Csm, ecco le intercettazioni che inguaiano il procuratore generale Riccardo Fuzio

Csm, ecco le intercettazioni che inguaiano il procuratore generale Riccardo Fuzio
Riccardo Fuzio e Luca Palamara

Riccardo Fuzio è uno dei più importanti magistrati italiani. Procuratore generale della Cassazione, e dunque membro di diritto del Consiglio superiore della magistratura, è intervenuto duramente nello scandalo che ha travolto l’organismo di autogoverno delle nostre toghe.
È Fuzio, capo della sezione disciplinare, che qualche giorno fa ha infatti chiesto la sospensione facoltativa dalle funzioni (e dallo stipendio) di Luca Palamara, il pm di Roma indagato dalla procura di Perugia per corruzione e protagonista dei dopocena carbonari con alcuni giudici del Csm e politici del Pd (Luca Lotti e Cosimo Ferri). Incontri organizzati per discutere (e orientare) sia le nomine dei capi delle procure italiane (in primis quella di Roma) sia dei dossieraggi contro i magistrati che avevano causato guai giudiziari a Palamara.

È ancora Fuzio, nell’atto di incolpazione a carico di cinque togati del Csm, che ha attaccato il renziano Lotti, imputato nella Capitale per il caso Consip, affermando che «si è determinato l’oggettivo risultato che la volontà di un imputato abbia contribuito alla scelta del futuro dirigente dell’ufficio di procura deputato a sostenere l’accusa nei suoi confronti».

Lo tsunami che si è abbattuto sulla giustizia italiana, però, è pieno di paradossi. E così adesso lo stesso accusatore rischia di finire trascinato nello scandalo.

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«Non ho capito» comincia Riccardo «Mi avete detto prima di farlo presto, ora che facciamo presto…perché si sono spaventati di questo fatto che può venire fuori uno sputtanamento su di te…nessuno me l’ha detta questa storia di Fava, perché Fava è fermo…»

PALAMARA: «E cioè mi devi fare capire, ora fammi capire tutto…Perché io…se c’ho da preoccuparmi…ma tu l’hai letto? Le carte che dicono?»
RICCARDO: «Per questa cosa che ho detto…è una cosa che invece era nota a tutti perché non solo…ma era…a patto che la nota è indirizzata a quattro persone della procura e quindi tra questi sta Cascini (Giuseppe, membro del Csm ndr) e lui sa bene di questa cosa qua…però se ne tiravano fuori…“no, ma io non sapevo”…
PALAMARA: «Ma chi cazzo ohhh»
RICCARDO: «Però io a lui (presumibilmente Cascini, o altro membro del Csm ndr) l’ho rassicurato, gli ho detto guarda…e lui mi ha rassicurato…quando dicono, ma l’informativa…è chiaro che l’informativa è partita, poi bloccata… “non si può”…»
PALAMARA: «Su Pignatone gli ho detto pure: “Ma che sta a dì oh…ma che cazzo sta a dì?”…ma lui…ma che il fratello di Pignatone prende i soldi da lui (Amara, ndr) questo non lo sconvolge fammi capì? Si preoccupa solo di me lui…ma che cacchio di ragionamento è?»
RICCARDO: «Ma il fratello di Pignatone pigliava i soldi da Amara?»
PALAMARA: «Eh»
RICCARDO: «Cioè, ma lui gli atti…»
PALAMARA: «Eh ho capito ma bisogna spiegargli la situazione se no così che facciamo? Oggi è venuto Bianconi a dirmi che sono arrivate le carte da Perugia…chi glielo ha detto oh? E lui non può fa così…cioè, quando gli servono i voti…»

Fuzio ascolta attentamente l’amico indagato per corruzione. Dice di aver spiegato a qualche collega del Csm che la storia di Palamara è diversa da come la raccontano i pm perugini, «…“perché non conoscete la realtà…» ecita Fuzio «”Guarda i passaggi sono questi e quindi tu mi devi dire come un anno non esce nulla…la mossa della tempistica come pensate di gestire? Voi ritenete che questa tempistica sia contro Luca?” Evidentemente non sappiamo come vogliono gestire questa cosa…se vuole essere un condizionamento…poi non potevo dire chiaramente Viola non Viola…».

«NOTIZIE DA PERUGIA?»

Palamara è assai preoccupato dell’informativa dei pm di Perugia. Come è noto, al centro delle accuse di corruzione ci sono i suoi rapporti con Fabrizio Centofanti. Quest’ultimo avrebbe fatto favori di vario tipo a Palamara, che in cambio di viaggi e altre utilità avrebbe venduto all’imprenditore la sua funzione di magistrato.

PALAMARA: «Perché almeno l’unico modo per controbattere l’informativa è poter darle l”archiviazione, se no che cazzo faccio giusto? Però rimane l’informativa che mi smerda…nessuno gli dice questa cosa qui, questo è gravissimo…qualcuno glielo deve dire, cioè o gli dici chiaro, sennò veramente io perdo la faccia…mi paga il viaggio, l’informativa non l’ho mai letta, non si sa di che importo si parla…qual è l’importo di cui si parla? Si può sapere?
RICCARDO: «mahhh»
PALAMARA: «Cioè io non so nemmeno quanto è l’importo di cui parliamo»
RICCARDO: «Si…ci stanno le cose con Adele (cara amica di Palamara a cui, secondo le accuse, Centofanti compra un anello, e regala soggiorni ndr)
PALAMARA: «Cioè…almeno tu…ma le cose con Adele…»
RICCARDO: «E il viaggio a Dubai…»
PALAMARA: «Viaggio a Dubai…Quant’è? Ma quanto cazzo è se io…allora…»
PALAMARA: «E di Adele…cioè in teoria…va bè me lo carico pure io…quanto..quant’è, a quanto ammonta?»
RICCARDO: «Eh…sarà duemila euro».

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Le nuove rivelazioni choc dell’inchiesta. Il pm indagato per corruzione: «Ho parlato di Roma, di Lo Voi, di Creazzo: possono dire che sono quello che fa le nomine». Le mire dei congiurati: «Ridimensionare» la procura di Napoli e ricattare Pignatone. «È un matto vero, uno stronzo. Tu devi solo fargli capì che finisce male». Il pm Sirignano a Palamara: «Uccidere questa gente significa andare a mettere le pedine nei posti giusti»

Duemila euro. Esattamente la cifra contestata dai pm umbri per l’acquisto di un presunto anello da parte di Centofanti per Adele Attisani. I due poi parlano delle relazioni pericolose tra lo stesso Palamara, gli imprenditori Pietro Amara e Giuseppe Calafiore e il pm corrotto Giancarlo Longo (che ha detto a verbale come Palamara avrebbe avuto 40 mila euro da Amara e Calafiore per favorire la sua nomina a procuratore di Gela).

PALAMARA: «Io che cazzo ne so Riccà…ma io non ho assolutamente…che c’entro io…»
RICCARDO: «..era Longo o…»
PALAMARA: «A sì certo…e ma io…l’abbiamo condannato…cioè, ma io non ho…»
RICCARDO: «E Longo l’avete condannato?»
PALAMARA: «Certo…non ha mai fatto…certo gli ho detto, che faccio? Le faccio. Non le ho mai fatte perché la mia linea è stata quella di fare il processo a Scavoli, di fare il processo alla Righini, li ho fatti tutti…quindi non mi sono mai accanito…cioè non è che sono andato…cioè tu dici che non dovevo proprio vedè le carte lì…
RICCARDO: «No no no»
PALAMARA: «Eh..ero consigliere…»
RICCARDO: «Da quelle carte…che Longo le spulciava…»
PALAMARA: «Il collegamento Centofanti-Longo, sì, ma io…cioè…era un rapporto…io dovevo giudicare Longo non…(incomprensibile, ndr) se avessi favorito Longo!»
RICCARDO: «Sì, ti arrestavano»
PALAMARA: «Allora mi arrestavano».

AL SUK DELLE NOMINE
Il procuratore generale della Cassazione e Palamara parlano poi delle nomine. Leggendo le trascrizioni, sembra di essere a un suk, un mercato delle vacche. Con Fuzio che dà più di un consiglio, e con la coppia che si mette a fare i conti sulle possibili decisioni del plenum del Csm in merito alle votazioni finali. Ipotizzando scenari diversi e alleanze tra Unicost, la corrente di centro di cui Palamara è re indiscusso, Magistratura indipendente, quella più spostata a destra, e Area, la corrente di sinistra.

RICCARDO: «…Cascini a un certo punto…non vuole…non vuole Lo Voi»
PALAMARA: «Ma è chiaro…sa che ci sto io sopra…»
RICCARDO: «Perché neanche loro…allora dice…a questo punto sono iniziati di teatri, ma alla catanese…io gli ho spiegato…dico guarda…il problema è questo, che loro mettono subito…calano le braghe su Creazzo…però, se tiene, è chiaro che…si può anche non sfidare…»
PALAMARA: «Unicost…Area o Uni…cioè tu dici…»
RICCARDO: «no: Unicost – MI»
PALAMARA: «E come fai? Se non…»
RICCARDO: «Portano…portano Creazzo, dopo vogliono Viola»
PALAMARA: «E Area?»
RICCARDO: «A quel punto Area si toglie…può anche votare…ti dirò di più…»
PALAMARA: «Lo Voi?»
RICCARDO: «No…può votare Creazzo, ma a questo punto se loro sono d’accordo con i movimenti (intende verosimilmente la corrente Movimento per la Giustizia, ndr)…questa cosa, cioè il ritardo può anche…questo, che anche se votano Creazzo pure quattro noi, cinque e quattro nove…MI, Area e…e i tre grillini votano Viola, si va in plenum e a quel punto non esce…
PALAMARA: «Appunto»
RICCARDO: «Oppure devono entrare…devono rimanere in tre per fare il ballottaggio»
PALAMARA: «Ma noi dobbiamo…c’abbiamo il consenso, è l’unica cosa, come al solito a quel punto, per salvare il gruppo, cade su di te…ma pure, puoi tenere su Creazzo? In plenum? Come fai? Ce la potresti fare, diglielo a Crini, ma succede un macello se perde con l’astensione tua e vince Viola, è peggio ancora…perché se io dico, non hai capito..se io dico…noi facciamo Viola a Roma tramite l’astensione di Riccardo…va bene, è il gioco delle parti, loro lo sanno e stiamo a posto e tu, io…potresti fare»
RICCARDO: «Cinque e quattro nove»
PALAMARA: «Vanno 5 di Unicost…quattro i Ara…e sono nove, Cerabona dieci…bisogna vedè che cosa fa Ermini…Si astiene giusto?
RICCARDO: «Ermini si dovrebbe astenere»
PALAMARA: «Ermini si dovrebbe astenere, almeno quello…visto che mo’ è scandalizzato da me, dalla cosa e tutto quanto che fa? Allora se tu ti astieni non può mai vincere Creazzo…»

Palamara e Fuzio continuano a fare calcoli. Il procuratore generale della Cassazione dice che «Giglioti è quello che mi ha fatto tradire la Grillo», e che «il problema è lavorare sui numeri, questo è il problema». Palamara è ottimista, e chiude dicendo che «da stasera, cambia tutto».

http://espresso.repubblica.it/inchieste/2019/07/01/news/csm-intercettazioni-procuratore-generale-riccardo-fuzio-1.336472