Alida Marchese una teste ‘’guidata’’


1111 L’ingerenza di Montante nelle sommarie informazioni rese da Alida Marchese

Fedele servitrice di MONTANTE pare essere anche Alida MARCHESE, al pari della VANCHERI legata al primo da rapporti di gratitudine; al pari della VANCHERI, contattata da MONTANTE, per interposta persona, in vista della sua escussione innanzi alla P.G.; al pari della VANCHERI, chiusa in dichiarazioni agnostiche sulla sparizione dei documenti confindustriali.
In ordine alla intensità dei rapporti intercorrenti tra MQNTANTE e MARCHESE e al loro radicamento nel tempo (dal 1996), può essere utile scorrere le risultanze del file excel, da cui emerge anche la compartecipazione di MARCHESE nelle società di MONTANTE: […]. Significative, sul punto, si rivelano anche le dichiarazioni rese da Giovanni CRESCENTE, secondo il quale MONTANTE si era adoperato per assicurare il reintegro della MARCHESE all’interno di Confindustria, dopo un periodo di interruzione del rapporto di lavoro.
[…] Ciò posto, occorre passare alla ricostruzione delle indebite interlocuzioni avute da MONTANTE con la MARCHESE in vista dell’escussione di quest’ultima da parte della P.G.
Anche in tal caso è CICERO la persona che, mediante la narrazione degli avvenimenti del 21 giugno 2015, consentiva di apprendere dei contatti febbrili che precedettero la deposizione della dipendente di Confindustria: dal momento in cui, un po’ casualmente, lo stesso era venuto a conoscenza, tramite il Dott. Alessandro PILATO, della convocazione di Alida MARCHESE innanzi alla P.G., alla richiesta, rivolta allo stesso CICERO da MONTANTE, di contattare Alida MARCHESE prima della sua partecipazione all’atto istruttorio. E ciò, in quanto l’odierno imputato non sapeva ancora che un altro suo cortigiano, Vincenzo MISTRETTA, aveva già provveduto ad istruire la persona informata dei fatti sulle risposte da rendere agli investigatori.
Ancora una volta la rievocazione degli avvenimenti proposta da CICERO è ampiamente avvalorata dalle risultanze dei tabulati telefonici e dal contenuto delle conversazioni intercettate.
Per esigenze di sintesi, si procederà alla estrapolazione dei passi rilevanti dell’ordinanza cautelare (da p. 305), nelle quali si dà atto delle dichiarazioni, assolutamente centrali, di CICERO e dell’attività di riscontro (peraltro non necessaria) posta in essere dalla polizia giudiziaria (cfr. annotazione n. 1062/2017 cat. II Mob. SCO- 3° Gruppo del 26 aprile 2017):

Il copione sin qui descritto in relazione a Gioacchino MONTANTE e Linda VANCHERI è destinato a ripetersi in relazione ad Alida MARCHESE, posto che, anche in tal caso, è stato possibile accertare che il MONTANTE abbia incaricato Vincenzo MISTRETTA di incontrare la MARCHESE prima dell’espletamento dell’atto istruttorio innanzi alla polizia giudiziaria al fine di istruirla sulle dichiarazioni da rendere. Pure in tale circostanza occorre muovere dalle dichiarazioni rese da Alfonso CICERO, il quale, in occasione delle sommarie informazioni testimoniali rese in data 17.9.2015, ha riferito che:
il 21.6.2015 – almeno così rammentava ~ aveva avuto un incontro presso la sua abitazione con il dott. Alessandro PILATO per affrontare questioni relative alla contabilità dell’IRSAP. Nell’occasione il professionista gli aveva fatto presente di aver casualmente incontrato alla pasticceria “Stella” di Caltanissetta Alida MARCHESE, la quale si era mostrata “preoccupatissima” e gli aveva riferito di essere stata convocata dagli inquirenti per rendere dichiarazioni. Il PILATO aveva quindi commentato la vicenda sottolineando che, a suo parere ed in considerazione proprio del fatto che si voleva escutere la MARCHESE, le indagini nei confronti del MONTANTE dovessero ritenersi connotate da una loro serietà e non potessero essere quindi relegate a questioni di poco conto come sino a quel momento aveva reputato;
successivamente si era recato a casa del MONTANTE di contrada Altarello per discutere con lo stesso del memoriale che questi, in quel periodo, stava predisponendo. In quella circostanza il MONTANTE aveva iniziato a lamentarsi per i problemi che gli stavano causando le indagini in corso nei suoi confronti ed egli aveva replicato sottolineando la vita estremamente faticosa che conduceva, cui si erano aggiunte, in quel periodo, le ulteriori complicazioni per una multa che gli era stata comminata dalla Guardia di Finanza per la irregolare posizione lavorativa della sua domestica, questione che stava risolvendo grazie al contributo datogli anche dal Prof. PILATO. Nell’udire il nome di quest’ultimo, il MONTANTE gliene aveva domandato notizie ed egli, tra le altre cose, gli aveva raccontato ciò che questi gli aveva in precedenza riferito in ordine alla convocazione della MARCHESE da parte degli organi inquirenti. Nell’apprendere tale circostanza, il MONTANTE si era subito mostrato preoccupato e gli aveva quindi chiesto di rintracciarla telefonicamente per suo conto. Avendo intuito che lo scopo di quella telefonata fosse quello di avere ragguagli dalla stessa MARCHESE in ordine alla citazione di cui avevano poco prima parlato, si era rifiutato di assecondare il MONTANTE, sicché questi aveva raggiunto telefonicamente Vincenzo MISTRETTA, il quale, di lì a poco, era sopraggiunto nell’abitazione di Serradifalco. Aveva udito i due iniziare a discutere della MARCHESE, sicché, trovandosi in imbarazzo per la piega che stavano prendendo gli eventi, era uscito in giardino a fumare una sigaretta, sebbene il MONTANTE lo avesse invitato ad assistere alla discussione. Quando aveva fatto rientro in casa, il MONTANTE ed il MISTRETTA erano ancora intenti a discutere della MARCHESE ed egli aveva potuto comprendere, dal tenore complessivo dei dialoghi cui aveva assistito, che il MONTANTE avesse incaricato lo stesso MISTRETTA di recarsi dalla MARCHESE per riferirle alcune ambasciate aventi ad oggetto proprio la convocazione della stessa da parte della polizia.

Ebbene, anche in tal caso le dichiarazioni del CICERO hanno trovato puntuale riscontro sulla scorta degli elementi complessivamente acquisiti al procedimento (cfr., oltre agli esiti delle attività tecniche, l’annotazione nr. 1062/2017 cat. II Mob. SCO- 3° Gruppo del 26.04.2017) e in specie:
il 21.6.2015 Alessandro PILATO contattava telefonicamente (alle ore 12.23) Alfonso CICERO. Le utenze dei due venivano localizzate nella città di Caltanissetta e se ne trae, quindi, conferma del fatto che effettivamente, quel giorno, i due si fossero incontrati;
Antonio Calogero MONTANTE, sempre il 21.6.2015, giungeva a Serradifalco attorno alle ore 21, provenendo da Tusa (ME) ove era rimasto dalle ore 16 circa sino alle successive ore 19 circa. Nel pomeriggio di quel giorno il CICERO ed il MONTANTE si scambiavano alcuni sms (alle ore 19.33.20, alle ore 19.33.43, alle ore 20.15 ed alle ore 20.18) e, nella serata, il CICERO – già alle ore 22.33 – si trovava a Serradifalco, come comprovato dalla cella telefonica agganciata in quel momento dal suo apparecchio radiomobile.  […] Occorre, altresì, rilevare che, dalle attività di intercettazione, è emerso che alle ore 19.36 il MONTANTE e Vincenzo MISTRETTA si erano sentiti telefonicamente per darsi appuntamento alla mattina del giorno seguente (cfr. R.1nt. 177/15, progr. nr. 3304). Pur tuttavia, alle successive ore 21.35 – allorché, cioè, il CICERO già era nell’abitazione di contrada Altarello – il MONTANTE chiamava il MISTRETTA e lo convocava presso la sua abitazione (cfi. R. Int. 177/15, progr. nr. 3317); si presti attenzione al fatto che in quella occasione l’imprenditore di Serradifalco, avendo percepito le perplessità del MISTRETTA, dapprima (almeno da ciò che pare comprendersi) gli evidenziava di avere la “febbre” – e di non essere quindi sicuro che si sarebbero potuti incontrare l”indomani – e poi gli rappresentava la necessità di raggiungerlo subito perché occorreva discutere del “made in Italy”. Il MISTRETTA, in effetti, si metteva in macchina e si recava presso Pabitazione di Contrada Altarello, ove giungeva alle ore 22.02 (cfr. R. Int 535/15, progr. nr. 172) e da dove si allontanava alle successive ore 22.35 (cfi. R. Int., progr. nr. 174).
nel pomeriggio del giorno 21.06.2015, il MISTRETTA contattava telefonicamente Alida MARCHESE (cfi. progr. nr. 3298 delle ore 17.33) ed i due si accordavano per prendere, di lì a poco, un caffè presso l°abitazione dello stesso MISTRETTA. Dal tenore della conversazione era possibile comprendere come la stessa fosse intercorsa dopo uno scambio di messaggi tra i due (avvenuto con ragionevole certezza tramite l’applicazione “whatsapp” poiché gli stessi non venivano intercettati) e con i quali la MARCHESE aveva certamente rappresentato al MISTRETTA la necessità di parlargli, così spiegandosi l’iniziativa presa dalla stessa MARCHESE nel corso della telefonata di che trattasi di richiedere un incontro. Inoltre, si trae precisa conferma alle dichiarazioni del CICERO, posto che è la stessa MARCHESE ad evidenziare al MISTRETTA di avere incontrato, quella stessa mattina, il dott. PILATO presso la pasticceria “Stella” di Caltanissetta. […] Successivamente, a conferma dell’avvenuto incontro tra i due, si registravano altre due telefonate (ai progressivi nr. 330025 e nr. 3301), dalle quali si evinceva che la MARCHESE si trovava davanti a1l’abitazione del MISTRETTA e gli chiedeva di aprirle il cancello.
[…] Si può dunque affermare, perché in tal senso depongono univocamente tutti gli elementi di prova acquisiti al procedimento, che anche la MARCHESE sia stata debitamente indottrinata sul contenuto delle dichiarazioni che avrebbe dovuto rendere alla Squadra Mobile di Caltanissetta, nei cui uffici veniva escussa il giorno seguente rispetto all’incontro avuto con Vincenzo MISTRETTA di cui si è detto poc’anzi.
Va però rilevato che la discussione cui aveva assistito il CICERO all’interno dell’abitazione del MONTANTE nella tarda serata del 21.6.2015 non era quella con la quale il MONTANTE dava istruzioni al MISTRETTA per “pilotare” l’atto istruttorio della MARCHESE, ma quella in cui lo stesso MISTRETTA ragguagliava il MONTANTE di ciò di cui aveva già discusso con la MARCHESE medesima nel pomeriggio. Ed invero, l’analisi ragionata degli elementi complessivamente acquisiti al procedimento consente di affermare che:
la MARCHESE, dopo aver ricevuto la convocazione presso gli uffici della Squadra Mobile di Caltanissetta, di sua iniziativa contattava il MISTRETTA e con lo stesso poi si incontrava nel pomeriggio del 21 .6.2015 per avere lumi su ciò che bisognava dichiarare (o non dichiarare) agli inquirenti;
il MONTANTE, dopo aver appreso dal CICERO, nella serata del 21.6.2015, della convocazione della MARCHESE e non sapendo ancora dell’avvenuto contatto tra quest’ultima ed il MISTRETTA, chiedeva allo stesso MISTRETTA di raggiungerlo presso la sua abitazione, di certo non per discutere del “made in Italy” quanto per fare il punto sulla situazione. In quella occasione il MISTRETTA aveva però rassicurato il MONTANTE, ragguagliandolo di quanto aveva già discusso nel pomeriggio con la MARCHESE.
Può senz’altro affermarsi che l’appunto contenuto nel file excel di cui si è detto poc’anzi, nelle intenzioni del MONTANTE, dovesse servire a giustificare la presenza del MISTRETTA, quella sera, presso la sua abitazione; gli elementi acquisiti al procedimento consentono, infatti, di affermare che il MISTRETTA non avesse affatto cenato a casa del MONTANTE (come riportato nell’annotazione) ed inoltre il contenuto della telefonata con la quale veniva convocato a casa dell’imprenditore di Serradifalco consente di escludere che lo stesso MISTRETTA si dovesse ivi recare per “memoriale libro” (come pure riportato nell’appunto), posto che il MONTANTE, come detto, accennava alla necessità di parlare del “made in Italy” ed inoltre, nella telefonata precedente, i due si erano dati appuntamento per incontrarsi il giorno seguente (il che sta a testimoniare che non vi fosse alcun appuntamento programmato, per quella sera, al fine di confezionare “il memoriale libro”). Va, altresì, rilevata la pretestuosità del motivo (un attacco febbrile che non gli dava certezza sul fatto che l’indomani si sarebbero potuti incontrare) con il quale il MONTANTE – contrariamente a quanto avevano in precedenza programmato – convocava il MISTRETTA presso la sua abitazione nella serata del 21.6.2015. Ed invero, sempre dalle attività tecniche in corso, è stato possibile accertare che il MISTRETTA (cfr. R. Int. 177/15, progr. nr. 3341 delle ore 9.58, progr. nr. 3342 delle ore 10.15, progr. nr. 3351 delle ore 11.25) anche il giorno seguente (sia pure ad orario diverso da quello originariamente stabilito) si recava presso l’abitazione del MONTANTE (in compagnia di altri soggetti), mantenendo, cioè, fede a quanto avevano programmato di fare nel corso della telefonata delle ore 19.36 del 21.6.2015. Se ne ricava, quindi, che il MONTANTE avesse utilizzato un linguaggio allusivo (“febbre”, “made in Italy”) per far comprendere al MISTRETTA che era insorta l’improvvisa necessità di parlargli e che si spiega adeguatamente solo alla luce delle dichiarazioni del CICERO e cioè per discutere della convocazione da parte degli inquirenti di Alida MARCHESE.
Inutile dire come la MARCHESE non abbia offerto alcun contributo per fare chiarezza in merito alle circostanze che gli sono state domandate, limitandosi a negare di aver mai saputo che non si riuscissero a rintracciare, all’interno di CONFINDUSTRIA Caltanissetta, le schede associative delle aziende riferibili al MONTANTE.
[…] Ora, sebbene manchi la prova diretta dell’indottrinamento di Alida MARCHESE da parte di Vincenzo MISTRETTA per volontà di MONTANTE, è evidente che tale indottrinamento vi fu, come evinto:
1) dalla viva preoccupazione manifestata da Alida MARCHESE all’arrivo della convocazione da parte della P.G.;
2) dal suo incontro, subito dopo, con MISTRETTA;
3) dalla richiesta, rivolta da MONTANTE a CICERO, una volta appreso della convocazione di Alida MARCHESE, di contattare quest’ultima telefonicamente;
4) dalla successiva richiesta, rivolta da MONTANTE a MISTRETTA, di un loro incontro immediato, al fine di avvalersi dell’apporto di quest’ultimo per indottrinare la MARCHESE sul contenuto delle dichiarazioni da rendere agli investigatori, e ciò sulla base dell’erroneo presupposto che MISTRETTA non avesse già provveduto motu proprio;
5) dalla negazione, da parte di MARCHESE, innanzi alla P.G., di circostanze da considerarsi pacificamente accertate.
In tale contesto di elevato nitore ricostruttivo, è appena il caso di accennare alle dichiarazioni di VENTURI (verbale di sommarie informazioni testimoniali del 17 settembre 2015), che, per averlo appreso da CICERO, riferiva che “il MONTANTE si è recato a casa di Linda VANCHERI per istruirla su cosa avrebbe dovuto riferire in occasione dell’atto istruttorio per cui era stata convocata.
Sempre il CICERO mi ha detto che il MONTANTE lo aveva contattato affinché facesse da suo tramite per un’analoga opera di indottrinamento nei confronti di Alida MARCHESE, ma egli si era ancora una volta rifiutato. Presumo che siano state la VANCHERI e la MARCHESE a riferire al MONTANTE di essere state convocate in Procura e ciò dico perché so degli ottimi rapporti che intercorrono tra gli stessi…omissis…”.

Fonte mafie blog autore repubblica