Governo: Il Pd vuole il ritorno di Minniti agli Interni. Ritorna l’era delle “purghe ” per gli avversari?

Minniti all’Interno, Misiani all’Economia

Dopo la scelta di Conte alla poltrona di Palazzo Chigi, il Pd vuole il Ministero degli Interni. 

 

Minniti, lo ricordano a Castelvetrano, per aver sciolto il comune per mafia a tre giorni dalle elezioni del 2017. Uno scioglimento  anche in ritardo , visto quello che aveva scritto il Prefetto mandato dallo stesso Minniti. Uno scioglimento, di un comune, non solo tardivo ma  già di fatto sciolto dalle dimissioni di tutti i consiglieri nel 2016 e dalla non ricandidatura di Errante e di molti altri consiglieri finiti nel mirino delle relazioni prefettizie. Minniti, alla fine, bloccò la possibile elezioni dello scomparso Gianni Pompeo in quota Pd e dato come possibile vincitore di quella competizione dopo il flop dell’esperienza Errante e del Centro Destra. Una purga che ancora attende di sapere chi sono stati i collusi con la mafia  e i responsabili ,tra chi ha amministrato negli ultimi 15 anni, di molti disastri . Dopo le tante relazioni prefettizie, nomi e cognomi ,non ci sono, almeno fino ad oggi , indagati per motivi legati allo scioglimento  per mafia voluto da Minniti. Oggi tra tutti quelli citati dalle varie ispezioni e verifiche nessuno ha ricevuto un avviso di garanzia per responsabilità comunali. Sono tanti i castelvetranesi che aspettano di sapere chi sono stati colpevoli e non con le relazioni ma con le sentenze dei tribunali

Minniti torna?

Al tavolo dell’ intesa M5s-Pd si limano le rose dei candidati di un nuovo governo giallorosso, sotto i veti incrociati delle due delegazioni.

Giuseppe Conte, il presidente del consiglio che dal G7 a Biarritz ha chiuso il suo personale forno con la Lega deve dar conto al Pd che vuole a tutti i costo il Ministero dove si gestiscono prefetture e forze dell’Ordine.E’ pronto, su ordine di Zingaretti, l’ex ministro Minniti,l’uomo di potere rosso, cresciuto alla corte dei servizi segreti e di Francesco Cossiga che lo riteneva astuto e molto capace politicamente.

Sui tavoli democratici si prova a riempire le caselle del possibile esecutivo: se il Conte bis andasse in porto al Pd il M5s dovrebbe concedere posti di peso. Si ragiona su Interni, Esteri ed Economia. E sulla poltrona di vicepremier, che potrebbe andare a Dario Franceschini. In pole al posto dell’attuale ministro Tria, che pure non è sgradito ai dem e ai cinque stelle, ci sarebbe il senatore Antonio Misiani, responsabile Economia del partito. L’ex premier Paolo Gentiloni sarebbe in lizza come commissario europeo, ma potrebbe in alternativa tornare alla Farnesina, anche se le quotazioni dell’attuale ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi restano alte. Per il Viminale c’è l’ipotesi di Marco Minniti, già ministro dell’Interno, noto per il rigore con le ong e non inviso ai cinque stelle. Ma circola con insistenza anche il nome del capo della polizia Franco Gabrielli, caldeggiato da Matteo Renzi, e quello di Lorenzo Guerini, oggi al Copasir. Alle politiche giovanili papabile è Francesco Scoppola, presidente dell’Agesci.

Fonte: il Giornale