Vergogne della sanità pubblica: Di Maio presenta un ddl per premiare il merito ,” basta con le carriere politiche”

Luigi Di Maio sta proseguendo la sua azione a trecentosessanta gradi che ha assunto le forme di una galoppata nelle vaste praterie dei temi sociali. Una galoppata che sembra inarrestabile ma che è molto gradita dai cittadini appartenenti alle fasce sociali più deboli che sono quindi più sensibili al buon funzionamento delle istituzioni pubbliche e, principalmente del welfare che è un fiore all’occhiello italiano.

Di Maio ha dichiarato oggi che occorre togliere l’influenza politica dalla sanità che è uno dei punti programmatici dell’accordo Cinque Stelle – Lega. In Sicilia , la politica, attraverso il governo regionale gestisce un giro d’affari di circa 8 miliardi di Euro tra pubblico e privato. Un settore dove molte ombre non sono mai state illuminate. Un settore, dove, oltre ai tanti soldi, la politica locale ha sempre gestisto  pacchetti di voti e carriere dentro gli ospedali

Adesso-dice Di Maio, per non “nominare la qualunque” in posti di responsabilità così delicati in cui competenza e merito sono assolutamente imprescindibili. Basta con il primario amico dell’assessore o del deputato

In questa ottica Di Maio vuole rafforzare il welfare e la Sanità pubblica per proteggere le fasce più deboli e più fragili della popolazione che non hanno i soldi per permettersi cure private costose.

Queste considerazioni sono state fatte oggi dal capo dei Cinque Stelle durante la presentazione di un ddl a prima firma della senatrice Castellone insieme alla ministra per la Sanità Laura Grillo. Il principale punto contenuto nel disegno di legge è quello che prevede un “albo dei commissari” da cui attingere per sorteggio i dirigenti della sanità.

Naturalmente l’albo dovrà essere costituito da persone di provato valore professionale.

Il M5S ha dichiarato poi di essere d’accordo con la Lega per le autonomie regionali ma che occorre prima far passare questa norma di riforma della sanità per poi procedere sul resto.

Fonte: Affari Italiani