Visioni civiche

Nel 2013 debuttava al Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia, Cittadini Reattivi, un’inchiesta ad alto impatto civico e sociale su ambiente, salute e legalità, a partire dai siti contaminati in Italia e alle popolazioni che su di essi vivono.
Un’inchiesta multimediale, un sito partecipativo che partiva dall’esercizio di un diritto semplice ma allora non ancora normato dalla legge in Italia: il diritto di sapere e alla trasparenza.  Un progetto ben più complesso, anche se apparentemente semplice: coinvolgere i cittadini nel monitoraggio del territorio, invitandoli a usare la piattaforma web, per verificare insieme quello che davvero succedeva nelle loro città e paesi.
Costruire con loro inchieste partecipate e pretendere dalle istituzioni i dati ambientali e quelli che riguardano la nostra salute, trasparenza su bonifiche e appalti pubblici. E che l’esistenza dei “cittadini reattivi” fosse indispensabile in questo processo non l’avevo supposto io, ma era stato scritto, ben chiaro, nelle 696 pagine di relazione al Parlamento della Commissione di Inchiesta Bicamerale sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti della XVI legislatura.
Nella mia idea di allora, che poi ho realizzato, le informazioni raccolte tra i cittadini, da me verificate, sarebbero andate ad alimentare altri dossier. Così è stato. L’Italia è un Paese da bonificare, in tutti i sensi. Non solo dalle contaminazioni ambientali ma soprattutto dall’incuria e dal malaffare che sono state perpetrate a danno di centinaia di migliaia di persone e, come rivelano anche gli ultimi dati del rapporto Sentieri dell’Istituto Superiore di Sanità, colpiscono, per prima, la salute di bambini e ragazzi.
Il viaggio per l’Italia contaminata in questi anni, mentre scrivevo inchieste, pubblicate e riprese dai media nazionali e dalla TV di Stato, mi ha portato a mappare, incontrare e conoscere genti in ogni angolo d’Italia da Brescia a Acerra, da Taranto a La Spezia, da Casale Monferrato a Brindisi, dalla Valle del Sacco a Mantova. Madri, medici, attivisti, amministratori, tecnici che vivono nei cosiddetti Siti di Interesse Nazionale e regionale per le bonifiche. Quello che resta dell’Italia industriale e post industriale, note spesso nella cronaca spicciola come le Terre dei fuochi del nord e del Sud. Ma anche tanti luoghi che dovrebbero essere, invece, incontaminati, come la Calabria, ad esempio, ma che sono al centro dei peggiori traffici di rifiuti e di illeciti.
Per fare tutto ciò ho messo a punto un metodo, molto più “americano” che italiano. Quello del giornalismo civico, che prevede un confronto continuo tra un professionista dell’informazione, i cittadini e le Istituzioni. Che lo costringe a entrare nei conflitti e documentare con dati e fatti le ragioni delle comunità vessate dal crimine d’impresa e dalle mafie. Anche un giornalismo di “consumo delle scarpe”, non da scrivania, con la videocamera in mano, senza zone di comfort, né nelle redazioni, né in casa propria.
Che ti porta a raccogliere le testimonianze di chi non si è arreso. A portare alla luce il mancato rispetto della legalità delle stesse Istituzioni. Rifiuti, amianto, inceneritori, centrali a carbone, acciaierie, grandi opere. Proprio là dove si si annidano le ingerenze del malaffare. Dal danno erariale all’illecito. Appalti, movimento terra, trasporti.  Un giornalismo scomodo ma necessario, che ha portato alla luce parecchie opacità, a partire dalle banche dati sui siti contaminati, sull’amianto, sulle discariche, sulla gestione del ciclo dei rifiuti, divenute oggetto dell’attività delle commissioni d’inchiesta parlamentari, delle Autorità dall’Antitrust all’Anticorruzione, di commissari straordinari.
Con la nascita dell’associazione omonima, Cittadini Reattivi ha iniziato a collaborare con università e associazioni, interessati a portare conoscenza e trasparenza alle nuove generazioni. A partire dalla Summer School Organized Crime contro le ecomafie, dalla Cattedra di Comunicazione Pubblica e Linguaggi Istituzionali e dal Dipartimento di Informatica dell’Università di Salerno. Fino al Master Analisi, Prevenzione, Contrasto della Criminalità Organizzata e della Corruzione dell’Università di Pisa e Scuola Common.
Ha fatto parte del movimento FOIA4Italy che ha poi spinto il governo ad approvare a maggio del 2016 la riforma del decreto Trasparenza e sancire con la legge 97/2016, per la prima volta nella storia d’Italia, il diritto di sapere e accedere ai dati detenuti dalla Pubblica Amministrazione. Il cosidetto FOIA, il Freedom of Information Act.
E’ nato così un metodo, un percorso per formare nuovi cittadini, giornalisti civici e investigativi. In grado di raccogliere e verificare testimonianze, ma anche ragionare sulla complessità di fenomeni come corruzione e mafie, utilizzando gli strumenti del data journalism, del giornalismo investigativo e il diritto di accesso alle informazioni detenute dalla Pubblica Amministrazione.
Che bella sfida, quindi, contribuire a realizzare una scuola di video giornalismo civico e d’inchiesta in Calabria. In una realtà dove l’influenza della ‘ndrangheta è ben conosciuta, a differenza di Lombardia e Emilia Romagna, dove si vive, di questi tempi, ancora di omertà. Che bella sfida formare giovani menti aperte al coraggio e alla conoscenza, a Lamezia Terme, città sciolta tre volte per infiltrazione mafiosa. Con Fondazione Trame e Visioni civiche, si è presentata l’occasione imperdibile, per me e per Cittadini Reattivi, di formare, insieme ad una serie nutrita di illustri colleghi, una nuova generazione di giornalisti civici e visionari.
Spingendoli a documentare anche il buono, la speranza, il cambiamento. Le storie resilienti di comunità che pure esistono, come abbiamo fatto attraverso il primo doc-inchiesta “La rivincita di Casale Monferrato”. Perché è possibile.  Non è solo utopia, combattere l’illegalità. Ma solo se tutte le parti sociali sono unite, come la lotta civica e civile contro l’amianto della città piemontese documenta. Ma anche, con il viaggio fatto insieme a Taranto, a confrontarsi con i cittadini attivi di una delle città più vessate dal punto di vista ambientale e sanitario, che ha visto l’Italia condannata da parte delle Corte Europea per i Diritti Umani.
Nei giorni di Trame festival avremo modo di vedere insieme le prime video inchieste dei Visionari. Che non a caso parlano di ambiente, rifiuti, dissesto idrogeologico, spopolamento. Ma anche di rinascita, cultura, speranza, di esempi positivi. Di come poter far rinascere una terra bellissima che merita, grazie ai tanti calabresi onesti, di essere davvero libera. Non state al sicuro a casa vostra, venite a vederli e sosteneteli. Hanno, abbiamo bisogno di voi.

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