L’impostura dei Comuni siciliani sciolti dalla ‘munnizza’ dell’antimafia

Nota rivolta ad un giornalista di Modica, ritenuto un carrierista di professione, o per meglio dire, con tutta probabilità, un falso professionista dell’Antimafia (?).

Un soggetto super scortato che ha subito una serie di intimidazioni e/o attentati, la cui matrice è ancora tutta da decifrare.

Si tratta di un giornalista che, dal 2014, vive sotto scorta e che, assieme a Vincenzo Morgante, ex direttore di tutti i TGR della RAI, uomo raccomandato da Antonello Montante e suo fedelissimo, è approdato sin dentro il Vaticano, andando a lavorare presso le emittenti radio-televisive della Santa Sede.

Vi state chiedendo chi è costui?

È stato sostenuto da uomini del calibro dell’ex senatore Beppe Lumia, eminenza grigia dei governi LOMBARDO-CROCETTA-MONTANTE.

Sempre questo nostro giornalista, dava grande risalto a quanto scritto da una delle tante commissioni che hanno compiuto delle pelose indagini ispettive, per fare sciogliere per mafia il Comune di Scicli. In questo così come probabilmente in altri casi, il giornalista in questione, debitamente sponsorizzato da colui che è meglio conosciuto come il ‘senatore della porta accanto’ dei bei tempi dell’ex presidente della Regione Siciliana, Rosario Crocetta, si sperticava nel dimostrare, invano, che un attacchino, di Scicli, un po’ balordo ed arrogante, era il capo dei capi di cosa nostra in Sicilia.

Quel ‘terribile’ attacchino diventa il grimaldello attraverso cui scardinare la porta del Comune di Scicli, per farvi entrare dentro tutta l’immondizia, anche quella istituzionale, che il Consiglio Comunale del paese del commissario Montalbano si era rifiutato di fare smaltire. È il 2014 quando veniva sciolto, per delle inesistenti infiltrazioni mafiose quel Comune e veniva assegnata, contemporaneamente, la scorta al nostro giornalista ‘paldino dell’antimafia‘, su sollecitazione di Lumia. Consiglio comunale sciolto dall’allora ministro dell’Interno, Angelino Alfano, fraterno amico di Antonello Montante.

Volete sapere quali reati aveva commesso quel Consiglio Comunale? Si rifiutava di fare abbancare e smaltire nel proprio territorio l’immondizia della ‘Confindustria di Montante‘! Così l’amico ministro di Montante faceva sciogliere per mafia il Comune di Scicli ed assicurava la scorta al nostro giornalista. A spalleggiare questo eccezionale giornalista di inchiesta, amico anche, oltre che di Lumia, di Giuseppe Antoci, altro ‘Lumiano’ ‘paladino dell’antimafia, sono stati degli speciali protettori, facenti parte della premiata ditta, ‘Lumia & company‘. Tra questi ‘company‘ ci sono anche uomini dei servizi segreti. Quest’ultimo inquietante aspetto, riguarda l’ingerenza dei servizi segreti nello scioglimento del Comune di Scicli, con tutta probabilità, per favorire la solita lobby di ‘la munnizza’ che faceva capo ad Antonello Montante, condannato il 10 maggio scorso a 14 anni di reclusione (tra le altre cose, principalmente per la sua attività di spionaggio, svolta dal 2009 al 2016 proprio assieme ad uomini dei servizi segreti). L’allarmante quadro probatorio in cui si dimostra la presenza di uomini dei Servizi segreti, ben presenti nel Comune di Scicli quando è stato sciolto, emerge in maniera inoppugnabile, da quanto si legge nella sentenza di assoluzione dell’ex sindaco di Scicli, Francesco Susino, il principale capro espiatorio di questa famigerata lobby di ‘la munnizza’.

Attenzione che ciò che è avvenuto a Scicli è successo nel corso di più di un decennio anche a Campobello di Licata, Canicattí, Siculiana, Altavilla Milicia, Racalmuto e, con tutta probabilità sta ancora succedendo a Vittoria,a Misterbianco ed in altri disgraziati comuni siciliani. Con tanto di inchieste per mafia più o meno pilotate e relativi scioglimenti di incolpevoli Consigli comunali.

Ci riferiamo cioè all’ingerenza, del tutto illegittima, di uomini degli apparati di sicurezza nazionale, uomini dei servizi segreti cioè, che continuano ad inquinare, in tutti i sensi, le nostre istituzioni ed i nostri territori, attraverso una quanto meno impropria attività di intelligenze che ha finito col favorire, per più di un decennio, una precisa lobby di sedicenti industriali. Industriali che continuano ad inquinare tutto quanto ed a fare affari miliardari con lo smaltimento, più o meno lecito, di qualsiasi tipologia di rifiuto, sia esso urbano che industriale.

Ed il nostro giornalista di tutto questo non dice una sola parola? Anzi che fa? Dopo anni di colossale impostura istituzionale, se ne va a sproloquiare ed a continuare ad offendere il paese di Scicli, in diverse trasmissioni televisive e perfino attraverso i canali nazionali della RAI, come sostiene l’avvocato Bartolo Iacono, che ha difeso con grande successo (facendolo assolvere in maniera definitiva), l’ex sindaco di Scicli, accusato ingiustamente di mafia, per favorire la lobby di la ‘munnizza’, (come da cliché del resto!).

E l’avvocato Iacono, al giornalista in questione, non le manda mica a dire a distanza. Leggete cosa scrive su Facebook:

“A me la mafia fa schifo e con essa tutti i mafiosi compresi quelli dell’antimafia delle carriere e della pagnotta… anzi costoro mi fanno ancora più schifo perché traggono profitto personale dalle disgrazie di una terra e confondono le acque a loro personale vantaggio …mi fanno schifo e mi fa schifo quel personaggio ignobile che ha vomitato ingiurie a Porta a Porta offendendo Scicli, le sue istituzioni democratiche e la comunità dei cittadini. A questo squallido personaggio pagnottaro vorrei dire che Scicli va ricordata per la sua bellezza, per la sua storia culturale e di lotte sociali, per la cultura della legalità e del la resistenza ad ogni forma di criminalità organizzata o non. Questo squallido personaggio non può continuare ad infamare una intera città solo per fare carriera e guadagnarsi la quotidiana pagnotta. I veri nemici dell’antimafia vera sono quelli come lui e quelli che in nome dell’antimafia hanno costruito carriere e fortune”.

E sempre l’avvocato Iacono prosegue in un altro post di Facebook:

“Ho letto da qualche parte che il noto giornalista Paolo Borrometi intende denunciare quanti in questi mesi hanno messo in dubbio le “sue rivelazioni” e le ricostruzioni degli eventi e dei fatti che lo hanno portato agli onori della cronaca …ed a importanti riconoscimenti. Per il giornalista suddetto si tratta di operazioni di “mascariamento” (ha usato queste parole nel corso di un video trasmesso da qualche parte dove era accanto all’On.le Morra) In sostanza si lamenta il Borrometi che ci sarebbe in corso una campagna di delegittimazione e di disinformazione. Ebbene io mi ritengo tra quanti hanno messo in dubbio la qualità e la genuinità delle rivelazioni del Borrometi a partire dagli anni in cui si occupava di Scicli, passando per il libro Un morto ogni tanto (diciamolo francamente: davvero scarso sotto ogni profilo..almeno questo è il mio giudizio) fino ai nostri giorni. Ho sempre contestato la qualifica di “giornalista di inchiesta” che si è autoreferenzialmente attribuita. Addirittura attribuendosi il merito che grazie alle sue “rivelazioni” sono stati compiuti arresti, sequestri e addirittura sciolti comuni (Scicli per primo).

Non scherziamo con le cose serie e chiamiamo le cose per nome e cognome. Il giornalismo di inchiesta è altra cosa rispetto alla anticipata rivelazione di atti di indagine che qualcuno gli mette a disposizione (semmai ci sarebbe da chiedersi: chi ?). Io questa forma di “giornalismo” la definisco ” giornalismo velinaro” .. o “apripista” rispetto a future iniziative giudiziarie. Guidata ed eterodiretta da ignoti ventriloqui. Almeno l’esperienza che ci ha consegnato la vicenda che ha riguardato, per esempio, il Comune di Scicli ed il sindaco del tempo, questo ci ha dimostrato. Nessun mascariamento quindi, nessuna delegittimazione …ma la constatazione che la verità non è solo da una parte. L’ipse dixit appartiene ad altre ere …”