Ars: che hanno in testa Gianfranco Miccichè, Nello Musumeci e Raffaele Lombardo?

I fatti ci stanno dando ragione, a giudicare dallo strano caos che in queste ore va in scena in Assemblea regionale siciliana. Come i nostri lettori avranno intuito, in questi giorni non stiamo dando molto peso ai lavori di Sala d’Ercole. Per un motivo semplice: perché fino a quando non si chiarirà la storia del secondo mutuo da oltre 500 milioni di euro – che noi ci auguriamo venga bloccato dal Governo nazionale – in Aula, come si direbbe in Sicilia, ammuttano fumu c’a stanga e cogghinu acqua cu ‘u panaru…

Però, nel pomeriggio di oggi abbiamo ‘naschiato’ un paio di cose nuove e, come già accennato, in alcuni passaggi d’Aula anche un po’ strane.

Intanto l’enfasi su una non-notizia: parliamo delle sceneggiata sull’articolo 7 ‘bocciato’ con il ricorso al voto segreto. Contrariamente a come vogliono fare credere, si tratta di un articolo pleonastico, inutile, gettato nell’agone parlamentare probabilmente per distrarre l’attenzione.

Non è vero, infatti, che per ‘spalmare’ in trent’anni il disavanzo di un miliardo e 600 milioni di euro bisogna appostare, con una norma, 53 milioni di euro nel fondo rischi: esiste già una norma nazionale e il resto delle chiacchiere sono, per l’appunto, chiacchiere. 

La cosa strana è l’atteggiamento d’Aula della presidenza dell’Ars, cioè del presidente Gianfranco Miccichè. Seguendo, anche distrattamente, i lavori parlamentari non si può non notare la pressoché assoluta mancanza di ‘fretta’ da parte della presidenza del Parlamento, che lascia passare come ‘treni’ le richieste di voti segreti: quasi un modo per perdere tempo.

Quale sia il ‘gioco’ o, se si preferisce, le parti che gli ‘attori’ di questo passaggio parlamentare stanno recitando non è semplice da decifrare. Anche perché, nel caso ad esempio di Miccichè e di qualche esponente del PD e di alcuni parlamentari grillini, si tratta comunque di soggetti con la ‘coda lunga’: una coda che sembra andare al di là di una Finanziaria 2019: legge che, senza il “sì” del Governo nazionale a quello che si configura, nei fatti, come un nuovo mutuo da oltre 500 milioni di euro, rischia di non risultare politicamente gestibile.

Tutte le altre cose – anche quelle che sembrano serie, come i discussi 84 milioni per l’IRFIS – passano in secondo piano. Anche il “No” del vice presidente della Regione e assessore all’Economia, Gaetano Armao, al secondo mese di esercizio provvisorio sembra un capriccio dettato dalla stizza, se non altro perché arrivare al 15 febbraio senza il nuovo mutuo da 500 milioni di euro significa che l’esercizio provvisorio per febbraio è già nelle cose.

Non è molto comprensibile nemmeno l’atteggiamento dei parlamentari grillini, che offrono una ‘sponda’ a un presidente Nello Musumeci senza una maggioranza, a patto che molli Forza Italia. Con un centrodestra per ora vincente in Italia (anche se non certo per meriti di Forza Italia), spaccare lo stesso centrodestra non sembra una via percorribile. A meno che…

A meno che, in tutta questa storia, come già accennato, non ci siano ‘variabili’ ancora poco chiare. Miccichè, ad esempio, è abbastanza isolato in Forza Italia e ha già alle spalle giravolte imprevedibili: come quando, ai tempi del Governo di Raffaele Lombardo, spaccò il centrodestra, favorendo l’accordo con il PD di Antonello Cracolici e Giuseppe Lumia e con Confindustria di Antonello Montante. 

Concludendo, da Miccichè c’è da aspettarsi di tutto, anche perché è ormai all’ultimo giro, e dubitiamo che si diverta a creare problemi in Aula al Governo Musumeci per rischiare di andare a casa. Questi soggetti – Miccichè, Raffaele Lombardo (che è sempre della partita), lo stesso Musumeci non si spaventano certo a combinare qualche svolta…

Detto questo, per i grillini è un rischio, perché un conto è trattare con Musumeci, mentre altra e ben diversa cosa è portarsi dietro anche altri soggetti che continuerebbero a manovrare nell’ombra.

Vero è che alcuni esponenti del Movimento 5 Stelle sono alla seconda legislatura e vorrebbero ‘acchiappare’ qualcosa o aggrapparsi qua e là: ma con certi soggetti, di solito, c’è più da perdere che da guadagnare…

In tutto questo, anche se dal Governo nazionale arriverà il “sì” per il sostanziale mutuo di altri 500 milioni (un eventuale consenso non gratuito, ormai questo è chiaro) ci sarà sempre poco da studiare, perché le risorse finanziarie saranno sempre poche e sempre meno in prospettiva. Lo stillicidio, per Regione, Comuni ed ex Province siciliane è ormai nelle cose.

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