VOGLIONO UN PARLAMENTO DI MARIONETTE

Un episodio, uno tra i tanti che valgono assai più di interi trattati a dar la prova del degrado della funzione parlamentare.

Un Parlamento a maggioranza giallo-verde (Lega-5 Stelle) vota la legge sul reddito di cittadinanza.

Mica un “reddito”, un sussidio a “buoni” cittadini, ai benemeriti, a quelli senza precedenti penali, ai non esclusi dai pubblici uffici. Reddito per il solo fatto di essere cittadini. Esclusi solo i cittadini sottoposti a “misure cautelari personali” (carcerazione, arresti domiciliari, etc.).

Chiede ed ottiene, come era “giusto” secondo la legge appena approvata, Federica Saraceni, condannata a venti anni per una delle ultime manifestazioni di terrorismo (caso D’Antona).

Si scopre che cosa? Che la legge approvata ieri da un Parlamento nella stessa composizione di quello attuale, è stata semplicemente applicata. Che abbia “sconfitto la povertà” come gridò al vento quel guaglioncello di Di Maio era ed è, ovviamente altra cosa.

Ora gli stessi Parlamentari, proprio quelli lì che hanno votato la legge, minacciano il finimondo perché la legge stessa è stata applicata puntualmente ed a Federica Saraceni gli saranno corrisposti, credo, 600 o giù di lì, euro al mese.

E’ la conferma di aver votato a vanvera, senza sapere che cosa comportasse quel voto.

Un episodio tra tanti, una prova di un deprecabile degrado dell’istituzione fondamentale della Repubblica e della Democrazia.

Ma c’è qualcuno, anzi ci sono molti, troppi, a cui ciò non basta e vogliono un Parlamento di marionette ubbidienti ai fili dei burattinai.

Tutte le “riforme” venute in discussione (si fa per dire) magari per un episodio che ha dato luogo ad un po’ di attenzione della stampa (parlo, ad esempio, del ruolo che si è voluto attribuire a Greta per la battaglia da intraprendere sui mutamenti climatici) sono venute fuori senza un doveroso, attento approfondimento in considerazione degli umori delle folle e, peggio ancora dei loro manipolatori.

E’ di moda il “taglio dei Parlamentari”, con una asinina petulanza che manco il fascismo sfoderò negli anni tristi in cui oppresse l’Italia.

Taglio dei Parlamentari. Il motivo è uno solo: regolarsi secondo l’andazzo degli umori delle folle che vuole credere solo che essi siano degli scaldapoltrone e crede nei fatti e circostanze con le quali a ciò sono stati già, almeno in parte, così ridotti.

Nessuno si è preoccupato di vedere come potrebbero funzionare le oramai tantissime Commissioni parlamentari con solo una metà di Deputati e Senatori. Come si potrebbe provvedere alla pletora di funzioni che si sono accumulate sul Parlamento. Nessuno ha un’idea dell’effetto del “taglio” nel rapporto dei Rappresentati del Popolo Italiano con un territorio estremamente vario per economia, socialità, cultura etc.

Abolizione del voto di preferenza e progetto di “mandato imperativo”. Nessuno ha idea di cosa si va incontro con dei Parlamentari che, anziché simbolo di indipendenza, diverrebbero una folla di impiegati dipendenti dei padroni dei partiti.

E poi: “limite” dell’eleggibilità a due soli mandati.

Significa ridurre il Parlamento ad un branco di “novizi”. In tutti i Parlamenti del Mondo, i Parlamentari di più “lungo corso” sono quelli che danno all’Istituzione il senso della continuità e l’apporto dell’esperienza.

E così via.

Ora salta fuori (effetto “Greta”) il “voto a sedici anni”. C’è quell’irripetibile proverbio napoletano che direbbe tutto su di una simile dissennatezza.

Potrei continuare fino alla noia dei miei lettori.

Vogliono deformare il Parlamento per sputtanarlo, ricattarlo, espropriarlo della sua funzione di libera rappresentanza del Popolo. E di quel tanto che resta del suo prestigio.

C’è in questo antiparlamentarismo, fulcro dell’antipolitica cialtrona e facilona, quanto basta per alimentare la peggiore della dittatura.

 

Attenzione Amici. Il fatto che questa gente sia una manica di imbecilli non ci mette al sicuro. Gli imbecilli sanno essere molto, ma molto pericolosi.

 

Mauro Mellini