La Sicilia affoga tra discariche e veleni industriali. I fondi per il risanamento ci sono, i cantieri no

PALERMO – “Quelli che ci hanno preceduto, pur avendo il personale, non hanno provveduto a una pianificazione delle bonifiche. Noi, sebbene ci fosse il deserto, abbiamo dotato la Regione degli strumenti di pianificazione di cui necessitava”. Nello Musumeci, presidente della Regione siciliana, la questione la chiuderebbe così, ma tra le discariche e le mancate bonifiche dei Siti di interesse nazionale (Sin), l’Isola è destinata a sprofondare nell’inquinamento.

Odori nauseabondi, sfiaccolate, ingenti quantità di eternit e amianto, alti livelli di acido solfidrico, mercurio, benzene e fluoro-edenite, sono tutti gli elementi che, da molti anni prima di questa inchiesta, concorrono a mettere in serio rischio l’intero ecosistema isolano. E a pagarne lo scotto sono come sempre i cittadini. è quanto emerge dall’ultimo Rapporto Sentieri per cui il tasso di mortalità e di incidenza tumorale risultano in eccesso per entrambi i generi e in tutti i Siti di interesse nazionale. Ad aggravare il quadro la mancata possibilità di quantificare l’ammontare complessivo dei fondi stanziati nel corso degli anni e del loro effettivo utilizzo.

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