Orlando: “Era contro il comitato d’affari”

Per certi versi analoga, ma più centrata sulla situazione propria della città di Palermo, è poi l’analisi del Prof. Leoluca ORLANDO, che nel 1980 era, in qualità di consulente giuridico, uno dei più stretti collaboratori del Presidente MATTARELLA.
Assunto in esame dal Giudice Istruttore il 29 maggio 1990, il Prof. ORLANDO ha innanzi tutto chiarito che egli era in grado di formulare un’analisi molto più vasta ed approfondita di quanto non avesse fatto nelle dichiarazioni rese al P.M. ed al G.I. in data 10.1.80 e 14.1.81 (dalle quali non era emerso alcun elemento significativo). Ciò perché poteva ormai giovarsi delle conoscenze acquisite e degli elementi di giudizio maturati in quasi un quinquennio quale sindaco di Palermo (fino al 1990) nonchè degli elementi di valutazione forniti dai fatti nel frattempo avvenuti ed in particolare dall’omicidio di Giuseppe INSALACO, ex sindaco della città, ucciso nel gennaio 1988.
Tanto premesso, appare opportuno riportare testualmente le dichiarazione del Prof. ORLANDO:
“Per comprendere la situazione politica nella quale l’On. MATTARELLA ha svolto la sua attività bisogna far riferimento allo “scarto” esistente tra il suo ruolo politico regionale e quello nazionale, quest’ultimo vieppiù crescente, e la sua assai esigua presenza nell’amministrazione comunale (al momento della sua uccisione, al Consiglio Comunale di Palermo sedevano due soli Consiglieri Comunali vicini al Presidente ucciso).
L’On. MATTARELLA aveva in più occasioni, in sede congressuale D.C., manifestato dissenso e avversità al signor Vito CIANCIMINO e si era trovato isolato nel Congresso Provinciale del 1976, avendo gli On. LIMA e GIOIA preferito allearsi con CIANCIMINO, lasciando fuori dal c.d. “listone” MATTARELLA.
Il CIANCIMINO divenne responsabile degli Enti locali come tale, sostanzialmente, gestore per conto del partito delle iniziative relative alla amministrazione comunale.
Ricordo, al riguardo, che un segretario provinciale della D.C., Nicolò GRAFFAGNINI, ancora agli inizi degli anni Ottanta, rinviava al CIANCIMINO le decisioni importanti concernenti il Comune di Palermo”.
Dopo aver ricordato l’importanza della Legge Urbanistica regionale (la n. 71 del 1978, per la quale vedi supra, Paragrafo 7), il prof. ORLANDO aggiungeva:
“Un tale intervento legislativo si accompagnò ad una attenzione, anche amministrativa, per la vita comunale palermitana.
Di grande rilievo “simbolico” fu certamente l’ispezione disposta negli appalti per la costruzione di alcune scuole di Palermo, affidata al Dott. MIGNOSI.
Tali scelte furono rese possibili tanto per particolare ampia maggioranza che sosteneva il primo governo MATTARELLA quanto per la stessa determinazione ed autorevolezza del Presidente, con riferimento al primo ed al secondo Gabinetto da lui presieduto.
Il Comune di Palermo, prima di MATTARELLA, appariva politicamente una zona “off limits”, egemonizzata da un “comitato di affari” che vedeva nei CASSINA, nei VASSALLO ed in altri imprenditori espressione economica e che vedeva in CIANCIMINO e nei suoi amici (dentro e fuori la D.C.) espressioni politiche.
Vi era una consorteria politica trasversale, che teneva insieme CIANCIMINO, l’On. Salvo LIMA, l’On. Giovanni GIOIA ed esponenti di altri partiti come Giacomo MURANA P.S.D.I.).
Quelle scelte, sicuramente, ruppero equilibri e lasciarono intendere un diverso più incisivo ruolo dell’On. MATTARELLA nella vita politica cittadina, ruolo che avrebbe potuto trovare espressione nelle elezioni della primavera del 1980 per il rinnovo del Consiglio Comunale di Palermo.
L’azione politico-amministrativa del Presidente MATTARELLA e dei suoi governi si manifestò anche nella vita regionale.
Basti, fra tutte, ricordare l’approvazione della legge 1/79, che realizzò in dimensione economica-finanziaria assai consistente una drastica riduzione della capacità di spesa negli assessorati regionali, con un ingente trasferimento di competenza ai Comuni della Sicilia; basti, altresì, ricordare l’attenzione del Presidente MATTARELLA al settore degli appalti pubblici regionali.
Gli Assessorati particolarmente colpiti da tali provvedimenti furono quelli all’Agricoltura ed ai Lavori Pubblici.
Il Presidente MATTARELLA viveva con qualche disagio, per come risulta da mia personale conoscenza, l’esperienza del secondo Governo, nel quale si era registrata una presa di distanza del P.C.I., che costituì un oggettivo indebolimento del Presidente MATTARELLA, coinvolto della necessità di proseguire sulla strada della moralizzazione e della riforma della Regione.
Il Presidente MATTARELLA immaginava il secondo Governo da lui presieduto come un passaggio necessario della vita politica regionale e come un passaggio nella propria personale esperienza politica, che avrebbe potuto e dovuto trovare nel prossimo congresso nazionale della D.C. (febbraio 1980) un ruolo significativo con il previsto incarico di Vice Segretario nazionale del partito.
L’On. MATTARELLA era portatore di una linea politica di rottura nei riguardi di vecchie compromissioni tra politica, mafia ed affari ed egli cercò di spezzare quel sistema, mantenendo però, molto forte il “senso del partito”.
I suoi gesti di rottura sostanziale vennero sempre consumati nel tentativo di conservare il rispetto di tradizionali regole formali della politica.
Ma per il sistema dominante di potere la sua politica “delle carte in regola” era comunque dirompente e micidiale.
La sua politica, rompendo sul versante dell’amministrazione degli affari, ad un certo punto incontrò anche la città di Palermo, dove affari e politica erano sovente la stessa cosa.
L’Epifania dell’Ottanta, giorno della sua uccisione, appare così un passaggio decisivo dell’ulteriore prosecuzione dell’azione politica di MATTARELLA a Palermo, alla vigilia di importanti scadenze elettorali; un passaggio decisivo per la vita politica regionale, chiamata alla soluzione di una crisi di governo, che taluno immaginava potesse risolversi con un rafforzamento del nuovo governo e dello stesso Presidente MATTARELLA. Un passaggio decisivo per la vicenda politica personale e nazionale, alla vigilia del Congresso Nazionale della D.C.”.

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