“Depistaggio Borsellino”, ha deposto l’ex questore Ricciardi

A Caltanissetta, al processo sul depistaggio della strage di via D’Amelio, con imputati, di concorso in calunnia, il funzionario di Polizia Mario Bò, e gli ispettori Fabrizio Mattei e Michele Ribaudo, è stato ascoltato come testimone, dal pubblico ministero Stefano Luciani, l’ex questore di Bergamo, Vincenzo Ricciardi, che, tra l’altro, ha affermato: “Ho detto a Scarantino che doveva smetterla con questo atteggiamento. Anche in maniera alterata. Gli dissi di fare la persona seria e gli feci capire, insomma, che non gli davo tanta fiducia. Se avessi avuto degli elementi, ne avrei fatte due di relazioni, non una, per mettere nero su bianco i miei dubbi sull’attendibilità di Scarantino. Ma ne avevo parlato a La Barbera, ne avevo parlato a un magistrato, che dovevo fare di più? Di agende e di borse non ne ho mai sentito parlare, neanche indirettamente. Se avessi visto una borsa in quella stanza, quanto meno avrei detto: cosa ci fa qui? Dopo un anno che sono andato via da Palermo, sono rimasto fuori dall’amministrazione, in aspettativa. Ho subito un intervento al cuore, avevo altri problemi e non mi interessai più di Scarantino. Può sembrare strano, ma l’avevo proprio cancellato Scarantino, di queste indagini mi ero disinteressato. Se dovesse chiedermi il perché non glielo saprei dire. Contatti con il dottore Bo, con gli altri, con il dottor La Barbera non ne ho avuti più. Ma non c’era un motivo in particolare per cui questo accadde”.