancio (ma una bella inchiesta quando arriva per porre fine a questa incredibile storia?) e si affidano all’esterno servizi che potrebbero essere svolti in economia dagli stessi Comuni!

C’è anche – almeno in alcuni casi – il paradosso di alcune ex Province che non hanno i soldi per pagare gli stipendi, ma hanno pronti ‘barcate’ di soldi per investimenti!

In questo momento il Parlamento siciliano è chiuso. Il presidente Musumeci e l’assessore all’Economia, Gaetano Armao, aspettano dal Governo nazionale il consenso per indebitare la Regione siciliana per pagare le spese correnti!

Sì, avete letto benissimo: per pagare stipendi e retribuzioni varie la Regione siciliana ha già contratto un mutuo di un miliardo e 600 milioni di euro. E questa è già un’assurdità! Ora Musumeci & Armao aspettano l’autorizzazione del Governo nazionale per far contrarre alla Regione siciliana un secondo mutuo di oltre 500 milioni di euro: una follia totale!

I grillini (e non la Lega di Salvini, che fa parte della vecchia politica) si dovrebbero ricordare che il ‘trappolone’ finanziario siciliano era stato ‘confezionato’ per loro: e questo è già di per sé il motivo politico per il quale devono dire un “No” grande quanto una casa all’indebitamento di ulteriori 500 milioni di euro e rotti sulla pelle dei cittadini siciliani.

Anche perché la vecchia politica siciliana userebbe buona parte di questa somma per organizzare clientele la campagna elettorale per le elezioni europee di maggio.

Il Governo nazionale, o meglio, i grillini del Governo nazionale debbono opporsi. Cambino le leggi, si ‘smontino’ i grandi appalti ferroviari di Palermo e di Catania, trovando lì i 250 milioni di euro per fronteggiare il ‘buco’ del Bilancio regionale. Invitando i Comuni siciliani a eliminare gli sprechi, con riferimento soprattutto ai debiti fuori bilancio, che sono scandalosi, e agli affidamenti di servizi a soggetti esterni alle rispettive amministrazioni.

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