Scandalo Csm, i pm: “Altri 6 mesi di indagine”
Proroga nell’inchiesta sulle trame dietro le nomine dei magistrati e su Palamara amico di Zingaretti e del PD
I magistrati di Perugia vogliono continuare a indagare sulle trame nel Consiglio Superiore della Magistratura (Csm) e sull’ex presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati, Luca Palamara. Per questo i pm Gemma Miliani e Mario Formisano hanno chiesto al gip altri sei mesi per lavorare all’inchiesta che ha terremotato la magistratura.
Al pm fu spento forzatamente il telefono con un provvedimento emesso ad hoc Così, tagliato fuori dal mondo, il magistrato fu di fatto obbligato ad abboccare
Grazie al deposito degli atti di indagine si è scoperto finalmente perché Luca Palamara è stato preso nella rete telematica stesa dai suoi colleghi di Perugia con il trojan mentre i suoi co-indagati, cioé gli avvocati Piero Amara e Giuseppe Calafiore e l’ex magistrato Giancarlo Longo, invece, sono rimasti immuni. Il virus che ha permesso di scoprire gli altarini si è attivato con un semplice aggiornamento del telefono
Il virus che ha permesso di trasformare l’ iPhone di Palamara in una formidabile microspia è stato infatti inoculato con modalità diverse da quelle usate con i co-indagati.
Di qui il successo sul primo e il fallimento sugli altri tre. Ai co-indagati è arrivato ad aprile un gentile messaggio che li invitava a cliccare su un link e i tre si sono guardati bene dal farlo. Il magistrato è stato arpionato dai colleghi perugini con ben altra forza e tecnica.
Fonte. Il Fatto Quotidiano, Dagospia