Renzi critico: “Spiccioli sul cuneo fiscale”. Conte duro: “Non abbiamo bisogno di fenomeni”

Lettera al Corriere dell’ex premier. Per ridurre maggiormente le tasse sul lavoro propone di tagliare la spesa in beni e servizi e di rimodulare il debito. Letta avverte Zingaretti e Conte: “Se va avanti così non mangiate il panettone”

Una lettera al Corriere della Sera per dire che la manovra così è insufficiente. Matteo Renzi scrive al quotidiano per chiedere più coraggio sulla riduzione del cuneo fiscale, perché “diminuire le tasse sul lavoro è la priorità ribadita a parole da tutti i leader politici e da tutti i commentatori economici”, ma in manovra ci sono “solo spiccioli”. Il leader di Italia Viva rivendica di averlo tagliato per “oltre 22 miliardi di euro” nel triennio 2015-2017 e rivendica anche il merito di aver impedito al Governo Conte bis di aumentare l’Iva per finanziare un più corposo taglio del cuneo fiscale.

Parole che allarmano Enrico Letta, che è già rimasto scottato in passato dal rapporto con Matteo Renzi. “Voglio dare un consiglio non richiesto a Conte e a Zingaretti” dice l’ex premier all’Aria che Tira, su La7, sottolineando che “la lettera di Renzi è per dissotterrare l’ascia di guerra: ‘Io vi faccio ballare’. Penso che loro non debbano accettare questo gioco, non facciano come me. Conte e Zingaretti hanno il coltello dalla parte del manico. Non è possibile che una maggioranza vada avanti in un ‘Vietnam’ quotidiano. Facciano con Renzi un patto, nel momento in cui Renzi non lo rispetterà si vada al voto. Se si va avanti come oggi il governo non arriva a mangiare il panettone”.

 

Parole, quelle di Renzi, a cui reagisce duramente Giuseppe Conte. “Tutti devono partecipare con massima impegno e determinazione all’azione del Governo. Non abbiamo bisogno di fenomeni” replica da Assisi il premier. “Poi se uno vuole andare in tv vada pure, ma si sieda al tavolo. Quando ci si siede vale la forza delle argomentazioni”. In particolare sulle critiche alle cifre previste per il taglio del cuneo fiscale, Conte dice che “non parlerei di pannicello caldo, quando parliamo di lavoratori bisogna avere rispetto per loro. Stiamo parlando di lavoratori che hanno bisogno di avere potere d’acquisto. Se per Renzi che ha uno stipendio consistente, 20-30 euro sono pochi per carità…Lui ha dato molto di più, ha usato risorse pubbliche ma noi abbiamo un quadro di finanza molto delicato”. E ancora, a proposito dell’Iva: “Mistificare la realtà è gravissimo. Cercare di rappresentare agli italiani che è stata presa una decisione, sulla quale poi si è tornati indietro, è pura mistificazione della realtà. Bisogna stare attenti, con gli italiani non si scherza. Bisognerebbe che tutti i politici lo avessero imparato”.

 

Scrive Matteo Renzi sul Corriere della Sera.

“Se abbassi davvero le tasse agli imprenditori, questi assumono. Se metti davvero soldi in tasca al ceto medio basso, questo spende. Il triennio 2015-2017 dimostra che sì, si può fare. Ma non è pensabile che per diminuire il cuneo si voglia aumentare l’Iva. Aumentare l’Iva per 7 miliardi in cambio di una riduzione del cuneo fiscale per 2.5 miliardi di euro non è un affare: è un autogol. E bene hanno fatto i nostri rappresentanti a opporsi con tutte le loro forze”.

 

Secondo Renzi aumentare l’Iva sarebbe stata “una follia” sia politica – un “immeritato assist” a Salvini – sia economica. Il senatore di Rignano ricorda cosa accadde in passato, rievocando uno dei suoi bersagli preferiti, Enrico Letta, il cui governo decise l’ultimo aumento dell’imposta. “Per mesi l’Italia ne ha pagato le conseguenze” sottolinea Renzi.

“Noi vogliamo ritornare a crescere dopo la devastante fase negativa del governo populista. E per farlo pensiamo che la vera priorità sia sbloccare il pacchetto da 36 miliardi di euro di investimenti pubblici tenuto fermo dai lacci della burocrazia e dell’inconcludenza politica. Ma vogliamo e dobbiamo incidere anche sul piano della spesa individuando due grandi priorità sulle quali lavorare”.

Il primo fronte è la spesa per beni e servizi: Renzi sottolinea di aver lasciato Palazzo Chigi con uno stanziamento tra attorno ai 135 miliardi di euro, cresciuto in tre anni a 150 miliardi. “Se tornassimo a spendere per beni e servizi quello che spendevamo con il nostro governo avremmo magicamente servita sul piatto una cifra per il cuneo fiscale degna di questo nome. Non gli spiccioli proposti quest’anno”. Il secondo fronte è quello degli interessi sul debito: oggi sono “bassi, molto bassi. Ma nel resto d’Europa sono addirittura negativi. Il che costituisce una ghiotta occasione. Va rimodulato il debito, non le aliquote Iva”. Renzi propone quindi di “allungare la scadenza spendendo meno e mettendo in sicurezza il Paese per un paio di decenni”.

“La vera rivoluzione è spendere meno in beni e servizi, è rimodulare il debito, è abbassare davvero le tasse”.