Insubordinazione o verità ?


26Le testimonianze degli ex questori di Messina auditi dalla Commissione, dottor Giuseppe Cucchiara  (alla guida della questura messinese dal gennaio 2014 al giugno 2017) e dottor Mario Finocchiaro (dal giugno 2017 al marzo 2019), hanno avuto il comune denominatore – come vedremo – di sostenere la loro estraneità, in qualità di questori, ai fatti di polizia giudiziaria e ai rapporti funzionali tra gli ufficiali di p.g. alle loro dipendenze e l’Autorità Giudiziaria, affermando altresì che essi non sono mai entrati nel dettaglio e nei particolari delle indagini sin dal momento in cui sono verificati i fatti (tale aspetto riguarda in particolar modo il dottor Cucchiara):

QUESTORE CUCCHIARA: Quello che investigativamente è accaduto è che non si è trovato un bandolo della matassa dell’attentato. Però, io intendo ripetere e sottolineare: le indagini sono fatte dalla polizia giudiziaria e sono state spese tutte le energie possibili… Il ruolo del questore è quello di fornire strumenti alla sua polizia giudiziaria affinché queste indagini vengano svolte in maniera libera, senza condizionamenti e con i mezzi a disposizione (…) Ci sono delle anomalie? Sì, anomalie ce ne sono, però, ecco…  io continuo ancora adesso a ritenere che sia assolutamente inutile ripeterle o evidenziarle perché non voglio essere sgradevole nei confronti di nessuno. Sul punto io credo di non avere altro da aggiungere.
(…)
QUESTORE FINOCCHIARO: Io non sono entrato mai in questi particolari, perché erano indagini che erano partite prima del mio arrivo, erano a buon punto… non mi sono soffermato su questi particolari perché sapevo che c’erano indagini da parte dell’Autorità Giudiziaria.

In altre parole, le incongruenze e le anomalie relative alla modalità dell’attentato e ai comportamenti degli operatori emersi nel corso delle audizioni e puntualmente rappresentate ai questori hanno avuto, per tutta risposta, l’affermazione che essi non sono mai entrati nel dettaglio di tali questioni con il dottor Manganaro né con il dirigente della squadra mobile dottor Anzalone (che aveva curato la prima fase delle indagini), ritenendo che ciò esulasse dai propri doveri e dalle proprie facoltà.

È altresì assolutamente anomalo che nessuno dei due questori abbia ritenuto, seppur in fasi diverse, di far chiarezza tra le versioni del tutto contrastanti relative alle dinamiche dell’episodio criminale fornite dai due ufficiali di polizia giudiziaria (e trasfuse in atti indirizzati all’Autorità Giudiziaria) convocando il dottor Manganaro ed il dottor Ceraolo dinanzi a sé per dirimere tali contrasti.

QUESTORE CUCCHIARA:  Ho parlato più volte col dottore Manganaro, ho parlato col dottore Antoci – è noto il nostro rapporto precedente anche all’attentato – ma mi sono state sempre date delle risposte molto convinte, molto convincenti, molto organiche…
(…)
QUESTORE FINOCCHIARO: Io ne ero a conoscenza (del contrasto fra Ceraolo e Manganaro, ndr) perché l’ho appreso, come dire… informalmente, dal mio predecessore. (…) Io di questa cosa non ho visto nessuna carta… non ho mai preso cognizione di nessun documento… (…) Col dottore Ceraolo non ne ho mai parlato… in questura si sapeva che Manganaro era abbastanza contrariato da questa relazione di Ceraolo, ma io non ne ho parlato né con l’uno né con l’altro.

Specifiche considerazioni vanno fatte anche in seno all’audizione del dottor Manganaro.

A fronte del presunto clima di allarmismo sulle cosiddette “vedette di gruppi mafiosi”, Manganaro, così come abbiamo già avuto modo di riferire in precedenza, non ha ritenuto di avvisare gli uomini della scorta del dottor Antoci per “non suggestionarli” e condizionarne l’operatività, salvo poi farsi scrupolo in un secondo momento (a conclusione della seconda riunione presso il Comune di Cesarò) e darsi all’inseguimento dell’autovettura blindata di Antoci nel timore che qualcosa potesse avvenire (e allertando il proprio autista, l’assistente Granata, solo in quella circostanza).

Il dottor Manganaro, poi, contrariamente a quanto affermato dal questore Cucchiara (secondo il quale – come riferito in Commissione – i compiti del questore consisterebbero in tema di attività investigativa esclusivamente nell’assicurare risorse umane e materiali agli operatori della polizia giudiziaria senza ingerirsi nelle loro attività neanche in termini di mera conoscenza) asseriva di avere sempre edotto nei dettagli delle investigazioni che svolgeva il proprio questore in qualità di funzionario dirigente del commissariato di Sant’Agata di Militello:

QUESTORE PAPPALARDO, Consulente Commissione Antimafia: Lei con il dottor Cucchiara, questore pro tempore… lo resocontava dell’evoluzioni investigative?
MANGANARO: Sempre…
QUESTORE PAPPALARDO, Consulente Commissione Antimafia: Di tutte le attività?
MANGANARO: Sì, sì. Come faccio ora e come ho fatto sempre.
QUESTORE PAPPALARDO, Consulente Commissione Antimafia: E se si arrivava all’individuazione, per esempio, di qualche responsabile lei glielo diceva?
MANGANARO: Immediatamente!
QUESTORE PAPPALARDO, Consulente Commissione Antimafia: Prima ancora di informare i magistrati?
MANGANARO: Contestualmente!

Infine, nel corso dell’audizione di Manganaro è emerso che, a seguito della relazione depositata dal dottor Ceraolo (nell’aprile 2017), il questore Cucchiara gli avrebbe annunciato la sua intenzione di intraprendere azioni disciplinari nei confronti del dottor Ceraolo “per insubordinazione”. Di tanto il dottor Cucchiara nel corso della sua audizione non ha fatto cenno, limitandosi a riferire alla Commissione (così come riportato nelle pagine precedenti) che lui aveva “solamente” estromesso il dottor Ceraolo, per incompatibilità, dai servizi di ordine pubblico disposti in occasione del G7.

DOTTOR DI MARCO, Consulente Commissione Antimafia: Ha mai parlato col il questore Cucchiara delle dichiarazioni di Ceraolo rese ai pubblici ministeri?
MANGANARO: Sì, una volta che venni informato e trasmisi la denuncia di Granata, andai dal questore e lo informai.
DOTTOR DI MARCO, Consulente Commissione Antimafia: Cosa le disse il questore?
MANGANARO: Che avrebbe preso provvedimenti…
DOTTOR DI MARCO, Consulente Commissione Antimafia: Nei confronti di chi?
MANGANARO: Di Ceraolo.
FAVA, Presidente della Commissione: Ma le disse anche perché avrebbe dovuto prendere provvedimenti?
MANGANARO: C’è stata insubordinazione… io se vado a scrivere contro un collega ho obbligo di riferire al questore… ha fatto delle affermazioni, come dice Granata in denuncia, calunniose, diffamanti e false nei confronti miei… io ho trasmesso la denuncia all’Autorità Giudiziaria e per conoscenza al mio questore… Il questore mi ha detto “se il Ceralo ha posto in essere insubordinazione non notiziando il questore prenderò provvedimenti”. Dopodiché non ho più saputo nulla né di quello che ha fatto Ceraolo né di quello che è successo.


Fonte mafie blog autore repubblica