L’ex senatore Lumia si fa vivo nel giorno dei Morti: intervista di Calleri su Jiuorno.it
Nel giorno della commemorazione dei defunti l’ex senatore-antimafia Giuseppe Lumia, dopo qualche anno di silenzio, riguardo al suo fraterno amico Antonello Montante, già condannato a 14 anni di reclusione e sotto inchiesta per mafia, si è fatto vivo. Come se nel frattempo non fosse successo niente.
Come se la spy story targata Montante, quell’intricata rete di inquietanti collusioni di uomini ed apparati dello Stato, finalizzata a promuovere carriere ed affari illeciti di alcuni ben individuati sedicenti ‘professionisti dell’antimafia’… come se quella pericolosissima organizzazione criminale, che i magistrati di Caltanissetta hanno definita ‘mafia trasparente’, alias ‘Sistema Montante’ e che l’attuale presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, ha definito ‘Sistema Lumia’, non lo riguardi nella maniera più assoluta.
Ci vuole veramente faccia tosta! Sentire ancora Lumia è davvero troppo! A raccogliere le sue solite riflessioni di facciata, la sua solita tiritera su mafia e antimafia, è il sito on-line fiorentino, Juorno.it, attraverso un’intervista rilasciata a Salvatore Calleri, presidente della Fondazione Antonino Caponnetto, già assessore regionale e consulente dell’ex presidente della Regione Rosario Crocetta.
Signor Lumia, c’era proprio bisogno di aspettare il giorno dedicato ai nostri cari defunti per venirci a parlare, ancora una volta, di : ‘collusioni e mascariamento’ e ad ammonirci che ‘abbiamo bisogno dell’antimafia del giorno prima, non quella del giorno dopo’ ?
A quale antimafia si riferisce lei? A quella di quando lei era definito ‘il senatore della porta accanto’? Quella dei bei tempi di quando faceva il puparo assieme a Montante, giocando col pupo, Rosario Crocetta, conosciuto altrimenti come ‘Saro il pallonaro’ ? Ci riferiamo proprio ad uno dei tanti ‘pallonari’ dell’antimafia. Ci riferiamo, ovviamente, non solo a Crocetta, ma anche a chi, come lei, in qualche caso, quale quello relativo all’attentato a Giuseppe Antoci, l’ex presidente del Parco dei Nebrodi, era solito incorrere in degli insani furori antimafiosi, finalizzati alla creazione su scala industriale, od artigianale se preferisce, di più o meno falsi eroi e/o falsi ‘apostoli dell’antimafia’.
Lei era già incorso in errori del genere, se non sbaglio, accreditando ai massimi livelli istituzionali gente come l’ex falso eroe antipizzo Robero Helg, nonché i vertici di Confindustria Sicilia, con Montante in testa ed a seguire Giuseppe Catanzaro ed Ivan Lo Bello. Fermo restando che, qualche altra sua illustre creatura, sempre e comunque da lei immatricolata quale eroe antimafia, è tuttora in circolazione e rischia ancora di provocare ulteriori incidenti pseudo-antimafiosi. La tecnica relativa ai depistaggi ed alle parodie di crimini inscenati per santificare i suoi falsi eroi, signor Lumia, adesso la conoscono tutti.
Riguardo al caso Antoci basta leggere la relazione della Commissione Regionale Antimafia, presieduta da Claudio Fava, per renderci conto della bontà della sua lotta alla mafia. Ci riferiamo a quel passaggio in cui il primo cittadino di Cesarò, Salvatore Calì, racconta: «Mi ha chiamato il senatore Lumia. Dice: “Ma che stai dicendo? L’attentato c’è stato… Devi dire che c’è la mafia”».
Come è noto a tutti, lei vedeva la mafia ovunque! Che è come dire: ‘quando tutto è mafia, niente è mafia!’.
Siamo ancora in attesa, ad esempio, di trovare i colpevoli delle decine di intimidazioni ed attentati perpetrati ai danni dei suoi ‘correligionari dell’antimafia’.
Anche se qualche idea in proposito gli investigatori se la sono già fatta.
L’odierna commemorazione dei defunti, ne siamo certi, verrà ricordata per questa sua ennesima chiacchierata ‘antimafiosa’ col suo fidato intervistatore, Salvatore Calleri, che oltre ad essere stato, come detto, assessore regionale e consulente di Crocetta (il più istrionico ‘strillone’ dell’antimafia), è attualmente copresidente dell’OMCOM (l’Osservatorio Mediterraneo sulla Criminalità Organizzata e le Mafie), creato con la Fondazione Mediterraneo ed il suo presidente Michele Capasso.
Il Calleri quest’anno, tra i tanti impegni, ovviamente sempre di matrice antimafiosa, ha dato alle stampe il frutto di una sua fatica ‘letteraria’ che rientra sempre nel solito canonico e commovente cliché, dal titolo: “IL MANUALE DI SOPRAVVIVENZA ALLA MAFIA”.
Ciò che ci colpisce delle divagazioni sulla mafia del duo Lumia-Calleri, sono alcuni suggestivi passaggi quando alla domanda di Calleri: ‘Oggi è di moda il mascariamento, che cosa è per te? Come me lo descriveresti?’ Lumia risponde, arrampicandosi anche lungo gli irti e ‘perigliosi’ sentieri della sua memoria storica, arrecando però un qualche oltraggio alla memoria dei veri martiri della mafia:
“È un conflitto antico sempre utilizzato dalle Mafie. Contro Benardino Verro alla fine dell’Ottocento, contro Placido Rizzotto subito dopo la seconda guerra mondiale, contro Impastato, Mattarella, contro La Torre tra la fine degli anni settanta e i primi degli anni ottanta… Come dimenticare che la stessa sorte subirono Falcone e Borsellino… Una strategia che nelle nostre società sta diventando egemone: in famiglia, nel lavoro, nella politica, nella Chiesa, nelle realtà associative… L’attacco alla persona dilaga, spesso portato avanti dai cosiddetti insospettabili come avvenne contro il giudice Falcone… Con il mascariamento si distrugge tutto e il conflitto, quello legittimo delle idee e delle strategie, lascia il passo al conflitto distruttivo, quello a “somma zero”… Un bel regalo alle mafie e alle “menti raffinatissime” che l’accompagnano tutt’ora nel suo cammino. Per capire meglio basta soffermarsi su cosa avvenne durante la stagione delle Stragi del ‘92 e del ‘93. Una strategia attivissima e in pieno svolgimento… ”
Verrebbe da dire che siamo sempre alle solite! Antonello Montante per anni si faceva accreditare ed era accreditato dallo stesso Lumia quale ‘apostolo dell’antimafia’. Ciò avveniva in tutte le sedi istituzionali, urbi ed orbi.
Come è noto si è trattato di una tragica farsa, di una cocente impostura pseudo antimafiosa, trascinatasi sino a quando, il 10 maggio scorso, è stato condannato, per ora solo a 14 anni di reclusione. Sul capo del pupillo di Lumia, come è noto, pendono altre due pesanti inchieste per mafia e corruzione. Sono state raccolte quintali di schiaccianti prove, di testimonianze, documenti ed intercettazioni che hanno messo in luce qual era il vero volto di quello che, giustamente, il giornalista Attilio Bolzoni definisce nel suo libro ‘il padrino dell’antimafia’, il cui curriculum antimafioso era stato aggiustato nelle officine dei servizi segreti che Lumia ben conosce.
Lumia in questa intervista, davvero strana, che cade guarda caso nel giorno della commemorazione dei defunti, osa associare il suo nome a quello di Bernardino Verro che, nel 1892, capeggiò la gloriosa rivolta dei ‘Fasci Siciliani’. Poi cita il sindacalista Placido Rizzotto, Pier Santi Mattarella, Pio La Torre, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
Chissà perché sciorina questo elenco di martiri della mafia, e li accosta al suo opacissimo impegno antimafioso, proprio nel giorno dei Morti.
Sembra la stessa tecnica utilizzata anche dal suo carissimo amico e compare del capomafia di Serradifalco, Antonello Montante.
Anche il Montante amava paragonarsi e farsi paragonare, soprattutto in occasione di tutti gli incontri istituzionali ad altissimo livello, davanti al Presidente della Repubblica, a ministri ed ai vertici delle Forze dell’Ordine, ai compianti ed autentici eroi-martiri, l’imprenditore Libero Grassi ed all’eroe, martire e Santo, Don Pino Puglisi.
Signor Lumia, siamo davvero commossi ma parecchio disillusi, anche quando il suo intervistatore le porge un’altra domanda davvero ad effetto:
Sei stato condannato a morte dalla mafia, pertanto viene spontaneo chiederti: che rapporto hai con la paura?
E lei, come è nel suo stile, come se si trattasse di una reale condanna a morte decretata nei suoi confronti non si sa quando, dove e perché, cosa risponde?
“Un rapporto disgraziato, un po’ maledetto. Guai a sottovalutarla: tra l’altro ti tiene all’erta e vigile come deve essere un guerriero che sceglie di dedicarsi a questa vera e spesso logorante guerra. Ma guai anche a fare prendere il sopravvento proprio alla paura: si diventa facilmente paranoici e ci si autodistrugge pian piano… Non è facile, ma dovremmo spostare l’egemonia della paura e trasferirla addosso ai mafiosi per farla entrare nelle loro famiglie, nei loro ambienti collusivi sino a intaccarne la stessa sicurezza nell’organizzazione. Ci ho provato più volte. Quando ci sono riuscito i risultati sono arrivati come la paura che hanno dall’aver promosso sistematicamente la legislazione del “doppio binario”: ergastolo, 41 bis, misure di prevenzione, 89 bis, interdittive Antimafia e così via… Naturalmente pagando un prezzo personale pesante e spesso insopportabile…”.
In conclusione, malgrado quello che potrà pensare lei di quanto fin qui abbiamo riportato, caro ex senatore Lumia, caro ex presidente della Commissione Antimafia ed (ex) amico del ‘padrino dell’Antimafia’ e compare dei mafiosi Antonello Montante, le giuro che siamo davvero preoccupati per lei, soprattutto quando pensiamo a ciò che ha avuto modo di dire, nei suoi confronti, qualche anno fa, un suo ex amico, l’attuale sindaco di Palermo, Leoluca Orlando.

Orlando dichiarò pubblicamente, quando lei dettava legge dentro il Partito Democratico (grazie al suo sodalizio con ‘gli apostoli dell’antimafia’ Antonello Montante, Ivan Lo Bello e Giuseppe Catanzaro) che, così come era uscito dalla Democrazia Cristiana, quando uno dei suoi leader era Salvo Lima, colluso con la mafia ed ucciso nel 1992, allo stesso modo si era rifiutato di entrare nel PD quando lei, prima con Raffaele Lombardo (tuttora sotto processo per mafia) e poi con Rosario Crocetta, avete stretto rapporti molto equivoci con pezzi del vecchio ceto politico, ma soprattutto imprenditoriale, entrambi strettamente legati alla mafia.
Sono questi i soggetti che lei, caro signor Lumia, deve temere per la sua eventuale incolumità. Che poi sono gli stessi soggetti che amava frequentare il suo amico Antonello Montante, non foss’altro perché egli è stato praticamente, sin dalla sua tenera età, una loro creatura. Come del resto sostiene il magistrato Graziella Luparello, che lo ha condannato. Non è un caso se nelle motivazioni della sentenza si legge che il Montante, col quale vi siete accordati per governare la Sicilia, prima assieme a Raffaele Lombardo e poi con Rosario Crocetta, sino al 2017, era espressione di quella che viene definita ‘mafia trasparente’ che si è incuneata in maniera ‘perpendicolare’ in tutti i vertici istituzionali dello Stato.
E non mi dica che questo lei non lo sa, perché non ci credo.
Salvatore Petrotto