Grazie ad un angelo posso giocare ancora con mio papà

Al “Nicolas Green”, il premio regionale indetto per gli studenti di ogni ordine e grado, vincono le storie vere, quelle che toccano il cuore, fatte di ansie, di attese, di trepidazioni. A raccontarle sono sempre i più piccoli, gli alunni della scuola primaria.

Aurora Patito, studentessa dell’Istituto Comprensivo “Sciascia” di Racalmuto, è una di queste e per la sua storia, la sua bella storia si è aggiudicata il premio per la sezione prova grafica della scuola primaria.

Aurora non si è inventata nulla, non ha cercato spunti sul web, non ha fatto sfoggio di conoscenze e nozioni nel suo elaborato. Ha semplicemente raccontato con il cuore come sono andate le cose per il suo papà, Eduardo.

In pochi piccoli frames, Aurora con i tratti artistici propri di una bambina di nove anni, ha illustrato la storia del papà, un uomo, un professionista, costretto per sopravvivere a sottoporsi a lunghe sedute di dialisi perché i suoi reni non funzionavano più. Una vita apparentemente normale quella del geometra Patito, ma scandita da sedute di dialisi, controlli periodici, attese e speranza, la speranza che chi meno fortunato di lui potesse decidere come atto estremo di donargli un rene.

Per Eduardo la speranza si è trasformata in realtà all’ISMET di Palermo dove da “un angelo”, come scrive Aurora, ha ricevuto un dono, un grande dono, che gli ha permesso di poter ritornare a vivere, sognare e giocare con la sua bambina.

Nel corso della cerimonia di premiazione del “Nicolas Green”, la dottoressa Carmen Campo, dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo “Sciascia” di Racalmuto spiega: “Il premio è certamente un’iniziativa che ci aiuta a spostare l’attenzione da quella che è una cultura dominante che è fatta di utile, profitto, tornaconto ad una cultura del dono in generale. Quindi abbiamo sposato questo progetto come scuola perché si connette perfettamente a quell’asse del nostro PTOF, che cerca di educare alla cittadinanza nel senso di dare valori etici importanti come quelli della donazione. Nel nostro caso si è trattato di far sì che certe esperienze del vissuto dei bambini venissero in qualche modo incanalate, sublimate grazie alle maestre, agli insegnanti e quindi che si riuscisse ad uscire dalla difficoltà nella quale si vive verso una prospettiva più ampia che è sicuramente il dono”.

Fonte malgradotuttoweb