Svimez: i giovani fuggono dal sud e adesso anche gli over 40 senza lavoro

Si ripete, con notevole incremento rispetto al passato, il fenomeno dell’emigrazione giovanile e dei “papà” in cerca di lavoro. Una crisi che sta svuotando diversi comuni siciliani e che sembri non interessare la politica e le istituzioni. Un sistema economico basato sul clientelismo politico e sul malaffare mafioso ha bruciato miliardi di euro in inutili progetti .Sono poche le aziende siciliane che guardano al mercato e ci sanno stare. Vere oasi nel deserto. Un territorio distrutto dall’abusivismo , dalla mafia degli affari milionari, delle lottizzazioni facili e dalla demolizione delle aziende confiscate, non consente neanche minimamente di parlare di sviluppo. Pure lo sfruttamento turistico ,cosi come avviene a Rimini , Riccione o Gallipoli oggi è precluso da limiti strutturali. Tolti alcuni comuni come, San Vito, Taormina , le Isole o la Val di Noto, il resto è tutto da rifare. In Sicilia stanno bene solo i dipendenti pubblici e i pensionati.Anche il reddito di cittadinanza è stato un flop. Per non parlare del settore agricolo che viene sempre sfruttato da chi ha in mano le reti commerciali , lasciando miserie agli agricoltori. Una situazione al collasso, meglio andare via. Chi perde il lavoro nel 70 % casi non lo trova. Chi cerca un lavoro rischia di finire nella depressione. La politica dorme e la Sicilia si svuota

I dati

Il 2019 vede il Sud entrare in «recessione», con un Pil stimato in calo dello 0,2%, a fronte del +0,3% del Centro-Nord (+0,2% la media nazionale). È quanto emerge dal Rapporto Svimez, che segnala per il 2020 una «debole ripresa»: con il Mezzogiorno che crescerà non oltre lo 0,2% (a fronte dello 0,6% dell’Italia nel complesso).
«L’Italia si allontana dall’Europa» e «il divario Nord-Sud rimane non sanato». È così che funziona quello che la Svimez definisce come il «doppio» gap a svantaggio del Mezzogiorno. «L’Italia – spiega il direttore Luca Bianchi – segue il profilo di crescita europeo con un’intensità sempre minore e il Mezzogiorno aggancia in ritardo la ripresa e anticipa le fasi di crisi». Guardando alle cifre: «Nel 2018 il PIL del Mezzogiorno è ancora oltre 10 punti al di sotto dei livelli del 2008; nel Centro-Nord mancano ancora 2,4 punti percentuali».
«Dall’inizio del nuovo secolo hanno lasciato il Mezzogiorno 2 milioni e 15 mila residenti, la metà giovani fino a 34 anni, quasi un quinto laureati». Così il Rapporto Svimez, che lancia l’allarme sulla «trappola demografica». In Italia nel 2018 si è raggiunto «un nuovo minimo storico delle nascite», si ricorda, sottolineando che al Sud sono nati circa 157 mila bambini, 6 mila in meno del 2017. La novità, spiega, è «che il contributo garantito dalle donne straniere non è più sufficiente a compensare la bassa propensione delle italiane a fare figli».

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