Strade siciliane: deve fare tutto Toninelli. Ma Musumeci perché non si dimette?

In poco più di un anno il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, e l’assessore Marco Falcone, sulle strade e sulle autostrade della nostra Isola hanno detto tutto e il contrario di tutto. Prima volevano abolire il CAS e consegnare tutto ad ANAS; poi hanno polemizzato con ANAS e hanno rivalutato il CAS. Adesso vogliono i soldi da Roma per le strade provinciali e vogliono ‘vigilare’ sull’ANAS. La verità è che sono solo inadeguati e che si dovrebbero dimettere per manifesta incapacità politica e amministrativa

E’ di qualche giorno fa la visita in Sicilia del Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli. Sono arrivati nella nostra Isola per lanciare un messaggio politico preciso: la strada Caltanissetta-Agrigento è una priorità, mentre i miliardi di euro da spendere per un’opera – la TAV – che verrà completata, bene che vada, fra vent’anni non sono affatto una priorità.

Rispetto ai passati Governi nazionali di centrosinistra che hanno scippato alla Regione siciliana un sacco di soldi (si pensi ai ‘Patti scellerati’ tra Matteo Renzi e Rosario Crocetta) – e rispetto ai fondi europei che gli stessi Governi nazionali di centrosinistra hanno rubato alle Regioni del Sud – il cambiamento è epocale (QUI UN NOSTRO ARTICOLO).

Per la prima volta dopo la fine della cosiddetta Prima Repubblica – unico periodo della storia repubblicana italiana in cui si è fatto qualcosa per il Sud Italia e unico periodo della storia repubblicana in cui il divario tra Nord e Sud si è un po’ ridotto – un Governo nazionale non ha annunciato, ma sta facendo qualcosa di concreto per la Sicilia.

E’ importante sottolineare un aspetto. Dal 2009 alla fine del 2017 le grandi opere pubbliche appaltate in Sicilia non sono mancate. Ma non sono servite per realizzare infrastrutture – infatti non c’è una sola opera completata – ma per consentire ad alcuni grandi gruppi economici e imprenditoriali riconducibili al centrosinistra di accaparrarsi le opere.

In Sicilia, dal 2009 al dicembre del 2017, è arrivato, sulla carta, un fiume impressionante di denaro pubblico.

Pensate al Passante ferroviario di Palermo (costato fino ad oggi un miliardo e 200 milioni di euro).

Pensate alla strada Caltanissetta-Agrigento (LEGGETE GLI ARTICOLI CHE ALLEGHIAMO ALLA FINE DI QUESTO ARTICOLO).

Pensate alla strada Palermo-Agrigento.

Pensate alla sarabanda di appalti ferroviari a Catania.

Pensate alla sarabanda di appalti ferroviari a Palermo e al grande scandalo dei parcheggi di Palermo. 

Ora, a parte i 15 Km di Tram di Palermo – costati peraltro 320 milioni di euro, una somma enorme, oltre 20 milioni di euro al Km per un tracciato senza gallerie! – non c’è una sola opera completata.

La cosa incredibile è che il gruppo CMC – individuato in Sicilia per le grandi opere – è piombato nella nostra Isola affidando ad aziende locali i lavori: aziende che non sono state pagate.

Qual è stato in Sicilia il ruolo della CMC? Non si capisce. L’unica cosa che si capisce è che le grandi opere pubbliche della Sicilia e, in parte, del Sud, sono state consegnate a questo gruppo.

E’ la stessa logica delle banche: hanno distrutto il sistema creditizio del Sud per consegnarlo alle banche del Centro Nord Italia. Erano rimaste le banche di credito cooperativo: ma il Governo Renzi ha operato, ai danni del Sud, anche quest’ultimo scippo, consegnando anche queste piccole banche locali al banche del Nord.

E la cosa incredibile è che, nel Sud, ci sono ancora persone che votano PD! Cioè che votano un partito che tratta i cittadini del Sud come ‘schiavi’ da sfruttare!

L’ultima puntata di questa avventura coloniale del Sud l’abbiamo qui in Sicilia con l’inutile e grottesco Governo regionale di Nello Musumeci. E il tema è proprio quello delle strade.

Nel giro di un anno Musumeci e l’assessore alle Infrastrutture, Marco Falcone, sono riusciti a dire tutto e il contrario di tutto.

Dopo pochi mesi dal loro insediamento hanno detto che avrebbero chiuso il CAS, il Consorzio Autostrade siciliane che fa capo alla Regione per consegnare tutto all’ANAS (QUI UN NOSTRO ARTICOLO). Scelta che noi dei I Nuovi Vespri abbiamo contestato.

Poi Musumeci e Falcone ci hanno ripensato e hanno detto che no, il CAS va valorizzato.

Contemporaneamente una pioggia di comunicati stampa, negli ultimi sei mesi, ha annunciato – a quanto pare solo annunciato, però – interventi nelle strade provinciali. Noi abbiamo contato almeno una trentina di comunicati della presidenza della Regione per interventi sulle strade provinciali, tutti con i fondi europei della programmazione 2014-2020. Per carità, tutto corretto.

Ieri, però, sul Giornale di Sicilia on line, abbiamo letto una dichiarazione del presidente Musumeci che definire incredibile è poco. Apprendiamo, così, che deve essere il Ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli ad affrontare la questione delle strade provinciali della Sicilia abbandonate. Musumeci chiede la nomina di commissario “con poteri straordinari: e chiede, soprattutto, i soldi.

Musumeci e Falcone, sempre sul Giornale di Sicilia, si prendono i meriti del riavvio dei lavori sulla Caltanissetta-Agrigento. E per avallare le loro tragicomiche dichiarazioni si appoggiano alla testimonianza di esponenti di una Chiesa cattolica sempre più screditata: quella Chiesa cattolica che, ancora una volta, è tornata ad attaccare il Reddito di cittadinanza, giusto per far capire – per chi avesse ancora qualche dubbio – quale sia, oggi, il vero atteggiamento di Santa Madre Chiesa verso gli ultimi!

Del resto, proprio in Sicilia, da una Chiesa che ha licenziato i lavoratori – vedi il ‘caso’ dell’Opera Pia ‘Cardinale Ernesto Ruffini’ di Palermo – cosa c’è da aspettarsi di diverso?

Incredibile la dichiarazione dell’assessore Falcone:

“Ringraziamo il presidente Conte e il ministro Toninelli per la presenza, ma ci domandiamo quale soluzione, in primo luogo, verrà in concreto messa in atto per pagare le imprese creditrici di CMC? In secondo luogo, quale soluzione per accelerare i lavori e farli ripartire a pieno regime?”.

Anche noi c’eravamo quando i Governi nazionale e regionale di centrosinistra accoglievano a braccia aperte la CMC in Sicilia. E c’era anche l’assessore Falcone, che allora era deputato dell’Assemblea regionale siciliana. Ma non ci risulta che, nella passata legislatura – soprattutto nella fase finale della legislatura, quando si capiva cosa stava per succedere nei cantieri siciliani targati CMC – Falcone abbia aperto bocca.

Oggi l’assessore si ‘svuccazzia’ a destra e a manca. Ma cosa ci vuole fare credere Falcone? Dov’era lui quando la CMC e i protettori politici di questo gruppo facevano il bello e il cattivo tempo in Sicilia?

E mentre si prendono i meriti dei cantieri riaperti, presidente della Regione e assessore chiedono a Roma i soldi per le strade provinciali siciliane abbandonate. Ma Musumeci e Falcone, nella passata legislatura, quando il Governo nazionale di centrosinistra svuotava le ‘casse’ delle ex Province siciliane dov’erano? Sulla luna?

Non ricordiamo, da parte di questi due signori, una sola dichiarazione contro gli scippi di fondi alla Regione e alle ex Province. Allora stavano zitti. Oggi parlano e pretendono.

Noi ci chiediamo e chiediamo agli esponenti del Governo nazionale: si può sapere perché vi ostinate a discutere con Musumeci e compagni? Lo volete capire o no che l’unico aiuto concreto che oggi il Governo nazionale può dare alla Sicilia consiste nel liberarla da questo Governo regionale di arroganti e presuntuosi?

Proprio in queste ore, mentre il Governo nazionale – mettendosi contro i poteri forti – sta provando a cercare una sponda con la Cina (COME POTETE LEGGERE QUI), gli esponenti di centrosinistra e centrodestra chiedono al Governo di riferire in Parlamento sui rapporti con la Cina.

Quando l’Unione Europea ha impedito all’attuale Governo nazionale di ottenere lo stesso indebitamento che era stato concesso al Governo Renzi, ebbene, gli esponenti di centrosinistra e di centrodestra, invece di sostenere l’Italia, sostenevano l’Unione Europea dell’euro. Oggi che l’attuale Governo sta cercando una sponda con la Cina, centrodestra e centrosinistra, servili fino all’inverosimile, si sono schierati compatti con gli USA.

Però lo stesso Governo nazionale che contrastano gli dovrebbe dare i soldi ai governi locali: per esempio alla Sicilia per le strade provinciali. 

Per la cronaca, l’assessore Falcone, che oggi chiede i soldi all’attuale Governo nazionale è lo stesso che, nel gennaio del 2018, ha partecipato alla riunione del Consiglio dei Ministri presieduto da Paolo Gentiloni – in sostituzione del presidente Musumeci – quando il Governo nazionale, in applicazione del secondo ‘Patto scellerato’ Renzi-Crocetta, ha scippato alla Regione 800 milioni di euro di IVA.

In quell’occasione Falcone non ha proferito parola. E tacevano anche Musumeci e il vice presidente della Regione, Gaetano Armao…

Possiamo dare un consiglio al Governo nazionale? Liberate la Sicilia da questa gente che, oltre ad aver distrutto la Regione e, in generale, la cosa pubblica, ci ha anche regalato la vergogna del Muos di Niscemi. 

Liberateci da questi signori: è l’unica cosa, questa, di cui la Sicilia oggi ha veramente bisogno!

Foto tratta da lasicilia.it

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