Trame, il territorio, la scuola

Vivere in Calabria significa fare i conti quotidianamente con gli effetti diretti e indiretti della presenza della ‘ndrangheta sul territorio. Per questo motivo la Fondazione Trame porta nelle scuole i contenuti del Festival dei libri sulle mafie durante tutto l’anno, perché crediamo sia necessario da un lato far conoscere il più possibile ai ragazzi le logiche e i metodi mafiosi per imparare a prenderne le distanze e difendersi, e dall’altro educare al rispetto delle regole e alla legalità per uno sviluppo sano della regione.
#Trameascuola è quindi un percorso che nasce proprio con l’obiettivo di diffondere la conoscenza del fenomeno mafioso, sollecitare le coscienze alla reazione a questa presenza e al rafforzamento dei princìpi di cittadinanza e impegno civile.
Il rapporto di Trame con le scuole del territorio è ormai consolidato: collaboriamo ogni anno proponendo libri e autori, incontri con gli imprenditori che hanno denunciato il pizzo e laboratori sulla legalità e sulla memoria. I ragazzi ci chiedono spesso quanto sia difficile questa battaglia e quanto la realtà sia compromessa irrimediabilmente da queste organizzazioni. L’obiettivo di #trameascuola è preparare i giovani studenti a ciò che troveranno una volta usciti dalle aule, fornendo loro gli strumenti per capire la realtà, per discernere e soprattutto formare gli anticorpi per fare le scelte giuste: siamo convinti che una volta fuori, ciò che apprendono gli tornerà molto utile e il territorio ne beneficerà di conseguenza.
Sono tanti gli autori e le storie che i bambini e i ragazzi hanno incontrato in questi anni, ma sono loro, gli studenti i veri protagonisti del percorso insieme ai loro insegnanti.

Ecco due testimonianze dirette.

«Trame è una delle più importanti organizzazioni culturali di Lamezia Terme che, attraverso la lettura di libri sulle mafie, incontri con testimoni e numerosi eventi, cerca di dare la giusta rilevanza e dignità al territorio lametino. Quello di Trame vuole essere un impegno civico rivolto a tutti, ma in modo particolare ai giovani e alle scuole, un impegno civico che fa di noi ragazzi cittadini attivi, cittadini amanti del proprio territorio, amanti del rispetto e della libertà. Grande è l’importanza di questo percorso, poiché sprona noi giovani a metterci in gioco, a tirar fuori lo “spirito guerriero e battagliero” radicato in ognuno di noi, lascia spazio alla nostra creatività e fantasia, ci rende giovani forti e curiosi, liberi e rispettosi. Curiosità è la parola che, forse, meglio definisce la proposta educativa: essere curiosi di scoprire il territorio per scoprire se stessi, essere “affamati” di cultura per diventare persone con ideali e valori da seguire. Tutto questo, e molto altro, fa Trame, quell’esperienza che mi ha reso una giovane indipendente, curiosa e, soprattutto, libera. Libera di andare in fondo alle cose, di guardare oltre quel “buio oltre la siepe” di cui parlava Harper Lee, libera di dar sfogo ai miei pensieri e libera di amare e rispettare il mio territorio e le mie origini, perché è solo così che ognuno di noi, anche nel proprio piccolo mondo e modo di essere, può diventare una persona con i piedi fermamente attaccati a terra, alla propria terra. È solo così che si diventa grandi. E noi giovani vogliamo essere grandi. Grandi e forti dentro.»
Elena, 17 anni, studente del Liceo Campanella di Lamezia Terme

«Quando sei chiamato a dirigere un’istituzione scolastica, sai già che dovrai occuparti di molte cose, ma se questa scuola si trova a Lamezia Terme, in Calabria, capisci subito che hai delle priorità. E allora ti impegni ad individuarle per ricondurle nella cornice di un progetto formativo efficace, ma scopri che tutte rimandano ad un’idea generatrice di tanti altri significati: legalità! È proprio intorno a questa idea che devi convogliare le risorse della scuola in una terra affamata di pensieri e azioni “giuste”, ma ti rendi conto anche che non lo puoi fare in solitudine, nel chiuso di un’aula o di un edificio scolastico. La legalità è di per sé un fatto corale che ha bisogno di condivisione e non puoi correre il rischio che uno studente la percepisca come un ulteriore segmento culturale di esclusivo appannaggio della scuola. Ed ecco che arriva Trame, con la proposta di laboratori che hanno tanto a fare con quella coralità che cercavi: la piazza dove si svolge il festival, la storia degli uomini e delle donne morti per mafia, il nostro splendido mare reso luogo di morte a causa degli affari loschi di ndranghetisti e camorristi. Cominciamo a lavorare insieme, progettiamo un percorso che non sappiamo dove ci porterà ma per cui vale la pena mettersi in gioco perché, quando si rischia insieme, si è più forti e le probabilità di successo aumentano.
Partiamo da noi, dai luoghi in cui è ubicata la scuola e scopriamo che la toponomastica viene incontro al nostro progetto con la figura di Francesco Ferlaino, un giudice lametino ucciso dalla mafia alla fine degli anni 70 e nei confronti del quale la città, in tutti questi anni, è stata distratta, non ne ha mai coltivato la memoria a sufficienza tranne che per l’intitolazione di questa via. Insieme riflettiamo sul perché questo sia accaduto, altrove la morte di un giudice per mano di mafia diventa una ferita collettiva, qui invece uno “scomodo” fatto di cronaca. Gli operatori di Trame, insieme agli insegnanti, aiutano i ragazzi a recuperare questa memoria nel corso di un laboratorio che si conclude con la realizzazione di una stele con manufatto in ceramica, collocata nel punto della città dove il giudice venne assassinato, e nel corso di una cerimonia a cui hanno partecipato genitori, autorità e cittadini. Il laboratorio ha coinvolto anche me, mi sono scoperta testimone inconsapevole del sacrificio del giudice nella mia azione quotidiana di trascrivere il suo nome nella corrispondenza per indicare la sede legale dell’Istituto. Il progetto ha restituito memoria ad una città difficile, ha contribuito a sviluppare consapevolezza negli studenti che hanno imparato che un luogo può evocare tanti significati : oggi la strada che percorrono al mattino non è più solo quella “per andare a scuola”, ma via “Francesco Ferlaino”……con “Cento  passi” e più verso la legalità!»
Anna Primavera, Dirigente scolastico IC “Manzoni-Augruso” di Lamezia Terme

 

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