CANCELLARE SALVINI? NO, CANCELLARE TUTTI “GLI ALTRI”

 

E’ scoppiata una polemica, una volta tanto non pretestuosa e balorda, per un infelice titolone di Repubblica: “Cancellare Salvini”.

Proprio così. E senza virgolette (c’è sempre chi le virgolette non le sa mettere e, quindi, vorrebbe che gli altri non facessero altro che mettere virgolette ovunque).

Tanto, con le virgolette o senza le virgolette il pensiero di Repubblica è noto.

Repubblica, il giornale del mio concittadino Eugenio Scalfari (dovrei scrivere qualcosa delle storielle delle nostre famiglie) può considerarsi il Top, come oggi si dice, della politica delle “cancellazioni”. Quello che, almeno da trent’anni è il modo di concepire la politica nel nostro Paese: Distruggere, demonizzare, oscurare, manganellare, “cancellare” la politica degli altri. Gli altri politici, quelli che non sono dalla tua parte.

E, magari, ricavare una “ideologia” da quello che rimane, da quello e quelli che non sono fatti oggetto delle “cancellazioni”.

Riflettiamo un momento.

Chi ci ha dato la “novità” della politica, delle leggi elettorali, della stampa, dei partiti?

Questi decenni sono stati decenni di cancellazioni, di demonizzazioni. Cancellati, demonizzati, fisicamente annientati gli Uomini della Prima Repubblica. Da Andreotti a Craxi e via via, noti ed ignoti. Molti ignoti uomini politici della Prima Repubblica sono diventati “personaggi” perché si è trovato modo di “cancellarli” col “rito” riservato ai grandi.

2° Repubblica? Chiamatela pure così.

Io per anni, per decenni, con parole e scritti, con articoli e libri ho cercato di far capire a qualcun altro che questa è la Repubblica del Partito dei Magistrati. In tanti anni cadute ed ascese di governi e di partiti o “cosi” che ad essi assomigliavano, sono stati scanditi dalla magistratura. Dal partito delle Toghe. Con gli arresti, le condanne, ma anche con le assoluzioni ritardatarie, con gli “avvisi di garanzia” (che garantivano e garantiscono non altro che le “cancellazioni”).

Così è finito Andreotti, così Craxi. E, magari, Mannino. Che non era, fuori della Sicilia molto più che il Sig. Nessuno e che ha dovuto aspettare i suoi 80 anni per sentir dichiarare che, il fatto che “pareva” avesse paura di essere ammazzato dalla Mafia non significava che dovesse aver procurato, gestito, stimolato la Trattativa tra Stato e Mafia.

Strage giudiziaria di uomini politici importanti e no. Ma anche di amministratori di Comunelli di campagna. Rovine, suicidi. Ma anche mogli che tenevano e tengono i mariti per la falda della giacca, perchè non vadano a rischiare il loro buon nome “con la politica”, e mettersi sotto tiro di qualche Procuratore.

Lo “squadrismo togato” ha distrutto il concetto di “opinione pubblica”, di “volontà popolare”. La politica è diventata rischio.

Di nuovo, dopo che con la democrazia e la Liberazione non si rischiava più di finir male per mancanza di obbedienza e di rispetto della Dittatura.

Far fuori l’avversario. “Cancellarlo”. Con ciò distruggendo anche quelli che, capaci, sapienti ed onesti, non avevano un ruolo da cui essere ragionevolmente estromessi a suon di avvisi di garanzia.

“Cancellare Salvini”. Certo. Ci sono in Italia centinaia di persone capaci più di Salvini di far politica. Ma non c’è modo di “cancellarli”. La politica della “cancellazione”, dello squadrismo giudiziario, di quello mediatico-giudiziario, annientò uomini politici che, al paragone dei Di Maio e dei Toninelli etc. sono dei giganti. Ma, al contempo essa fa sì che taluno “esista” praticamente solo quando si sia appropriato di una notorietà da distruggere con un tratto di penna di un Procuratore.

Cancelleranno Salvini? Non lo so e mi rifiuto di pensare troppo a quel che succederà. Benchè la possibilità di vedere le sorti di un qualsiasi personaggio del proprio Paese distrutto da un tanghero che lo criminalizza perché “sequestratore di persone mediante mancata accoglienza” sia cosa che dovrebbe farmi crollare il mondo addosso.

A Salvini, che non mi è particolarmente simpatico e che finora non ho mai votato, il mio augurio. L’augurio di non cadere per tale sciagurata, spudorata manovra.

Vorrei poi augurare a lui ed a tutti gli Italiani qualcos’altro di più decente e serio. Ma ho paura. Francamente ho, invece paura di un avvenire che, poi, non ho.

ilircolaccio