Nadia e Caterina, sorelle sotto le bombe

Uno scoppio e poi il silenzio. La fine di una vita, all’improvviso, si misura con una manciata di secondi. Siamo a Firenze, la notte è quella tra il 26 e il 27 maggio 1993. Una Fiat Fiorino carica di 250 chili di tritolo, T4, pentrite e nitroglicerina esplode in via dei Georgofili, provocando il crollo della Torre dei Pulci, sede della famosa e omonima Accademia del capoluogo toscano. L’obiettivo è chiaro: colpire il cuore e l’anima della città bagnata dall’Arno, ovvero il museo degli Uffizi.
In quella notte andranno perse opere d’arte, 48 persone rimarranno ferite e cinque persone perderanno la loro vita. Tra queste, insieme allo studente Dario Capolicchio, anche la famiglia Nencioni: il babbo Fabrizio, la mamma Angela e le due piccole di casa: Nadia e Caterina.
Nadia e Caterina sono sorelle: hanno rispettivamente 9 anni e 50 giorni e il loro legame è forte e acerbo allo stesso tempo. A loro, però, non viene lasciato il tempo di farlo fiorire e diventare forte. Nadia e Caterina sono le vittime collaterali di un attentato mafioso voluto dai vertici di Cosa Nostra subito dopo quelli di Capaci del maggio 1992 e di Via d’Amelio del luglio dello stesso anno.
Dopo 18 anni da quella notte di orrore e terrore che ha lasciato anche un cratere di 4 metri e mezzo nel suolo fiorentino è Gaspare Spatuzza, pentito e collaboratore di giustizia, a parlare in tribunale: “Ho partecipato alla strage di via d’Amelio. Capaci ci appartiene, via d’Amelio ci appartiene… Ma i morti di Firenze e di Milano no. Io sentivo il malessere per la bambina di Firenze. E solo da poco, mi scuso, ho capito che le bambine uccise erano due, Nadia e Caterina. Ora mi inginocchio davanti allo Stato e chiedo perdono”. Chiede perdono, Spatuzza, dopo 250 chili di tritolo, nitroglicerine e pentrite e l’uccisione di Nadia e Caterina.
Oggi il ricordo delle due sorelle è presente e si fa vivo: a Corleone (Palermo) un asilo porta il nome di Nadia e Caterina; a Quarrata (in provincia di Pistoia), nel 2010 è stato inaugurato un giardino in loro nome; alle piccole Nencioni è dedicato un asilo anche a Campi Bisenzio, così come a San Casciano (nella regione del Chianti), dove i nomi di Nadia e Caterina potranno essere letti all’entrata di un nido.
Il ricordo delle due vittime più giovani si fa forte proprio tra i più piccoli, affinché la memoria delle vite spezzate delle sorelle possa mettere radici e crescere. Così come il loro rapporto sarebbe cresciuto nella consapevolezza della presenza dell’altra, allo stesso modo chi studierà in quelle aule e giocherà in quel parco potrà diventare grande nel ricordo di chi non ha potuto.
“Il tramonto si avvicina”, ha scritto Nadia. E continua: “un momento stupendo. Il sole sta andando via (a letto), è già sera tutto è finito”. È, infine, quella poesia oggi a dare il nome all’operazione – Tramonto, appunto – che si spera possa portare in carcere Matteo Messina Denaro, l’ultimo latitante di peso dell’ala stragista di Cosa Nostra.

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