“Cupola 2.0”, 64 richieste di giudizio

La Procura di Palermo firma 64 richieste di rinvio a giudizio nell’ambito della maxi inchiesta antimafia “Cupola 2.0”. Innanzi al Tribunale presunti boss e gregari del dopo Riina.

La conferenza dell’operazione “Cupola 2.0” nel dicembre 2018

La Procura della Repubblica di Palermo invoca il processo a carico di 64 imputati nell’ambito della maxi inchiesta antimafia, sostenuta dalle indagini dei Carabinieri e della Squadra Mobile, cosiddetta “Cupola 2.0”, così battezzata in riferimento al tentativo di ricostituzione della Cupola di Cosa Nostra dopo la morte di Bernardo Provenzano e di Salvatore Riina. Sono stati il procuratore aggiunto Salvatore De Luca e i sostituti Bruno Brucoli, Francesca Mazzocco e Dario Scaletta a firmare le 64 richieste di rinvio a giudizio. A capo della nuova Cupola vi sarebbe stato Settimo Mineo, storico gioielliere, della famiglia Pagliarelli. E poi, insieme a Mineo, Gregorio Di Giovanni a capo di Porta Nuova, Francesco Colletti, che adesso collabora con i magistrati, a Villabate, e poi Leandro Greco di Ciaculli, nipote del “Papa” Michele Greco, e ancora, Giovanni Sirchia a Passo di Rigano, e Calogero Lo Piccolo, figlio del “Barone” Salvatore e fratello di Sandro, a San Lorenzo. E poi Salvatore Sorrentino al Villaggio Santa Rosalia, e Filippo Annatelli a capo della famiglia di Corso Calatafimi. E poi Gaetano Leto al Capo, e Massimo Mulè a Ballarò. E poi Filippo Bisconti, che come Colletti collabora con la giustizia, a Belmonte Mezzagno. Poi Salvatore Sciarabba a Belmonte Mezzagno, e Filippo Cusimano autista di Colletti a Villabate. E, nella famiglia di Villabate, Francesco Caponetto, Giuseppe Costa, Francesco Antonino Fumoso, Fabio Messicati Vitale, Michele Rubino e Salvatore Troia. Oltre a Bisconti e Colletti, si sono auto-accusati di essere stati parte della nuova mafia del dopo Riina i pentiti Sergio Macaluso e Domenico Mammi, della famiglia di San Lorenzo – Resuttana, di cui sarebbero stati parte anche Giuseppe Serio, Erasmo Lo Bello e Carmelo Cacocciola. E poi ancora, a Pagliarelli, Giovanni Cancemi, Michele Grasso, Matteo Maniscalco e Andrea Ferrante. A Corso Calatafimi, Salvatore Mirino e Marco La Rosa. Poi Gioacchino Badagliacca a Rocca Mezzomonreale, e Stefano Polizzi a Bolognetta. E poi, a Porta Nuova, Rubens D’Agostino, Michele Madonia, Luigi Marino, Rosolino Mirabella, e Giovanni Salerno. E nel mandamento di Misilmeri, Domenico Nocilla, Vincenzo Ganci, Vincenzo Sucato, Giusto Sucato, Pietro Merendino, Nicolò Orlando, Giuseppe Bonanno, Maurizio Crinò, Pietro Scafidi, e Filippo Di Pisa. Poi Stefano Albanese a Polizzi Generosa, e Antonio Giovanni Maranto a San Mauro Castelverde. Infine, richiesta di rinvio a giudizio solo per estorsione a carico di Giusto Amodeo, Giusto Giordano e Giusto Francesco Mangiapane di Misilmeri, Simone La Barbera di Mezzojuso, Pietro Lo Sicco di Capaci, e Giusto Alaimo di Villabate.