Lucia Basso, 53 anni, siracusana, giornalista Rai di Tgr Sicilia, andava a pranzo e cena con Antonio Calogero Montante in un clima di amicizia e di convivialità, ma non sapeva quali incarichi ricoprisse. “Mi scusi, ma lei è una giornalista!”, obiettò a suo tempo il pubblico ministero Stefano Luciani. “Come può dire che non sapeva chi fosse Montante?” E’ questo interrogatorio con la Basso, citata dalla difesa del colonnello Gianfranco Ardizzone – condannato nei giorni scorsi a tre anni per aver chiesto aiuti istituzionali per il trasferimento dalla DIA di Reggio Calabria a Caltanissetta e per l’assunzione della figlia Giuliana – ad aver convinto il gup nisseno Graziella Luparello di inoltrare ai pm della Procura di Caltanissetta se la giornalista debba finire a processo a causa delle sue dichiarazioni non “blindate”.
Solo falsa testimonianza atta a favorire la figlia dell’alto ufficiale o c’è ben altro, ovvero la frequentazione dei Montante? Presto per dirlo. Certo è che gia ad Enna, il 23 marzo, durante l’annuale incontro tra giornalisti per l’approvazione dei bilanci e le comunicazioni del Consiglio di Disciplina Territoriale, in molti avevano chiesto un intervento anticipatorio su tutti i colleghi chiamati in causa a Caltanissetta. Con un secco no di Gianfranco D’Anna, presidente del CDT ed ex caporedattore Rai: “ Siamo garantisti, se i giornalisti non sono indagati non possiamo intervenire”.
L’esatto contrario della filosofia della Commissione Antimafia di Claudio Fava. Ma veniamo alla testimonianza della Basso del 18 novembre scorso. Dunque, Lucia Basso, giornalista Rai, di casa a Caltanissetta dal 2006 al 2009, citata come teste da uno degli imputati del “Sistema Montante”, Gianfranco Ardizzone, ex comandante provinciale della Guardia di Finanza con il grado di colonnello, si fa richiamare tre volte anche dal giudice Graziella Luparello che l’avverte della reiterata reticenza e del rischio di commettere il reato di falsa testimonianza.
E’ la prima udienza del processo con il rito abbreviato per sei dei 24 imputati tra cui Montante e Ardizzone, accusato di corruzione. La Basso venne citata per dimostrare che la figlia del colonnello fu assunta da Cofidi, ente camerale gestito da Montante, perché era brava e non perché questo fosse il prezzo degli atti contrari ai doveri d’ufficio compiuti, secondo l’accusa, da Ardizzone per favorire – e così ricambiare – Montante, l’ex potentissimo leader di Confindustria Sicilia, condannato giorni fa a 14 anni di reclusione.
Giuliana Ardizzone assunta in Cofidi, pagata quindi dall’ente camerale ma impiegata di fatto come giornalista nelle testate Sicilia Oggi e Il Fatto Nisseno dirette dai giornalisti Michele Spena e Corrado Maiorca, siracusano, classe 1960, marito della Basso, nonostante si dubiti che fosse iscritto all’albo dei giornalisti. Ma le due testate locali ricevevano decine di migliaia di euro da Montante in cambio del totale sostegno ai suoi affari, ai suoi interessi e a quell’immagine antimafia risultata farlocca su cui l’imprenditore di Serradifalco ha costruito tutta la sua rete di potere. Infatti quando Il Fatto nisseno pubblica un’intervista a Michele Costa, figlio del procuratore di Palermo ucciso dalla mafia, il quale afferma che Montante, indagato per mafia, dovrebbe dimettersi, succede che quell’articolo viene subito rimosso. E’ stato Montante ad ordinarlo. E i giornalisti pronti ad eseguire.
E ci fu tensione in aula anche quando la Basso disse di non sapere dei rapporti del marito con Montante, nonostante fosse solita essere presente alle cene (lei, il marito, Montante ed Ardizzone), e “invitò” i giudici a chiederlo al consorte. Secca la replica: “No, noi lo chiediamo a lei – puntualizzarono pm e gup – e lei risponda”.
La giornalista Rai precisò di essere andata via da Caltanissetta nel 2009 e di non avere più avuto rapporti con Montante, ma diverse volte cadde in contraddizione e il gup l’avvertì sui rischi di falsa testimonianza. Come è puntualmente accaduto con la richiesta del gup di indagare la giornalista. Poi alla fine Lucia Basso rivelò che due mesi fa aveva incontrato a San Cataldo la moglie di Montante.
Fonte pippogallipolinews