Condanna a 9 anni di reclusione annullata dalla Cassazione all’imprenditore belicino Rosario Cascio

Il processo riguardava le infiltrazioni della mafia nell’appalto della statale Trapani-Siracusa

Rosario Cascio l’anziano imprenditore belicino era stato condannato a 9 anni, in appello. La sentenza per un’operazione antimafia del 2008, annullata dalla Cassazione che ha disposto il rinvio in appello

Il processo si riferisce all’ operazione antimafia del 2008 denominata “Scacco matto” La Cassazione ha confermato una sola condanna definitiva. Nel dettaglio si tratta, dunque, di una condanna per concorso esterno in associazione mafiosa, ed è stata confermata a Giovanni Campo.

L’uomo, è un 57enne di Menfi. Per lui, secondo quanto si legge sull’edizione odierna del Giornale di Sicilia, si sono aperte le porte del carcere. Campo, si è costituito al Pagliarelli di Palermo, dove, dovrà scontare una pena di 5 anni dei 9 anni e sei mesi della condanna decisa dalla corte di Appello di Palermo. Casicio che ha 85 anni ,dovrà subire un altro processo

Una sentenza, tre esiti diversi. E alla fine Filippo Campo ha assistito all’arresto del fratello Giovanni, mentre per lui l’assoluzione è divenuta definitiva.

La Cassazione si è pronunciata sulla sentenza di appello che nel gennaio 2018 aveva stabilito tre condanne e un’assoluzione. Il processo riguardava le infiltrazioni della mafia nell’appalto per i lavori della statale 115 Trapani-Siracusa.

Sentenza favorevole per l’imprenditore Filippo Campo, difeso dall’avvocato Tommaso De Lisi, scagionato dopo 14 anni, molti dei quali trascorsi in carcere. Allora furono condannati Giovanni Campo (9 anni e 6 mesi), Rosario Cascio (9 anni e 4 mesi) e Vito Brucceri (8 anni). A quest’ultimo, assistito dall’avvocato Monica Genovese, erano state riconosciute le attenuanti previste per i collaboratori di giustizia.

Le sue dichiarazioni si erano aggiunte nel secondo processo d’appello – la Cassazione aveva annullato con rinvio la prima sentenza – a quelle di un altro pentito Calogero Rizzuto. Rizzuto raccontò nel 2010 come l’appalto era entrato nel mirino del clan mafioso guidato da Matteo Messina Denaro. Alla ditta appaltatrice era stato imposto l’acquisto di tutti i materiali da una società creata ad hoc e legata a Cosa Nostra.

Ora i supremi giudici hanno rigettato il ricorso dei legali contro la condanna di Giovanni Campo (il procuratore generale aveva chiesto di accogliere il ricorso e annullare con rinvio la sentenza) e dichiarato inammissibile quello della Procura generale contro l’assoluzione di Filippo. Annullata con rinvio la sentenza per Cascio e dunque si dovrà celebrare un nuovo processo.
Rosario Cascio, di 85 anni, di Santa Margherita Belice, difeso dall’avvocato, Giovanni Vaccaro e dall’Avvocato Baldassare Lauria, in precedenza aveva subito la confisca del suo ingente patrimonio.
“Adesso la nostra istanza di revocazione della confisca già introdotta assume altro significato” ha dichiarato l’Avv. Baldassare Lauria che ha presentato ricorso alla CEDU avverso la confisca stessa.

Fonte Live Sicilia