Il potere , le sorti della città e la teoria della raggera

Nel febbraio del 2018 abbiamo pubblicato l’articolo :Castelvetrano: l’economia , la mafia, la politica e il metodo della “raggera” ispirato da chi? Lo riproponiamo 

Dopo l’ultima operazione denominata Artemisia, continuiamo a parlare di sistema di potere sulla città. Potere a forma di “raggera” e che, da moltissimi anni gestisce il controllo economico del territorio? Lo riproponiamo ai lettori

Massoneria, mafia, politica, burocrazia e imprenditori tutti assoggettati al cerchione magico ? Un cerchione con tanti raggi che riesce sempre a girare in tutte le stagioni ?

E il perno è sempre presente? Chi capisce di economia sa bene che per gestire molto denaro e tanti affari , ci vogliono gente con “le scole alte”. Non basta solo essere sperti mafiosi o massoni con la puzza al naso, per riuscire a coprire grossi affari. Chi sa sfruttare tutto non si fa notare. non cerca visibilità. Il fallimento del comune dovrebbe avere tanti responsabili : li sapremo? Il prossimo sindaco avrà da spendere molto poco. saranno più gli oneri che gli onori Eppure, oltre alla coalizione della continuità che si è estinta sotto i colpi della magistratura, tanti vecchi politici che sono stati vicini al potere ,girano ancora per candidarsi. Alcuni continuano a girare come le oche nel giardino, in cerca di riparo o di qualcosa da beccare. Si sentono furbi? O non hanno avuto ancora pizzulati dalla magistratura e quindi , forti. Probabilmente qualcuno sa che il comune è un ente che , oltre ad erogare servizi, rilascia concessioni e licenze e può presentare progetti per i bandi milionari della Comunità europea. Gli investigatori dovrebbero leggere gli atti amministrativi del comune di Castelvetrano dai tempi del PRG del 1994 e successive modifiche per avere maggiore contezza . Un’attenta ricostruzione documentale farebbe capire molte cose e non solo del periodo dell’errantismo . Siamo sicuri che dopo la fine della continuità e del progetto: Perricone e dei vari supporters , tutto è finito? Non ci sono più lobby cittadine ? Tutto è stato cancellato? Il dubbio deve rimanere . Chi conosce bene la storia del Palazzo comunale, conosce bene la storia del suo potere e di chi lo ha esercitato . A Cesare quel che di Cesare, altrimenti la giustizia non si compie. Leggere le carte per capire  chi ha avuto davvero  tanto potere . Leggere i documenti, le delibere e sapere chi, da molti anni a vario titolo ha goduto spesso di consulenze, incarichi importanti e con tanti soldi a corredo. Leggendo le carte, si conoscono nomi e cognomi di chi ha guadagnato molti soldi. Sistema che ha funzionato attraverso la politica e la burocrazia che ha firmato progetti e definito scelte urbanistiche , spesso assurde e forse speculative. Anche nella sentenza Greco del Tribunale di Marsala si parla del rilascio di molte licenze e autorizzazioni, per opere anche private e realizzate con decine di milioni di Euro di spesa. La Giustizia deve fare il suo corso . Nelle aule di Tribunale ci auguriamo che trionfi la verità. Ma è giustizia vera e trionferà in questa città, se veramente riuscirà a colpire, oltre ai politici che hanno commesso reati ,anche il sistema che li ha portati al potere , nonostante i cambi di stagione. Se non si va in profondità, il cancro affaristico-mafioso, prima o poi ritorna. Un caso che è rimasto” misterioso” è quello della Saiseb. Un contenzioso nato ne 1994 con una società,  ritenuta sotto  l’interesse,( dimostrato dalle indagini), di  Angelo Siino , definito  il ministro di “Cosa Nostra” e a cui il comune ,nel 2012, dopo una serie di peripezie legali tutte da comprendere, è stato costretto a pagare, dopo 20 anni,   quasi quattro milioni di euro . Un danno enorme per la città che si ritrova ad avere un depuratore a Selinunte che fa solo schifo e le fogne strapagate degne del medioevo. Di strani contenziosi, tutti regolarmente persi, il comune  di Castelvetrano,negli ultimi 20 anni , ne ha collezionati parecchi. Basta solo leggere le carte per averne contezza

 

 

 La teoria della “raggera

Cercare di capire il tessuto economico di un territorio dove, spesso, politica, mafia e potentati economici sono andati a braccetto non è cosa semplice. E’ necessario sapere  molto di economia, conoscere bene il territorio  e studiare molte carte ,con l’obiettivo di poter capire  come funzionano i gangli vitali di questo losco e arrogante sistema dove tutto deve passare da una rete molto ben costruita e controllata.  Chi non conosce bene certi sistemi è facile farlo disorientare. Cercando di semplificare, chiameremo questo metodo “la raggera“. Molti ricorderanno la ruota di bicicletta o motore con i raggi. Immaginate , leggendo questo articolo ,un sistema simile dove, il mozzo contiene la parte del potere,  tutti i raggi sono i collegamenti con il territorio e gli interessi economici e tutti insieme fanno girare la ruota che porta soldi solo a pochi e coinvolge solo gli interessati. Già far parte della raggera nel sistema politico- mafioso e istituzionale per qualcuno è un privilegio. Essere nell’area del mozzo un successo. Girare attorno al sistema è permesso solo a chi si fa sfruttare e non rompe i coglioni. La forza di questo geniale apparato porterebbe tanti vantaggi. intanto se qualche raggio si rompe la ruota continua a girare. Ogni “raggio” è autonomo e difficilmente sa la funzione degli altri raggi. L’importante e che il “mozzo ” possa sempre girare ,dalla parte giusta e tenere tutti raggi sotto controllo insieme all’area della ruota. Ogni ricchezza prodotta dal sistema finisce nel canale misterioso

Questo metodo che sicuramente non è stato inventato da Matteo Messina Denaro, crea spazio per tutti gli adepti ma fa arricchiere solo i potenti. Ipotizziamo come potrebbe funzionare. Giochiamo con la fantasia

Nel mozzo ci devono stare gli intelligenti  , dotati di capacità strategiche e che non tradiscono il patto ; sanno esercitare il loro ruolo senza farsi fregare e sanno recitare molto bene.

Il potere in un territorio viene gestito dalla politica, dalle istituzioni. Mafia( o malaffare) e altre organizzazioni più o meno segrete, interessate solo ai soldi sanno che devono agire dietro le quinte

Poi ci sono tutti raggi che devono obbedire: imprenditori, enti locali, professionisti, politici furbi e anche di poco conto . Servono anche gliinfluncer( in siciliano tragidiatura) che prima agivano nei circoli e nei bar del paese, adesso vanno anche  sui social

Pochissimi possono stabilire le sorti della città.

Pochi si muovono per raggiungere gli obiettivi e tanti altri fanno i raggi alla ruota. raggi si rompono li sostituiscono

Tutto questo non è frutto della fantasia:  non c’è nulla su cui scherzare

La ricostruzione di questo metodo è in parte anche in alcune carte di processi fatti contro la mafia locale

Guai a finire senza saperlo in mezzo ai raggi: ti distruggono.

In particolare, a spiegare qualche tratto di questo possibile e  sofisticato sistema e che probabilmente esiste da decenni, ci pensa, forse involontariamente, Giuseppe Grigoli durante il processo a Marsala nel 2010. Lui non poteva fare parte dell’area “mozzo”. Era  solo un raggio forte.

Grigoli ai giudici cerca di spiegare  quel  che sa, ma spesso si confonde. Il metodo che doveva adottare per dare soldi al “mozzo” non lo aveva studiato. Era  tutto suggerito

Grigoli ammette di aver preso ordini da Matteo Messina Denaro fin dal 1991. Durante un incontro tenutosi a Castelvetrano, alla presenza di Filippo Guttadauro. Grigoli prende atto del metodo imposto nel territorio dal boss e probabilmente dai suoi supporter economici.

Grigoli  aveva la terza media ,era ancora un imprenditore piccolo nel settore dei detersivi. Ma in certi ambienti conta essere “spertu”   e affidabile e lui lo era. Ci si poteva fidare fino al livello di raggio. Per lui garantiva Guttadauro. In quel periodo storico occorre ricordare che la mafia insieme a certa politica  del Belice doveva ripulire tanto denaro sporco proveniente dal traffico di droga , dagli appalti truccati e dalle enormi tangenti. In quel periodo ad esempio iniziano i lavori delle fognature di Selinunte finite alla Saiseb. Angelo Siino veniva tutte le settimane a Castelvetrano. Cosa veniva a fare?. Droga e appalti portano montagne di denaro nelle tasche di pochi eMessina Denaro sapeva di chi. Serviva una grande lavatrice e un sistema politico e mafioso che collaborasse. Non si aprono supermercati senza licenza , senza pareri sanitari e tecnici. Non si costruiscono capannoni o strade senza autorizzazioni comunali e senza il consenso di politici e dirigenti. Come dicono i saggi siciliani: “lu venti in chiesa ci voli ma astutari li cannili no”. Un minimo di legalità occorre applicarla. Concessioni, autorizzazioni sanitarie, nulla osta servono a condire il meccanismo. Può sempre  capitare che arriva un “cretino sbirro” o un giornalista stronzo, non prezzolato  e  che non fa parte della raggera e mette le mani in cose non dovute. Grigoli spiega alla sua maniera , nel corso del processo, la tecnica delle vendite e acquisti “fittizi” , una sorta di evoluzione fine delle fatture false. Spiega anche le “regole” dettate da Messina Denaro per la gestione dei grandi affari nel territorio.

Il potere , le sorti della città e la teoria della raggera