LE DIMISSIONI ‘BURLA’ DELLA BRANDARA, DONNA CHIAVE DEL ‘SISTEMA MONTANTE’

MARIA GRAZIA BRANDARA SI DIMETTE DA PRESIDENTE DELL’IAS, LA SOCIETÀ CHE GESTISCE IL PIÙ GRANDE DEPURATORE D’EUROPA, QUELLO DI PRIOLO, MA RIMANE IN CARICA COME COMPONENTE DEL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE.

Sembra una vera e propria presa in giro nei confronti delle Istituzioni, il passo indietro del sindaco di Naro e presidente del Consorzio per la legalità e lo sviluppo della provincia di Agrigento che gestisce i beni confiscati alla mafia.

La Brandara infatti, malgrado sia rinviata già a giudizio a Messina, per inquinamento ambientale; malgrado sia sotto inchiesta a Siracusa ed a Caltanissetta, con sul groppone pesanti capi di imputazione. Malgrado sia stata pesantemente tirata in ballo a Trapani, nell’ambito della delicatissima inchiesta sui rapporti tra un loggia massonica deviata che copre la latitanza di Matteo Messina Denaro e la mafia trapanese;

malgrado tutto questo e tanto altro ancora, ha ancora la tracotanza di continuare a bleffare.

Rimane infatti inchiodata alla poltrona di amministratrice dell’IAS; rimane inchiavardata sulla poltrona di sindaco di Naro e rimane presidente del Cosorzio agrigentino per la legalità e lo sviluppo.

Considerate le gravissime accuse che pendono sul suo capo, si chiede all’Assessore regionale competente di rimuoverla completamente dall’IAS ed, unitamente al Prefetto di Agrigento, di dichiararne la decadenza da sindaco e da presidente del Consorzio agrigentino per la legalità.

Ai sindaci che l’hanno eletta, qualche settimana fa, alla presidenza di quel consorzio, ed in modo particolare alla grillina di Favara, Anna Alba, ma anche agli altri sindaci, quali quello di Palma di Montechiaro e di Licata, si chiede, con immediatezza, che venga presentata e votata la mozione di sfiducia nei confronti sempre della Brandara.

IL COMITATO DI LIBERAZIONE DALLE LOGGE MASSONICHE DEVIATE E DI LOTTA CONTRO LA MAFIA