Un capo centro Dia a servizio da privati

Il primo a dischiudere, sia pure in forma incipiente, lo scenario di un possibile quadro di corruttela tra MONTANTE (e l’amico Massimo ROMANO) e i tre pubblici ufficiali della Guardia di finanza è Marco VENTURI, il quale, nelle sommarie informazioni rese in data 12 novembre 2015, a proposito di ARDIZZONE affermava quanto segue:
[…] Risposi all’ARDIZZONE che non necessitavo di persone da assumere, ma in ogni caso, sapendo che il CONFIDI doveva assumere personale, domandai a ROMANO se avesse la possibilità di assumere la figlia dell’ARDIZZONE. Dopo qualche settimana la figlia di ARDIZZONE in effetti venne assunta. L’ARDIZZONE si presentò da me poiché con lo stesso era nato un rapporto di stima e cordialità, tanto che mi invitò pure al suo matrimonio ad Enna. Ricordo anche che l’ARDIZZONE mi disse espressamente che non si era voluto recare da ROMANO e MONTANTE per domandare il lavoro per la figlia. So, comunque, che ARDIZZONE e MONTANTE avevano buoni rapporti, si vedevano frequentemente e lo stesso MONTANTE mi diceva di avere ottimi’ rapporti con I’ARDIZZONE.

Dunque, secondo VENTURI, ARDIZZONE gli aveva chiesto se fosse stato possibile trovare un’occupazione lavorativa alla propria figlia, Giuliana, occupazione che VENTURI effettivamente le aveva trovato mediante Massimo ROMANO, che l’aveva assunta all’interno del CONFIDI, da lui presieduto (lo stesso consorzio, dunque, nel quale era stata assunta anche la compagna del Magg. ORFANELLO, sempre sotto la presidenza di ROMANO).
A tal proposito si ricava dalla C.N.R. n. 1092/2017 cit. (p. 970) che “veniva accertato che presso il Confidi di Caltanissetta risultava essere assunta ARDIZZONE Giuliana, nata a Gaeta il 10.12.1985, dal 09.01.2008 a tempo determinato e, successivamente, dal 01.05.2008, a tempo indeterminato”, dato che, sia pure senza gli specifici dettagli cronologici, è ammesso dall’imputato ARDIZZONE nel corso del suo esame.
L’ufficiale, infatti, ha spiegato che, dopo la fine del suo primo matrimonio, la figlia era andata a vivere fuori, in un contesto sociale che non poteva garantirle la costruzione di un futuro solido ed adeguato, sicché la incoercibilità del sentimento familiare lo aveva spinto a cercarle un’occupazione nella propria sede di servizio, al fine di poterle assicurare la dovuta e necessaria protezione
paterna (esame del 7 dicembre 2018).
Ha aggiunto l’ufficiale che, in ogni caso, egli si era bensì rivolto a VENTURI, che era il presidente della camera di commercio e con il quale, in ragione dell’affidamento alla Guardia di Finanza della sua protezione personale (tutela), si era instaurato un rapporto di amicizia (“Forse per questa tranquillità, iniziando a frequentarci con il Venturi, anche con le famiglie, io mi ricordo nel… era periodo di Natale del 2007, ancora Giuliana non si era convinta del tutto a venire a Caltanissetta, e io ero… insomma, ero in quella situazione un po’ strana, ero molto preoccupato, e mi confidai con… parlando così, delle rispettive figlie, mi confidai con Venturi, gli dissi ”guarda, io ho questa situazione di Giuliana, che sta lì a Ragusa, la vorrei far venire qui, però… mi piacerebbe trovarle una occupazione”, e lui mi disse ”vedo cosa posso fare, vediamo cosa…”. Mi disse subito ”io nella mia azienda non la posso assumere”, e io fui tranquillo… ”no, nella tua azienda, ci mancherebbe, non te lo avrei chiesto né ora e né mai. Vedi tu, insomma”. Io ero tranquillo che il Presidente della Camera di Commercio, una persona che non… alla quale io non avevo proposto nulla, né mi chiedeva nulla in cambio, non mi avrebbe… non avrebbe comportato per me grossi problemi. Poi…”), ma non a MONTANTE (“No, assolutamente. Io, Montante… Di questa situazione con Montante non ne ho mai parlato”), al quale aveva volutamente evitato di chiedere alcunché.
Tale postilla argomentativa è in effetti confermata sia da VENTURI (“l’ARDIZZONE mi disse espressamente che non si era voluto recare da ROMANO e MONTANTE per domandare il lavoro per la figlia”) sia, indirettamente, da ROMANO (per il quale, come detto, si procede separatamente), il quale riferiva agli inquirenti del forte disappunto esternato da MONTANTE alla notizia che l’assunzione della figlia del comandante provinciale della Guardia di Finanza non fosse transitata dal suo filtro, ciò che gli avrebbe consentito di assumersi la paternità del “favore” reso all’ufficiale e, dunque, si deduce, di maturare un credito nei confronti dello stesso (“Devo, però, precisare che l’assunzione di Giuliana ARDIZZONE presso il CONFIDI urtò la suscettibilità del MONTANTE, il quale voleva sempre avere “la paternità di tutte le cose”, ed aveva creato anche malumori dello stesso MONTANTE nei miei confronti”, cfr. verbale di interrogatorio del 18 luglio 2016).
Nell’ambito di tale esperienza lavorativa di Giuliana ARDIZZONE all’interno del CONFIDI si innestava la collaborazione della stessa con il giornale free press denominato SiciliaOggi, collaborazione che, secondo l’accusa, fu un modo per “riciclare” la giovane che, inidonea alle mansioni affidatele nel CONFIDI, non poteva essere licenziata in quanto figlia del comandante provinciale della Guardia di Finanza.
Glissando sulle dichiarazioni rese in merito da Maurizio SAPIENZA (sommarie informazioni testimoniali del 5 dicembre 2015), perfettamente coerenti con la tesi accusatoria ma aventi natura più assertiva che realmente ricognitiva di conoscenze oggettive e certe (“Ricordo anche di aver commentato le assunzioni in questione con la VANCHERI e col direttore CRESCENTE e convenimmo che si trattasse di assunzioni “di favore”), maggiore rilevanza assumono le dichiarazioni di Pasquale TORNATORE (sommarie informazioni testimoniali del 4 dicembre 2015), il quale riferiva di avere appreso da Michele SPENA, che insieme a Corrado MAIORCA curava il giornale free press in questione, che la figlia del Colonnello ARDIZZONE era stata ammessa a collaborare nella loro attività giornalistica in quanto si era rivelata non in grado di svolgere l’attività alla quale, all’interno del consorzio, era stata preposta.
Il dirottamento della giovane verso la collaborazione giornalistica, dunque, era stata una soluzione finalizzata ad evitarne l’estromissione dal consorzio ed ispirata dal rispetto reverenziale nutrito nei riguardi del padre.
[…] tutti gli articoli giornalistici prodotti dalla difesa, pubblicati su SiciliaOggi dal 15 marzo 2008 al 16 gennaio 2009 da Giuliana ARDIZZONE, risultano temporalmente legati alla durata e all’evoluzione del rapporto tra MONTANTE e MAIORCA (vd. supra).
Pertanto, il dato che emerge è quello di un favore – quello relativo all’assunzione di Giuliana ARDIZZONE nel CONFIDI – che era stato chiesto dal Col. ARDIZZONE esclusivamente a Marco VENTURI nell’ambito di un personale rapporto di amicizia che si andava costruendo con quest’ultimo; soddisfatto dall’imprenditore Massimo ROMANO; consolidato grazie ad Antonio Calogero MONTANTE, mediante la sua personale disponibilità a garantire le condizioni per il sostanziale reimpiego della giovane nell’attività giornalistica.
L’evoluzione delle concrete modalità di impiego della giovane non può considerarsi di poco momento, se si riflette sul fatto che la figlia dell’ufficiale, come già precisato, godeva di un contratto a tempo indeterminato presso il CONFIDI solo per scrivere qualche articolo in un giornale free press mantenuto con le inserzioni pubblicitarie degli imprenditori più in vista di Caltanissetta, tra i quali proprio VENTURI e ROMANO, e che aveva sede in un locale di proprietà di MONTANTE, amico del direttore (Corrado MAIORCA) del giornale medesimo.
Ma vi è di più.
Anche volendo amputare l’intera ricostruzione dell’ultimo tassello, relativo al reimpiego di Giuliana ARDIZZONE presso il giornale SiciliaOggi per il tramite di MONTANTE, e limitare la valutazione al favore reso all’ufficiale direttamente da ROMANO, sollecitato da Marco VENTURI, non ci si riesce a districare dal morso del capo di imputazione per la contestata corruzione, in quanto una delle utilità che avrebbe tratto il Col. ARDIZZONE dalla vendita delle proprie funzioni sarebbe stata rappresentata proprio dall’assunzione della figlia Giuliana alle dipendenze del CONFIDI di Caltanissetta, ad opera di ROMANO, a prescindere dall’intercessione, a monte o a valle, di MONTANTE.
Ciò che infatti unifica la fattispecie di cui al capo R) della rubrica (corruzione in concorso tra MONTANTE, ROMANO ed ARDIZZONE) è il permanente asservimento delle funzioni, da parte dell’ufficiale, sia in favore di ROMANO, dal quale egli ricevette in cambio l’assunzione della propria figlia al CONFIDI, sia da parte di MONTANTE, dal quale, come si vedrà infra, lo stesso ricevette l’intercessione per il proprio trasferimento da Reggio Calabria, ove aveva nel frattempo assunto la qualità di capo centro della D.I.A., a Caltanissetta, al vertice dell’omologo ufficio investigativo.
Tra l’altro, l’assunto del P.M., che intende accreditare una visione unitaria della complessiva azione corruttrice, nel cui spettro si inseriscono entrambi i corruttori, MONTANTE e ROMANO, riceve conferma dal contenuto delle annotazioni rilevate nel file excel, ove risulta l’invio di due curricula da ARDIZZONE a MONTANTE e che dimostrano sostanzialmente come l’ “affare Giuliana”, iniziato insciente domino (ove il dominus è evidentemente MONTANTE), fosse proseguito sub tutela domini: […].
Nel caso di specie, gli ulteriori elementi che, sul piano logico, si saldano con tali annotazioni, rendendole attendibili, sono costituiti sia dalle dichiarazioni di VENTURI (sopra testualmente riportate) sulla instaurazione di un rapporto di amicizia tra MONTANTE ed ARDIZZONE (“So, comunque, che ARDIZZONE e MONTANTE avevano buoni rapporti’, si vedevano frequentemente e lo stesso MONTANTE mi diceva di avere ottimi rapporti con l’ARDIZZONE”) sia dall’ulteriore annotazione, parimenti contenuta nel predetto file excel, per cui, proprio alla data del 17 febbraio 2009, in cui “ARDIZZONE G.” avrebbe mandato un curriculum a MONTANTE, si sarebbe tenuto un pranzo tra quest’ultimo, il Col. ARDIZZONE e VENTURI.
[…] Tale particolare coincidenza temporale tra la data nella quale MONTANTE avrebbe ricevuto per email il curriculum di “ARDIZZONE G.” e la data in cui lo stesso MONTANTE si era intrattenuto a pranzare con l’ufficiale, destituisce di ogni fondamento l’asserto di quest’ultimo secondo il quale “Mai, mai scritto curriculum, inviati per Giuliana a Montante. Non lo so se Montante nel tempo, avendo conosciuto Giuliana ovviamente, perché poi l’ha conosciuta certamente, le ha chiesto… […] Non so se nel tempo Montante ha chiesto a Giuliana di mandargli un curriculum per qualche incarico, non lo so, io questo non lo posso sapere. Giuliana stessa, a cui ho chiesto questo fatto, perché l’ho letto sempre negli atti processuali, non mi sa dare una motivazione, non se lo ricorda, perché sono passati tanti anni e lei dice “io non mi ricordo” per quale motivo Montante aveva un curriculum di Giuliana.” (p. 18 del verbale di udienza del 7 dicembre 2018).
E’ evidente come la lettura proposta dall’imputato ARDIZZONE, per cui l’email, al più, potrebbe essere stata spedita a MONTANTE dalla figlia Giuliana a sua insaputa, oltre ad apparire priva di addentellati nelle risultanze processuali (non emerge infatti alcun rapporto di amicizia personale e diretto tra la figlia del colonnello e l’imprenditore di Serradifalco), non regge dal punto di vista sistematico, proprio per la singolare coincidenza cronologica dell’invio della prima email (quale risulta annotato nel file in questione) con il pranzo tra lo stesso ARDIZZONE, MONTANTE e VENTURI.
A ciò occorre aggiungere quanto segue.
Il Col. ARDIZZONE, incalzato dalle domande di questo giudice, benché non abbia mai ammesso di avere inviato il curriculum della figlia Giuliana a MONTANTE, ha riconosciuto di avere mandato a quest’ultimo, ma soltanto sul finire del 2009 o agli inizi del 2010, il curriculum proprio affinché l’imprenditore potesse perorare una sua progressione onorifica (da cavaliere della Repubblica
a cavaliere ufficiale).
[…] In definitiva, la lettura olistica di tutte le circostanze evidenziate dimostra, in maniera incontestabile, che il Col. ARDIZZONE fu anche lui risucchiato nel vortice del sistema MONTANTE, che consentiva ai suoi intranei di conseguire, in maniera pervia e spedita, vantaggi di diversa natura e tipologia. In tale contesto, si inserisce la questione relativa al trasferimento dell’ufficiale, eseguito in data 16 giugno 2014, dalla sede D.I.A. di Reggio Calabria alla sede D.I.A. di Caltanissetta.

http://mafie.blogautore.repubblica.it/