“Illegittimi i processi via Skype”, Camere Penali Italiane all’attacco

Le Camere Penali Italiane all’attacco contro chi vuole fare udienze senza le dovute condizoni

I giustizialisti spingono per processare tutti via skype. 

La dittatura del “tutti dentro anche senza condanna ” non guarda neanche il rischio del coronavirus

Perugia, 1 aprile 2020 Processi via Skype all’epoca del Coronavirus?

Sulla validità la Giunta dell’Unione Camere Penali Italiane è categorica: “La gravissima e drammatica congiuntura che il nostro Paese sta attraversando, non può essere pretesto per l’adozione di improbabili ed inaccettabili modelli processuali in evidente contrasto con le norme vigenti e con la Costituzione Repubblicana”. Per la Giunta Ucpi infatti, sono del tutto “irrituali e in palese violazione di legge alcune delle modalità di svolgimento dell’udienza ipotizzate nelle delibere del Consiglio superiore della magistratura e del Consiglio nazionale forense”.
Il riferimento è in particolare al punto in cui “si suggerisce la partecipazione a distanza dei giudici facenti parte dei collegi giudicanti alle udienze penali e allo svolgimento con tali modalità della camera di consiglio. Ipotesi non solo non previste da alcuna norma di legge,, ma neppure lontanamente ipotizzabili anche con cospicuo impiego di fantasia”. “Il nostro ordinamento infatti – prosegue la Giunta dell’Unione Camere penali –, prevede che i giudici siano irrinunciabilmente presenti nell’aula di udienza e che siano tutti contemporaneamente presenti nella camera di consiglio, avuto riguardo peraltro, alla sacrale segretezza che la caratterizza”.
Chiaro il riferimento alla mancanza di garanzie, in particolare per quest’ultimo requisito, su di una piattaforma digitale. In merito al punto del decreto legge per l’emergenza del 17 marzo (comma 12 art. 83) in cui si parla degli aspetti giudiziari, L’ Ucpi rileva inoltre come esso di fatto “non ha introdotto, neppure in via temporanea, il processo a distanza, bensì si è limitato ad estendere, limitatamente al periodo emergenziale, la partecipazione a distanza delle udienze dei detenuti, degli internati e dei sottoposti a misura coercitiva. Per tutti gli altri soggetti nulla cambia neppure nel periodo dell’emergenza: dovranno recarsi negli Uffici giudiziarii”.
Una posizione chiara e ferma che apre ora un fronte ulteriore. Oggi ci sarà un nuovo confronto “interpretativo” che chiamerà in causa anche il ministero della Giustizia. Se le udienze svolte in modalità digitale con i sistemi Skype e Teams sono da ritenere illegittime dunque, lo scenario cui ci si dovrà preparare alla ripresa delle attività è quello di un boom di process che ingolferanno il sistema giudiziario con forte rischio di “collasso”.

Fonte: La Nazione