‘RACALMUTO RIPARTE’ con Salvatore Petrotto sindaco: largo ai giovani ed alle imprese che creano lavoro

‘RACALMUTO RIPARTE’ non è uno slogan, ma sono due semplici parole che racchiudono la nostra prorompente voglia, quella di rilanciare un paese che è stato ammorbato ed anestetizzato da coloro i quali hanno fatto morire tutte quante le attività imprenditoriali del paese di Sciascia, schiacciate sotto il peso di una serie di tributi locali, primo su tutti la tassa sui rifiuti, le cui tariffe ed importi, negli ultimi 7 anni, sono stati il quadruplo rispetto alla media nazionale. Il tutto è avvenuto, come è noto anche alle Autorità Giudiziarie, in maniera illegale ed ingiustificata. Non è un caso che quando ho annunciato la mia disponibilità a ricandidarmi a sindaco ho sottolineato che voglio essere anche l’avvocato di tutti i Racalmutesi, per difendere i loro legittimi interessi, contro ogni sopruso perpetrato nei loro confronti dalla mala burocrazia e dalla cattiva politica che, in questi ultimi anni, ha spadroneggiato dentro il Comune di Racalmuto.

Vogliamo ripartire dalla rivitalizzazione della zona industriale favorendo, attraverso agevolazioni e contributi pubblici a fondo perduto, la creazione di una serie di aziende in grado di trasformare in ricchezza, tutto ciò che finora ci ha fatto terribilmente impoverire. Penso al riciclo dei rifiuti differenziati che oggi rappresentano solo un insopportabile costo per famiglie ed imprese, ma che attraverso quella che comunemente viene definita economia circolare, possono e devono diventare un’occasione di sviluppo ed occupazione. Penso ancora alla riapertura delle miniere di sali potassici e di kainite, di cui è ricchissimo il nostro sottosuolo e quello di Realmonte. Possiamo infatti produrre fertilizzanti per l’agricoltura, vendendoli a basso costo, semplicemente utilizzando le ricchezze del nostro sottosuolo, anche per ulteriori usi industriali. In tal modo si potranno creare non meno di un migliaio di posti di lavoro, più l’indotto. In una prima fase basta solo sbloccare l’iter procedurale avviato dall’azienda ITALKALI

(la stessa società che gestisce la miniera e la raffineria di sale minerale a Racalmuto) che, qualche anno fa, aveva presentato alla Regione Sicilia un progetto industriale per sfruttare il bacino di Realmonte.

A ciò bisogna aggiungere che è necessario puntare anche sulle recenti innovazioni tecnologiche della cosiddetta ‘Industria 4.O’, possibilmente di concerto con il locale Istituto Professionale ‘E. Fermi’, al fine di cogliere una serie di opportunità offerte dalla Regione, dallo Stato e dall’Unione Europea, per intercettare delle linee di finanziamento destinati per alcuni settori strategici, quali quello della produzione dell’energia da fonti rinnovabili o della robotica.

Un discorso a parte merita l’agricoltura, del tutto trascurata, a causa di un totale disinteresse della classe politica locale, distratta dalle solite beghe di parte o di partito. Anche in questo caso una politica di sostegno alle imprese agricole è quanto mai indispensabile per evitare di fare scomparire l’intero comparto a causa dei prezzi di vendita dei prodotti agricoli assolutamente irrisori. Basti solo pensare a quanto si vende il frumento al chilo per farci un’idea di come si uccide l’intero comparto agricolo. Si vende a 17 centesimi al chilo quando per produrlo ne occorrono oltre 30!

Per sostenere l’economia locale che è fatta anche di una rete di esercizi commerciali, anche questi abbandonati al loro triste destino, è necessario chiaramente partire dalla rivitalizzazione non solo del centro storico, ma dell’intero tessuto urbano cittadino. Bisogna sistemare e ritornare a rendere fruibili le strutture pubbliche abbandonate a sé stesse e che versano in un assoluto e totale degrado. Ci riferiamo, ad esempio, al Palazzetto dello Sport, chiuso da anni, ad uno stadio che necessita di inevitabili adeguamenti strutturali ed il cui terreno di gioco deve essere pavimentato con l’erbetta sintetica. Riguardo alla vicenda della piscina comunale che si trova all’interno del parco di via Filippo Villa, non possiamo che stendere un velo pietoso, visto che sembra di avere a che fare con la tela di Penelope. Il tutto per responsabilità di chi finora, malgrado i lavori di completamento pare che siano stati ultimati, non ha voluto pubblicare alcun bando per affidarla in gestione. Altri capitoli, assolutamente vergognosi, sono quelli relativi alla chiusura dell’asilo nido comunale

e dell’Ottocentesco teatro ‘Regina Margherita’. Un’altra ferita da rimarginare è quella della Fondazione Sciascia, scambiata da qualcuno per una centrale d’affari, per fare business in maniera opaca. Ci riferiamo ai soliti ‘ragazzi di Regalpetra’ che con loro vuota presunzione di essere i depositari di chissà quale arcano disegno, hanno tentato di saccheggiare anche una delle più prestigiose istituzioni culturali della Sicilia. Il sindaco uscente, ma anche coloro i quali sino ad alcuni mesi fa lo hanno sostenuto e che oggi si propongono, in maniera del tutto strumentale e trasformistica, come possibile alternativa, da 5 anni a questa parte, non solo hanno scambiato la Fondazione Sciascia come una sorta di preda da spolpare, ma non sono riusciti a rendere accessibili e fruibili tutte quante le più importanti strutture pubbliche e ad assicurare dei fondamentali servizi ai cittadini. Si pensi che oltre a chiudere i battenti dell’asilo nido comunale, del teatro ‘Regina Margherita’, del Palazzetto dello Sport, ed a non riuscire ad aprire al pubblico la piscina comunale, non sono neanche riusciti ad utilizzare 2 milioni e mezzo di euro di finanziamenti europei, soldi che erano destinati per il recupero di un’intera ala del Castello Chiaramontano. Hanno soltanto ridotto alla paralisi un intero paese. Per non parlare della viabilità urbana e di quella rurale e dell’interruzione, di fatto, delle vie di collegamento con Milena e Montedoro, ridotte ad una miriade di cumuli di macerie. In 5 anni abbiamo sopportato scaffe e pericoli a mai finire, mentre i fondi di compensazione dell’ANAS sono stati utilizzati per mettere un ciotolato, di scarsa qualità, davanti al municipio ed alla posta, chiudendo al transito un importante arteria e creando enormi disagi ai cittadini ed ai commercianti. Od ancora perché hanno tolto la fontana di piazza Crispi, cancellando un pezzo di storia del paese? Hanno cambiato i connotati del centro cittadino, mettendo al posto della fontana un cappio e la gogna! A chi è venuta questa brillante idea di traformare Racalmuto in una sorta di paese da mettere alla gogna? Solo agli sgoccioli della legislatura, per motivi squisitamente elettoralistici, con la faccia tosta che si ritrovano, adesso lanciano gli ennesimi ed inutili proclami, annunciando che aggiusteranno tutto quanto. Per intanto hanno sfasciato tutto quello che è stato possibile sfasciare, creando solo disagi, disservizi ed impoverendo gli operatori commerciali. Come è noto a chi ci ha provato, per una semplice autorizzazione, per organizzare un’iniziativa o dei piccoli spettacoli per intrattenere la clientela, con un po’ di musica o qualche cantante, gli hanno messo montagne davanti! Le scuse per impedire qualsiasi attività ludico-ricreativa erano del tipo che bisogna dotarsi di costosissimi servizi di vigilanza ed affrontare spese davvero proibitive ed impossibili per organizzare una semplicissima serata. Della serie che a Racalmuto è stato vietato divertirsi, ed è stata sistematicamente danneggiata l’economia locale.

Altra pagina dolorosa è quella dei lavoratori precari, metà dei quali godono di un contratto che ho stipulato nel 2007, contro la volontà di qualche burocrate e di qualche ex candidato a sindaco, che pubblicamente ed in maniera plateale, nella sua allora veste di revisore dei conti, si opponeva in maniera assai energica. Oggi i suoi amici più stretti e fidati sono in giunta con il sindaco uscente, malgrado abbiano perso le ultime elezioni e si ripropongono per perpetrare ulteriori soverchierie nei confronti dei lavoratori con contratto e contro quelli senza contratto, fomentando tra di loro la solita guerra tra poveri. E’ chiaro a tutti che questi lavoratori, alcuni quasi in età da pensione, hanno diritto ad essere messi tutti quanti sullo stesso piano; le condizioni economiche per farlo ci sono, se solo si mette seriamente mano al bilancio del Comune, tagliando quel milione di euro in più che attualmente si spende per favorire la lobby dei rifiuti.

Ecco perché Racalmuto è diventato un paese morto!

I responsabili in questi ultimi anni di questo sfascio gestionale, della desertificazione di un intero territorio, della conseguente grave crisi edilizia e del mercato immobiliare e della fuga in cerca di lavoro, in Nord Italia od all’Estero, di circa duemila Racalmutesi, stanno adesso tentando di riorganizzarsi, per affossare ulteriormente ed in maniera definitiva il nostro paese. Dobbiamo a tutti i costi impedirglielo, in maniera democratica, col voto del 28 aprile. Le responsabilità di questa terribile crisi socio-economica in cui è stato cacciato in modo cinico ed opportunistico il nostro amato paese, ricadono sicuramente sui 15 consiglieri uscenti, oltre che sugli operatori politici che hanno determinato, dall’esterno, come una sorta di ‘pupari’, queste politiche fatte di lacrime e sangue. Mentre tutti quanti i cittadini di Racalmuto siamo stati costretti a sorbirci i loro volgari ricatti ed i loro inciuci. Tutto quanto era ed è finalizzato a sostenere delle giunte fatte di quaqquaraquà che si sono

sistematicamente piegate al cospetto di vere e proprie associazioni a delinquere, che si occupano di gestione dei servizi pubblici locali, oggi tutte quante sotto processo ad Agrigento ed a Caltanissetta. Per una misera poltroncina di assessore o per qualche piccolo ed indicibile interesse personale, ci hanno svenduti tutti quanti, imponendoci un’ingiustificata ed illegale tassazione che, tra bollette sui rifiuti, acqua ed IMU, come è noto, rappresentano un salasso di non meno di 3 mila euro l’anno a famiglia: almeno il quadruplo di quanto è giusto pagare! Senza contare le ulteriori imposizioni fiscali sulle seconde case e sulle case di campagna, con i relativi recuperi coattivi per gli anni precedenti. Ecco perché bisogna dare un calcio in culo a tutta questa gente che ha sostenuto i componenti di una lobby di Confindustria Sicilia, oggi tutta quanta alla sbarra e sotto processo, e contro la quale il sottoscritto è costituito parte civile. Prima si spazzano via questi complici di un sistema di potere corrotto, che ci ha succhiato fino all’ultima goccia del nostro povero sangue, e meglio è! Solo allora potremmo procedere al recupero di quanto fin qui ci hanno derubato, in modo particolare attraverso l’illegale gestione di acqua i rifiuti. E’ indispensabile avviare un nuovo corso, col coinvolgimento di una classe politica rinnovata e non compromessa con questo sistema di potere, peraltro tutto quanto sotto processo. Solo così potremo attuare i nostri programmi di sviluppo economico, liberi dai condizionamenti che fin qui hanno esercitato gli attuali rappresentanti di un’intera classe politica racalmutese che non ha esitato un istante, quando si è trattato di infierire e di tartassarci tutti quanti in maniera indiscriminata ed anche in modo illegale, in cambio di prebende, protezioni ed impunità, peraltro emerse in varie sedi giudiziarie.

Salvatore Petrotto

Candidato sindaco di Racalmuto