ESPOSTO CONTRO IL COMUNE DI RACALMUTO: TENTANO DI INSABBIARE LO SCANDALO DELLE ‘DELIBERE-FANTASMA’

       Al Sindaco del Comune di Racalmuto
        Al Presidente del Consiglio Comunale di Racalmuto
         Al Segretario del Comune di Racalmuto
         All’Assessorato della Regione Siciliana delle Autonomie Locali e della Funzione Pubblica
         Alla Prefettura di Agrigento
         Alla Procura della Repubblica di Agrigento
          Alla Procura della Corte dei Conti
e.p.c. Alla Procura della Repubblica di Caltanissetta
Il 24 maggio del 2019 il sottoscritto scriveva e pubblicava il servizio giornalistico, che di seguito riporto, per denunciare la vicenda relativa alla mancata pubblicazione di un numero imprecisato di atti amministrativi da parte del Comune di Racalmuto.
Il comma 1 dell’art. 6 della legge Regione Siciliana del 26 giugno 2015 n. 11 sancisce che  “Fermi restando gli obblighi di pubblicità e trasparenza previsti dalla disciplina statale, è fatto obbligo alle amministrazioni comunali, ai liberi Consorzi comunali, nonché alle unioni di comuni, fatte salve le disposizioni a tutela della privacy, di pubblicare integralmente all’albo pretorio on-line, e per estratto nei rispettivi siti internet, entro sette giorni dalla loro emanazione, tutti gli atti deliberativi adottati dalla giunta e dal consiglio e le determinazioni sindacali e dirigenziali nonché le ordinanze, ai fini di pubblicità notizia. Le delibere della giunta e del consiglio comunale rese immediatamente esecutive sono pubblicate entro tre giorni dall’approvazione. 
In caso di mancato rispetto dei suddetti termini l’atto è nullo”.
AL COMUNE DI RACALMUTO, A PARTIRE DAL 2012 E SINO AL 2018, NON SONO MAI STATI PUBBLICATI CIRCA DUECENTO ATTI AMMINISTRATIVI (DELIBERE DI CONSIGLIO COMUNALE E DI GIUNTA, ATTI DIRIGENZIALI ED ORDINANZE)
Da quando ho reso di dominio pubblico tali inadempienze, da parte del Comune di Racalmuto,  i cittadini di Racalmuto non sono stati informati riguardo all’oggetto ed al numero delle delibere non pubblicate e per le quali è sancita dalle vigenti normative la loro nullità.
Nel frattempo, per uno di questi, che come detto si presume si tratta di duecento atti amministrativi, ci risulta che è stato presentato, qualche mese fa, un ricorso presso il Tribunale Civile di Agrigento.
Si tratta della delibera relativa all’elezione a componente del consiglio di amministrazione della Fondazione ‘Leonardo Sciascia’ di Felice Cavallaro.
Delibera dichiarata nulla dal Comune e contro la quale è stato opposto ricorso dal diretto interessato.
Ricorso, verso il quale non è stato presentato alcun appello, che è stato respinto dalla competente sezione del tribunale agrigentino, con relativa condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali, nei confronti del Comune di Racalmuto.
Pertanto, a seguito di tale sentenza di condanna a carico del Cavallaro, che prevede la nullità del suo atto di elezione, si può dedurre che anche gli altri circa 200 atti amministrativi sono anch’essi da dichiarare nulli; onde evitare di tradire i principi di imparzialità dell’azione amministrativa e di incorrere in eventuali reati di abuso d’ufficio.
Si chiede perciò agli organi in indirizzo, anche per le ragioni contenute nella nota stampa che riportiamo di seguito, di dichiarare la nullità anche di tutti quegli atti che, finora, hanno prodotto degli effetti amministrativi la cui portata e gravità dovrà a questo punto essere valutata dalle competenti Autorità Giudiziarie
Scoppia al comune di Racalmuto lo scandalo delle delibere fantasma, mai pubblicate, nulle. Anche questa storia è legata al ‘Sistema-Montante’ ?
Posted On : maggio 24, 2019 Published By : Salvatore Petrotto
Quando sciolsero per delle inesistenti infiltrazioni mafiose il consiglio comunale di Racalmuto è stato nominato Calogero Ferlisi, attuale segretario comunale di Porto Empedocle, segretario del comune di Racalmuto. Oggi si scopre che il Ferlisi, a quanto pare, non avrebbe pubblicato all’albo pretorio on line svariate decine di delibere, negli anni in cui è stato a capo della burocrazia del paese di Leonardo Sciascia. Di fatto e di diritto quelle delibere sono tutte quante nulle, anche se hanno prodotto degli effetti. Anzi quegli atti pubblici non si trovano proprio, non c’è alcuna traccia scritta, sono rimasti nella mente del Ferlisi e niente di più. In questi giorni, la prima di queste delibere, in questo caso di Consiglio Comunale, è stata dichiarata nulla. Essa riguardava l’elezione di un componente del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Leonardo Sciascia, Felice Cavallaro, il giornalista del Corriere della Sera e responsabile dell’Associazione La Strada degli Scrittori che è stato dichiarato decaduto, proprio perché non esisteva alcun atto deliberativo da cui risultasse che lui era stato eletto per ricoprire quella carica.
Ma questa è solo la prima di una lunga serie di atti nulli, le cui conseguenze sembrerebbero essere incalcolabili. Infatti alcuni provvedimenti, mai scritti e tanto meno pubblicati, potrebbero riguardare, ad esempio, la scandalosissima gestione dei rifiuti che, a Racalmuto, è stata assicurata attraverso ordinanze illegittime, con cui venivano affidati i servizi di raccolta e smaltimento dei rifiuti, a colpi anche di 2 milioni di euro l’anno, senza gara d’appalto. Servizi le cui tariffe costavano il triplo della media nazionale. Altri atti potrebbero riguardare il pagamento di oltre un milione di euro di debiti fuori bilancio, ratificati dal passato consiglio comunale. Debiti che, assieme alla scellerata gestione dei rifiuti, hanno portato il comune al pre-dissesto e su cui aveva appuntato l’attenzione la Procura della Corte dei Conti, già nel 2014, con una dettagliata segnalazione in cui bacchettava la gestione commissariale.
Insomma, il Ferlisi assieme ai consiglieri comunali della passata legislatura, hanno combinato un bel casino. Alcuni di quei consiglieri comunali sono stati peraltro rieletti il 28 aprile scorso; a cominciare da Cinzia Leone, che si è candidata a sindaco ed è arrivata seconda, strappando il seggio a Rosario Canicattì, il candidato al consiglio della sua lista che si è piazzato al quarto posto. Tra i consiglieri rieletti figura anche Sergio Pagliaro che è stato votato dalla sua maggioranza quale nuovo presidente del consiglio comunale. Gli altri sono Angelo Di VitaValentina ZucchettoCarmelisa Gagliardo ed Ivana Mantione. Tutti quanti si sono resi responsabili di paurose sviste istituzionali approvando, negli anni, una serie di verbali in cui figuravano gli elenchi delle delibere-fantasmadando per scontato che quelle delibere esistessero davvero, quando in realtà non erano state mai scritte e mai pubblicate. In tali casi si potrebbe già profilare l’ipotesi di reato di falso in atto pubblico. Infatti il massimo organo di indirizzo e di controllo del paese di Sciascia, nei 5 anni precedenti, non si è accorto di nulla. Si sono soltanto limitati, come delle belle statuine, a ratificare per anni degli atti deliberativi che praticamente non esistevano. Adesso l’attuale segretaria comunale, Cinzia Gambinoha dovuto segnalare questa gravissima situazione al Ministero dell’Interno ed alle varie autorità di vigilanza e di controllo e, probabilmente, sarà costretta a segnalare il caso anche alla Procura della Repubblica.
Il rimedio che in questi giorni, in maniera frenetica, qualcuno vorrebbe trovare è quello di confezionare e pubblicare tutti gli atti mancanti, pubblicandoli ora per allora. Si tratta di una pezza che è peggiore del buco chiaramente, considerato che si potrebbe ipotizzare la reiterazione sempre del reato di falso in atto pubblico. La situazione è davvero critica, considerato che anche il nuovo consiglio comunale, nella sua interezza, potrebbe essere chiamato a rispondere dei medesimi reati se solo si azzarda a far finta di niente, considerando validi degli atti amministrativi mai redatti e mai pubblicati, di cui non c’è alcuna traccia scritta e di cui si è persa persino la memoria.
E se il primo di tali atti, mai scritti e mai pubblicati, di cui si aveva solo conoscenza a livello orale è stato, come detto, già dichiarato nullo, ( ci riferiamo sempre a quello relativo alla defenestrazione dal consiglio di amministrazione della Fondazione Sciascia, del giornalista Felice Cavallaro, già fedele seguace dell’ex presidente di Confindustria Sicilia, Antonello Montante, alle prese con una lunga serie di disgrazie penali), di conseguenza anche per tutti gli altri atti amministrativi si profila la stessa fine con la declaratoria di nullità; compresi quelli che hanno prodotto dei notevoli e disastrosi effetti anche di natura economica, quali ad esempio le delibere relative a regolamenti, tasse, rifiuti, appalti e forniture di beni e servizi.
Tutto ciò è casuale o è servito a nascondere più di qualcosa, per evitare di incorrere in delle gravi responsabilità penali, contabili ed amministrative?
Precisiamo inoltre che la scelta di nominare quel segretario comunale che è il principale responsabile di queste paurose sviste, era maturata in ambienti ministeriali e, pertanto, nessuno si azzardava a mettere in discussione l’operato del Ferlisi che godeva di grandissima credibilità negli ambienti che contano. E’ stato infatti nominato a seguito dell’ingiusto scioglimento del consiglio comunale di Racalmuto sollecitato, con tutta probabilità, da Antonello Montante, l’ex presidente di Confindustria Sicilia, condannato il 10 maggio 2019 a 14 anni di reclusione per spionaggio, associazione a delinquere e corruzione e che è in attesa di essere processato, probabilmente a breve, anche per concorso esterno in associazione mafiosa e per tanto altro ancora.
Anche questa nomina burocratica è figlia del ‘Sistema Montante? E’ stata concertata, con tutta probabilità, col finto ‘apostolo dell’antimafia’, come ebbe a definirlo Anna Maria Cancellieri, la ministra dell’Interno, amica dei faccendieri Li Gresti, oltre che di Montante, che l’ha accompagnata per mano a Racalmuto in più di un’occasione.
Staremo a vedere come finirà quest’altra storia sbagliata che si inserisce in un preciso contesto, creato ad arte tra il 2010 ed il 2012, per contrastare chi come me aveva denunciato delle illegali gestioni, del valore di alcuni miliardi di euro, appannaggio delle lobby dei rifiuti e dell’acqua. Ciò è stato possibile, come è noto, grazie a politici, burocrati, giornalisti, alti esponenti delle forze dell’ordine e dei servizi segreti, nonché grazie ad alcuni magistrati che offrivano i loro servigi, per consentire agli appartenenti al ‘Sistema-Montante’, di fare affari illeciti in ogni settore dell’economia siciliana, in ogni paese ed in ogni città siciliana, garantendo ai lobbisti ‘montantiani’ anche un illegale monopolio di tutti quanti i servizi pubblici essenziali.
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Salvatore Petrotto