L’ATTENTATO AD ANTOCI E LO STRANO CASO DELLA PROMOZIONE AL DIRIGENTE DI POLIZIA DANIELE MANGANARO

In data 29 gennaio 2020, il Dr. Giuseppe Antoci, in anteprima ha divulgato un comunicato stampa con il quale dava notizia che la Commissione per le ricompense della Polizia di Stato, nella seduta di quel giorno, aveva attribuito la promozione per meriti straordinari avanzata nel 2016 dal Questore di Messina, Dr. Giuseppe Cucchiara in favore del Dr. Manganaro Daniele, oggi Dirigente del Commissariato P.S. di Tarquinia (Viterbo) e dei poliziotti di scorta, per il conflitto a fuoco avuto con gli attentatori la notte del 18.5.2016, nel bosco di San Fratello, che volevano uccidere il Dr. Giuseppe Antoci, all’epoca presidente dell’Ente Parco dei Nebrodi, e gli uomini della scorta. In verità, come precisato dal Commissario Manganaro nel corso di una sua recente intervista televisiva, la promozione non è stata ancora riconosciuta, in quanto la Commissione ha espresso un parere favorevole per l’accoglimento della proposta di promozione, che dovrà ancora essere sottoposta alla valutazione di altre commissioni ministeriali, per giungere alla firma del Prefetto Luciana
Lamorgese, oggi Ministro dell’Interno, già Capo di Gabinetto dell’ex Ministro Angelino Alfano. Avendo letto la relazione conclusiva della Commissione Antimafia Regionale, approvata all’unanimità il 2 ottobre 2019, ed illustrata una settimana dopo nel corso di una conferenza stampa, dal Presidente On.le Claudio Fava, si comprende che la proposta di promozione è stata tenuta ferma in quanto su quella vicenda dell’attentato al Dr. Antoci vi erano dei dubbi. Infatti, nel corso della sua audizione davanti ai componenti della Commissione Antimafia
dell’Assemblea Regionale Siciliana, il Questore di Messina Mario Finocchiaro ha dichiarato (p.82): “La proposta di promozione nel periodo che sono stato io questore è rimasta in sospeso, perché si era in
attesa della definizione del procedimento (l’indagine sull’attentato, ndr), che poi è stato definito con l’archiviazione. Poi, dal Ministero mi chiesero altri documenti, mi chiesero il provvedimento di archiviazione… Poi nel momento in cui sono andato via da Messina la proposta non era stata ancora esitata. Per quanto io sappia non era stata né esitata positivamente né negativamente; (…) probabilmente, l’Amministrazione, avrà ritenuto di volere attendere…”. Ora, molti si chiedono come mai quella proposta di promozione del Commissario Manganaro viene
riesumata proprio ora che i dubbi che avevano determinato la sospensione del procedimento
amministrativo, non soltanto non sono svaniti, ma sono notevolmente aumentati a seguito dell’inchiesta della Commissione Antimafia Siciliana, presieduta dall’On.le Claudio Fava che, sulla base
degli atti giudiziari acquisiti e delle audizioni di oltre venti, tra magistrati e altri rappresentanti delle istituzioni, così conclude (p.104): “A giudizio di questa Commissione restano attuali le tre ipotesi formulate in premessa: un attentato mafioso fallito, un atto puramente dimostrativo, una simulazione.
Ipotesi, tutte, che vedono il dottor Antoci vittima (bersaglio della mafia nelle prime due; strumento inconsapevole di una messa in scena nella terza). Alla luce del lavoro svolto da questa Commissione corre l’obbligo di evidenziare che, delle tre ipotesi formulate, il fallito attentato mafioso con intenzioni
stragiste appare la meno plausibile. L’auspicio è che su questa vicenda si torni ad indagare (con mezzi
certamente ben diversi da quelli di cui dispone questa Commissione) per un debito di verità che va onorato. Qualunque sia la verità.”
Il GIP del Tribunale di Messina, nel 2018, nell’archiviare le indagini sull’attentato ha affermato (pag.8)
che nonostante le capillari attività di indagine “non era possibile «far luce sul movente e sui responsabili dell’attentato in oggetto».
Ed il pubblico ministero Angelo Cavallo, ora Procuratore della Repubblica di Patti, profondo
conoscitore delle indagini, avendole egli stesso dirette, davanti alla Commissione Antimafia ha sostenuto che l’attentato aveva finalità solo intimidatorie e non aveva lo scopo di uccidere nessuno (pag.18 “ … io
sono propenso a ritenere che attentato ci fu. Fu un attentato programmato così a livello di, come dire, di ritorsione da parte di alcuni soggetti dell’area che avevano subito dei danni. Questo attentato poi in un certo senso… forse determinate famiglie mafiose lo ebbero a subire… capirono bene che non aveva alcun senso reagire neanche nel senso di punire, come a volte si legge nei libri di mafia, chi compie queste azioni senza il preventivo consenso (…)Secondo me bastava quell’attentato così come era stato fatto.”
La Commissione commenta le inequivocabili parole del magistrato (pag. 19): “Secondo il dottor Cavallo, dunque, l’attentato poteva andar bene a chi lo aveva ordito così come si era concluso: solo un atto
dimostrativo.”
Quindi nessuno doveva essere ucciso né ferito. Ed infatti dagli atti di indagine della Procura di Messina e dall’inchiesta della Commissione Antimafia è stato accertato che quella notte non c’è stato alcun conflitto a fuoco, nel senso di spari reciproci tra persone armate finalizzato a ferire o, peggio, ad uccidere.
Inoltre, ci si chiede come mai si riprende proprio ora l’iter per l’accoglimento definitivo della proposta, quando nella Relazione conclusiva della Commissione Antimafia vengono documentate una serie impressionante di violazioni regolamentari e disciplinari, nonché censurate diverse bugie e reticenze
del Dr. Manganaro.
Il Capo della Polizia, Prefetto Franco Gabrielli, che da qualche tempo assume posizioni anche di
rilevanza politica avendo egli attaccato mediaticamente gli oppositori politici del PD, prima di procedere all’accoglimento della proposta di promozione ha accertato se a carico del Dr. Manganaro, il quale a sua volta davanti alla Commissione Antimafia ha voluto evidenziare la sua forte passione politica, vi sono in corso procedimenti penali, ed ha verificato se a seguito della trasmissione della
Relazione conclusiva della Commissione Antimafia a diverse Procure della Repubblica sono state riaperte le indagini sull’attentato o avviati altri procedimenti penali?