31 anni dopo forse la verità

Il poliziotto Antonino Agostino è stato ucciso a 28 anni di età insieme alla moglie, Ida Castelluccio, sposata un mese prima e incinta di due mesi, il 5 agosto del 1989, a Villagrazia di Carini, frazione di Carini, in provincia di Palermo. Al lungomare, Antonino e Ida sono stati intenti ad entrare nella villa di famiglia per festeggiare il compleanno della sorella di lui. I killer in motocicletta sono sbucati all’improvviso e hanno sparato sui due. I genitori di Antonino, uditi gli spari, corsero fuori dalla villa per soccorrere il figlio e la nuora. Inutile. Morti. Lui, lei, e il bimbo mai nato.

Vincenzo Agostino e Augusta Schiera

Il padre di Nino Agostino, Vincenzo, non ha mai tagliato la barba dal giorno dell’omicidio del figlio, simboleggiando così l’attesa della verità. Ai funerali parteciparono i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Falcone ad un amico commissario, presente al funerale, confidò: “Io a quel ragazzo gli devo la vita”. Antonino Agostino è stato impegnato nelle indagini sul fallito attentato dell’Addaura contro Falcone. Il 21 giugno del 1989 alcuni agenti di scorta trovarono sulla spiaggia dell’Addaura, sotto la villa di Falcone, un borsone contenente 58 candelotti di tritolo. Forse Agostino scoprì particolari importanti sul borsone-bomba dell’Addaura ed è stato ucciso. Ebbene, altrettanto forse, l’attesa della verità, simboleggiata dalla barba del padre Vincenzo, è ad una svolta. Sono trascorsi 31 anni, e adesso il Procuratore Generale di Palermo, Roberto Scarpinato, ha notificato l’avviso di conclusione delle indagini, anticamera della richiesta di rinvio a giudizio, ai boss Nino Madonia e Gaetano Scotto, e poi a Francesco Paolo Rizzuto, un amico del poliziotto assassinato. Secondo i magistrati, Rizzuto ha assistito al delitto, conosce dettagli utili per risalire agli esecutori ma ha taciuto e mentito. Rizzuto è indagato per favoreggiamento aggravato. Nino Agostino ufficialmente è stato un poliziotto in servizio alle Volanti del commissariato San Lorenzo. Lui, però, sotto traccia, sarebbe stato componente di una squadra speciale per la cattura dei superlatitanti. Lo scorso 27 gennaio, il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Palermo ha risposto no alla richiesta della Procura Generale di arresto di Nino Madonia, capo mandamento di Resuttana, e di Gaetano Scotto, boss dell’Acquasanta indicato da diversi collaboratori di giustizia come ponte tra Cosa Nostra e i Servizi segreti deviati. Secondo il Gip le dichiarazioni di alcuni pentiti nel merito dell’inchiesta non sono state sufficientemente riscontrate. Ecco perché il Procuratore Generale, Scarpinato, ha saltato l’ostacolo e ha notificato a Madonia e Scotto l’avviso di conclusione delle indagini. La madre di Antonino Agostino, Augusta Schiera, è morta lo scorso 28 febbraio 2019, e sulla sua tomba ha voluto che si scrivesse: “Qui giace Augusta Schiera, madre dell’agente Nino Agostino, una madre in attesa di giustizia, anche oltre la morte”.

fonte teleacras Ruoppolo