Palermo e Roma a confronto sull’immondizia tra informazione e disinformazione

A Palermo, da un anno, la raccolta dei rifiuti è un disastro. La città è sporca. Le discariche a cielo aperto disseminate per le strade cittadine non si contano più. La raccolta differenziata è agli ultimi posti. E la TARI è aumentata. Ma tutto questo non fa notizia. Silenzio. A Roma la sindaca Virginia Raggi si oppone all’aumento della TARI per difendere i cittadini ma viene attaccata. C’è o no qualcosa che non funziona? 

Rifiuti: il vero scandalo è Palermo, ma si parla di Roma. La vera gestione disastrosa dei rifiuti va in scena ormai da più di un anno a Palermo, ma una parte della ‘Grande informazione’ si concentra su Roma provando a mettere in cattiva luce l’amministrazione comunale di Roma. Il vero sfascio amministrativo è a Palermo, ma si parla di Roma. Perché?

Perché a Roma c’è un’amministrazione comunale a 5 Stelle che va abbattuta. E perché? Forse perché non piace all’attuale Unione Europea dell’euro. Forse perché il Governo nazionale ha dimezzato e ora vuole eliminare in buona parte il finanziamento pubblico non all’informazione, ma ad alcuni giornali e a Radio Radicale.

Ma torniamo al raffronto tra Palermo e Roma. Le televisioni o i grandi giornali dovrebbero limitarsi a mandare in giro per Palermo – nelle periferie, ma anche al centro – i propri giornalisti per documentare con le immagini, o solo prendendo appunti, la disastrosa gestione dei rifiuti.

Ormai da mesi, sulla propria pagina Facebook, il consigliere comunale di Palermo, Antonio Randazzo, documenta con fotografie i cumuli di immondizia che affollano via e piazze della città. La stessa cosa fanno tanti altri cittadini.

Chi scrive, ormai da quasi sei mesi, documenta un fatto che dovrebbe essere incredibile in una città civile, ma che a Palermo è invece ordinario. Il fatto accade con una cadenza di 7-10 giorni. Che succede?

Succede che in via Serradifalco, nel nome di una grottesca raccolta differenziata dei rifiuti, hanno eliminato i cassonetti dove i cittadini, fino allo scorso anno – quando è partita la ‘famigerata’ seconda fase della raccolta differenziata dei rifiuti – portavano l’immondizia.

I cassonetti non ci sono più e non si capisce se la raccolta differenziata, da queste parti, sia partita o no. Quello che possiamo dire è che, in via Serradifalco – che non è esagerato definire la metafora del fallimento dell’attuale amministrazione comunale di Palermo – nel tratto che va da via Cataldo Parisio a Piazza Principe di Camporeale, lungo la strada, sono stati creati, di fatto, tre o quattro punti dove le persone vanno a gettare i rifiuti. Di fatto, discariche a cielo aperto.

Parliamo di cumuli di rifiuti che si distendono, lungo la strada, per quindici-venti metri! In alcuni casi si tratta di immondizia chiusa nei sacchi di plastica. In altri casi di immondizia – anche umido – gettata in mezzo alla strada.

Non si capisce se l’immondizia viene gettata direttamente in mezzo alla strada, senza essere prima chiusa in sacchi di plastica, o se – molto più probabilmente – sono gli animali, gabbiani in testa, che la aprono per carcare cibo e la riversano lungo la strada.

Quello che possiamo dire è che, da quasi un anno, lo spettacolo che offre questo tratto di via Serradifalco è vomitevole.

Sapete come il Comune di Palermo, tramite la RAP – l’Azienda pagata dai cittadini- contribuenti – ‘pulisce’ questa strada? Ogni sette-dieci giorni arriva un trattore – avete letto bene: un trattore! – che con la pala meccanica raccoglie questa immondizia dalla strada e la carica su un camion. Dopo di che si ricomincia!

Ora vi poniamo una domanda: secondo voi questa è raccolta ‘differenziata’ dei rifiuti? E se non è raccolta ‘differenziata’ perché non vengono rimessi i cassonetti dell’immondizia?

Non potete immaginare lo schifo che c’è in alcuni tratti di questa via che viene lavata solo dalle piogge, non certo dal Comune. Ad attraversare a piedi certi tratti di via Serradifalco viene il vomito. Perché la strada, in certi tratti, è piena di incrostazioni di immondizia. Uno schifo!

Con l’arrivo del caldo, oltre ai topi e ai gabbiani, ci sono anche gli scarafaggi.

Per la cronaca, qualche mese fa uno di questi cumuli di immondizia è stato dato alle fiamme. Due auto posteggiate a ridosso dei rifiuti (o forse erano i rifiuti che erano stati sistemati a ridosso delle automobili: fate voi) sono state carbonizzate. E sono rimaste lì per circa dieci giorni.

Dopo la rimozione delle due auto carbonizzate la discarica a cielo aperto e il trattore che ogni sette-dieci giorni viene a ‘pulire’ hanno ripreso la ‘vita di sempre’.

Se provare a fare un giro per Palermo vi accorgerete che i cumuli di immondizia per le strade e le discariche a cielo aperto sono tantissimi. Ma non fanno notizia. In quasi un anno non abbiamo mai visto un servizio in televisione per documentare lo schifo che vi abbiamo descritto.

Invece, da una settimana, fa notizia la sindaca di Roma, Virginia Raggi. E perché fa notizia? Perché si è rifiutata di avallare un bilancio ‘bocciato’, prima della sua amministrazione comunale e da una decina di autorità amministrative e contabili. E’ il bilancio di una società del Comune di Roma che si occupa proprio di rifiuti.

Tenete conto che la sindaca Raggi è stata attaccata, da giornali e Tv, proprio per la gestione dei rifiuti. Un servizio che dipende anche dalla società comunale alla quale la sindaca Raggi non ha approvato il bilancio.

Dunque, la sindaca Raggi è stata attaccata perché Roma è sporca e perché ha provato ad opporsi a una società del Comune che tiene Roma sporca. L’importante è attaccare la sindaca Raggi, il perché viene attaccata non importa. 

Addirittura è stata attaccata – questo sarebbe lo ‘scoop’ – perché, a un certo punto la sindaca di Roma avrebbe detto che non avrebbe mai aumentato la TARI (la Tassa per l’immondizia) ai romani alla luce della gestione fallimentare di questa società.

A Palermo, invece, il sindaco, Leoluca Orlando – sindaco di una città dove la raccolta dei rifiuti è un disastro comprovato (peraltro una raccolta dei rifiuti dove brilla non la raccolta differenziata, che in percentuale è tra le più basse d’Italia, ma una discarica – Bellolampo – che sta esplodendo e che è in ‘emergenza’ dal 1986, quando Orlando era già sindaco di Palermo…) – non ha avuto problemi a chiedere al Consiglio comunale di aumentare la TARI.

E il Consiglio comunale a maggioranza di centrosinistra (Consiglio comunale eletto dopo uno spoglio delle schede durato un mese, tra verbali scomparsi, errori, ricostruzioni e altri fatti incredibili, COME ABBIAMO DOCUMENTATO QUI -: tutto dimenticato nel nome della ‘legalità’…) ha approvato l’aumento della TARI!

Ma questo non ha fatto notizia. La notizia, in Italia, è la sindaca di Roma Raggi che si rifiuta di approvare il bilancio di una società comunale che si occupa di rifiuti ‘bocciato’ da una decina di autorità amministrative e contabili. Invece l’immondizia di Palermo non fa notizia.

Ora se i leghisti dovessero fare quello che il Movimento 5 Stelle di Palermo non ha fatto: e cioè organizzare i cittadini con alcuni legali per chiedere la restituzione di una parte della TARI visto che il servizio è più che carente, è probabile che i leghisti prenderebbero una barca di voti.

Ma forse nemmeno i leghisti inviteranno i cittadini palermitani a chiedere la restituzione di una parte della TARI al Comune. Perché alla luce della più che fallimentare gestione del Comune di Palermo da parte di Orlando, e alla luce di un Movimento 5 Stelle che – spiace dirlo – di opposizione concreta all’attuale fallimentare amministrazione comunale ne ha fatto poca, i leghisti una barca di voti la prenderanno lo stesso.

Foto tratta da maridasolcare.blogspot.com

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