Montante: Fava, c’era governo parallelo dell’antimafia di potere

(ANSA) – PALERMO, 19 MAR – “Dai nostri accertamenti è venuta fuori l’esistenza di un governo parallelo che per anni ha occupato militarmente le istituzioni regionali e ha spostato fuori dalla politica i luoghi decisionali sulla spesa”. Lo dice il presidente dell’antimafia regionale Claudio Fava illustrando ai giornalisti la relazione approvata all’unanimità dalla commissione sul cosiddetto Sistema Montante. “Abbiamo assistito per anni a una privatizzazione della funzione politica che ha trovato un salvacondotto in una presunta lotta alla mafia. Parlo di sistema non a caso – ha aggiunto Fava – perché si è andati avanti grazie alla benevolenza, alla complicità e alla solidarietà di personaggi appartenenti ai settori più diversi: da quelli istituzionali, a quelli delle professioni. Un sistema con una sua coesione che si è auto protetto”.

Il Governo Crocetta e i suoi fidati assessori erano, con tutti i collaboratori più stretti, a disposizione del sistema

“L’ex senatore Beppe Lumia era un elemento di questo governo parallelo delle istituzioni” ha detto il presidente dell’Antimafia regionale presentando le conclusioni a cui è giunta l’indagine della commissione

Sistema Montante era un governo parallelo e gestiva la spesa regionale’, le conclusioni dell’inchiesta dell’antimafia regionale

 Dunque, per molti anni, secondo Fava e’ esistito un governo parallelo, che ha occupato ‘militarmente’ le istituzioni regionali e che ha spostato i luoghi della decisione e di indirizzo politico della spesa”. Lo ha detto il presidente della commissione Antimafia dell’Ars, Claudio Fava, presentando la relazione finale dell’organismo parlamentare regionale sul cosiddetto ‘Sistema Montante’, ex presidente di Confindustria Sicilia sotto indagine da parte della Procura di Caltanissetta. “Tutto questo – ha aggiunto Fava – utilizzando la lotta alla mafia come salvancondotto, la chiave che avrebbe dovuto spalancare ogni porta. Una antimafia dei padroni e degli affari”. Secondo Fava ci sarebbe stato “un ‘golpe’ sotto il profilo democratico, ovvero una diminuzione della funzione della politica”. E ancora: “Siamo di fronte a un sistema che non riguarda solo Montante, un sistema a cui tanti hanno dato benevolenza e complicita’. Un sistema che e’ stato protetto e questa protezione ha attraversato tutti i livelli istituzionali, fino ai punti piu’ apicali”.

“Il ruolo dell’allora presidente della Regione Rosario Crocetta nel sistema Montante? La sensazione e’ che fosse piu’ un esecutore di progetti che andavano oltre il suo governo”.

Cosi’ il presidente della commissione Antimafia dell’Ars, Claudio Fava, rispondendo a una domanda nel corso della conferenza stampa di presentazione della relazione finale dell’organismo parlamentare regionale sulla vicenda che riguarda l’ex numero uno di Confindustria Sicilia, attualmente sotto indagine a Caltanissetta. Secondo Fava “Crocetta serviva a controllare tutto cio’ che poteva essere controllato sotto il profilo politico e amministrativo”.

Il cosiddetto ‘sistema Montante era “un governo parallelo che ha interferito a lungo sugli indirizzi politici, sui processi di spesa e sulle scelte amministrative” della Regione Siciliana. Lo ha detto il presidente della commissione Antimafia dell’Assemble. Secondo Fava “un sistema che decideva anche sulle carriere dei dirigenti: chi stava nel cerchio magico veniva premiato – ha raccontato – e chi non ci stava andava cacciato via”. Il presidente dell’Antimafia siciliana ha poi aggiunto: “C’e’ stato, in senso figurato, un piccolo ‘golpe’ che ha svuotato la Regione delle proprie funzioni per lungo tempo e che ha determinati gravi danni dal punto di vista della spesa e della democrazia, che da questa esperienza ne esce fortemente umiliata”

“Uno degli “strumenti” utilizzati dal “sistema di potere: antimafia utilizzata come una clava”. Il presidente della commissione Antimafia dell’Ars, Claudio Fava: “l’antimafia veniva utilizzata come un salvacondotto, ma anche come un modo per dire: ‘chi critica e’ amico dei mafiosi’. Una antimafia – ha concluso Fava parlando con i cronisti presenti a Palazzo dei Normanni – da padroni piuttosto che una antimafia sociale”

Fonte: il Fatto Nisseno

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