Il Riesame conferma il sequestro del castello a Joppolo Giancaxio. La reazione di Lillo Firetto

Ancora altalena di provvedimenti giudiziari intorno al Castello “Colonna” a Joppolo Giancaxio, adibito a struttura ricettiva, di intrattenimento e ristorazione, gestita dalla società della famiglia Firetto. Lo scorso 8 gennaio la sezione del Tribunale del Riesame di Agrigento, presieduta da Wilma Mazzara, ha disposto il dissequestro del Castello, già sequestrato il 20 dicembre del 2018 dai Carabinieri su ordine del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Agrigento, Francesco Provenzano, e su richiesta della sostituto procuratore, Antonella Pandolfi, e del procuratore aggiunto, Salvatore Vella, per presunti abusi edilizi. Ebbene, la Procura della Repubblica di Agrigento ha presentato ricorso in Cassazione contro il dissequestro e la Cassazione ha accolto il ricorso rinviando gli atti ad un’altra sezione del Tribunale del Riesame che deciderà nel merito: sequestro sì o sequestro no. Ebbene, adesso il Tribunale del Riesame ha confermato il sequestro seppur con un ridimensionamento delle ipotesi di reato contestate.

In proposito interviene il sindaco di Agrigento, Lillo Firetto, che afferma: “Un collegio giudicante afferma che non esiste abuso. Adesso un altro collegio si pronuncia diversamente, pur modificando e riducendo la prospettazione accusatoria. Comunque sia, i miei fratelli hanno ottenuto ben otto titoli abilitativi prima di iniziare qualsiasi attività edilizia. Hanno condotto lavori sotto alta sorveglianza della Soprintendenza ai Beni Culturali. E’ bloccata una attività che procura pane a tante famiglie. Perché? Il procedimento è intestato a me medesimo: e perché, atteso che sono l’unico tra cinque fratelli a non avere assolutamente alcun compito gestionale. I miei fratelli hanno fatto investimenti molto ingenti con relative esposizioni. Senza aiuti pubblici. E’ un danno incalcolabile e irrimediabile. Avrebbero potuto investire altrove, fuori dalla Sicilia, come hanno fatto tante imprese. Invece hanno deciso di farlo sul nostro territorio, in un’area depressa, in un Comune in cui per aumentare la residenzialità, per il forte esodo demografico, si sono messe in vendita case a 1 euro, recuperando alla bellezza un bene lasciato in totale abbandono. Tristezza infinita”.