“Montante” in Commissione nazionale antimafia (video)

Il “Sistema Montante” approda a Roma, sul tavolo della Commissione nazionale antimafia presieduta da Nicola Morra, del Movimento 5 Stelle. Dopo i colleghi della Commissione regionale antimafia in Sicilia, presieduta da Claudio Fava, anche in Commissione a Roma si procede da oggi ad un’attenta analisi del “Sistema” politico, giudiziario, istituzionale, affaristico, che sarebbe ruotato intorno all’ex presidente di ConfIndustria Sicilia già condannato a 14 anni di reclusione in primo grado, in abbreviato, dal Tribunale di Caltanissetta. A differenza della Commissione in Sicilia, la Commissione nazionale che dimora a palazzo San Macuto procede alle indagini e agli esami con gli stessi poteri e le stesse limitazioni dell’autorità giudiziaria. Le prime due audizioni sono in calendario oggi, martedì 22 ottobre, e rispondono all’appello i giornalisti Attilio Bolzoni e Gianpiero Casagni, entrambi parte civile al processo in corso a Caltanissetta. Bolzoni e Casagni sono stati i primi ad anticipare la sussistenza e i primi contenuti dell’inchiesta che poi ha investito Montante e la sua “rete” nella quale sarebbero stati coinvolti gli stessi due giornalisti Bolzoni e Casagni, bersagli del “dossieraggio a fine di ricatto” che avrebbe caratterizzato il “Sistema Montante”. Il presidente della Commissione nazionale antimafia, Nicola Morra, intende, tra l’altro, approfondire perché il ministero degli Interni non si è costituito parte civile al processo “Montante” a Caltanisetta, e accertare e svelare frequentazioni e interessi di Montante e del “Sistema” fuori dalla Sicilia. Ed ecco perché l’indagine della Commissione antimafia travalica lo Stretto di Messina e si trasferisce nella Capitale. E il presidente Nicola Morra conferma e scrive su Facebook: “La storia di Montante non appartiene solo a lui perché dentro di sé ha un pezzo d’Italia con il sangue marcio, avvelenata dalle convenienze e dai ricatti, un’Italia che si fa sempre sedurre dall’esclusività dei cerchi chiusi, che cede sempre ad impulsi osceni, che per sopravvivere a se stessa non esita ad aggregarsi in forme non percepibili alla vista ma che trasudano umori infetti. Un’Italia asservita alle mafie ‘incensurate’, un’Italia da bonificare convincendola a seguire la logica della verità, delle regole, e non della furbizia e della convenienza individuale”. E poi ha aggiunto: “Antonello Montante continua a dar da lavorare ai magistrati di Caltanissetta, ma anche a tanti osservatori delle cose dell’antimafia che dovranno capire. Prima pure dava da lavorare: a tanti uomini di Stato, a tanti giornalisti, a tanti prezzolati disposti a tanto pur di aver qualche soldo. Ci sarà da ridere quando ne ragioneremo in commissione prossimamente. E molti saranno nervosetti…”.

fonte teleacras Angelo Ruoppolo