In un delirante twet l’avvocato Taormina accusa Claudio Fava: è il successore di Montante

L’avvocato di Antonello Montante, l’esimio professore Carlo Taormina, continua a deliziarci con le sue perle di sapienza su Tweeter.

Stavolta c’è andato giù davvero pesante. Si è scagliato contro Claudio Fava, presidente della Commissione Regionale Antimafia siciliana. Oltre a criticarne la scelta di disertare la cerimonia ufficiale di commemorazione della strage di Capaci, addirittura lo addita come possibile successore di Antonello Montante. Siamo alle farneticazioni belle e buone. Chi conosce la storia personale, familiare e politica del figlio di Giuseppe Fava, figlio di un vero ed autentico martire della mafia, col quale ha condiviso ogni singolo respiro del suo nobilissimo impegno giornalistico, dovrebbe per lo meno rispondere a questo pazzo scatenato che accusa Fava di essere un mafioso! Riteniamo che il Taormina ha oltrepassato ogni limite, compreso quello della decenza umana e professionale. La scelta di Fava di sottrarsi all’ennesima cerimonia commemorativa di facciata, per onorare la memoria di Giovanni Falcone e degli uomini della sua scorta, per intanto gli fa onore. Quante volte e quanto tempo gente come l’assistito dell’avvocato Taormina, Antonello Montante, ha lucrato sulle vittime ed i martiri della mafia? Oggi il Montante, già condannato a 14 anni per associazione a delinquere, spionaggio, corruzione ed altro è ancora sotto inchiesta per mafia e tramite il suo avvocato continua a sparare contro uomini veri, come Fava, che non sono sicuramente dei ‘double face’ come Montante. Il Taormina, assieme a colui il quale è la massima espressione della mafia dell’antimafia, non perdono occasione per stare zitti, neanche in un giorno come oggi, in cui ancora più di qualcuno tenta ancora di rifarsi una verginità, continuando a commemorare Giovanni Falcone, pur sapendo perfettamente di appartenere alla schiera di coloro che quando Falcone era in vita, hanno contribuito, per lo meno, a delegittimarlo ed a denigrarlo, se non proprio ad ucciderlo.