ACCADEVA IL 5 MAGGIO 1977. SCIASCIA, GUTTUSO, BERLINGUER

(Fonte “Notizie radicali”. A poche ore dalla notizia della querela sporta contro di lui dal segretario del PCI, Enrico Berlinguer, il deputato e scrittore Leonardo Sciascia si è incontrato con un giornalista del “Mattino” al quale ha rilasciato la seguente intervista.

Crediamo che l’intervista, assieme alla ricostruzione che “Notizie Radicali” ha riportato nella sua edizione di ieri, non lasciano e consentano dubbi, sulla strumentalità dell’iniziativa comunista, così come non lasciano dubbi sull’interpretazione elettoralistica di Longo e sulla arrogante, oltre che stupida, risposta di Cossiga).

Domanda: “Come stanno, effettivamente le cose?”

Sciascia: “Le cose stanno così. La sera del 5 maggio 1977, sono riuscito a ricostruire la data attraverso i giornali, mi trovavo a Roma, in casa di amici quando in televisione ho visto Berlinguer e Zaccagnini uscire da una consultazione, o trattativa che dir si voglia. Tra l’altro, un giornalista chiede a Berlinguer se corrispondeva a verità che con Zaccagnini avessero parlato di influenze straniere sul terrorismo italiano. Berlinguer in televisione rispose di sì. Difatti sui giornali dell’indomani si lesse che le due delegazioni, PCI e DC, avevano riconosciuto la gravità della situazione e concordavano sul sospetto che il terrorismo fosse manovrato da qualche centrale spionistica straniera. L’indomani, quindi, il 6 maggio, sono andato a trovare, assieme a Renato Guttuso, Berlinguer alle Botteghe Oscure. Si parlò principalmente delle cose siciliane per cui gli avevo chiesto il colloquio. Ad un certo punto, poiché la sera un parlamentare comunista, in casa degli amici in cui mi trovavo, aveva detto che il paese straniero di cui si era parlato tra DC e PCI fosse la Cecoslovacchia, non so se io o Guttuso, abbiamo chiesto la conferma a Berlinguer. Berlinguer confermò impassibilmente e aggiunse: “Pare che il governo italiano chiederà l’espulsione di due cecoslovacchi”.

Questo è tutto. Ora considerando che io già allora avevo manifestato dei dissensi nel riguardo del PCI, non ho considerato una confidenza l’ammissione di Berlinguer. E difatti ne ho parlato con molti, con te, per esempio e con Roberto Ciuni”.

Domanda: “Da indiscrezioni è trapelato che in sede di commissione si è parlato dell’esistenza di campi di addestramento in Cecoslovacchia”.

Sciascia: “Assolutamente no. Io non posso dire, come ho usato nella commissione Moro questa mia verità, già nota a tutti i miei amici. Ma certamente non in modo diffamatorio nei confronti dell’on. Berlinguer – peraltro vorrei dire, che sui giornali del 2 giugno 1977 si può leggere: A seguito di dichiarazioni di Andreotti, il rinnovarsi di ipotesi sugli interventi stranieri nelle vicende italiane; ipotesi, che si sottolinea, fu ritenuta credibile dal segretario della DC, Zaccagnini, e dal segretario del PCI, Berlinguer nell’incontro del 5 maggio. Se loro dicono di non aver parlato della Cecoslovacchia, dicano allora di quale altro paese hanno parlato”.

Domanda: “Ma allora c’è qualcuno che fa di tutto per distorcere la realtà, i fatti”.

Sciascia: “Siamo in clima elettorale e tutto viene esasperato e falsato. Io, ripeto, non ho mai parlato di campi di addestramento per terroristi”.

Domanda: “Guttuso ha smentito, per lo meno tutto ciò che su questa vicenda è venuto fuori attraverso indiscrezioni. Smentirà anche queste tue affermazioni di adesso?”

Sciascia: “Non credo. Non so che memoria abbia l’on. Berlinguer, ma Guttuso lo so di buona memoria. Tra l’altro, si ricordava ancora di quello che si era detto sulla Cecoslovacchia con Berlinguer, sei mesi fa, mentre era nella stamperia “Arte al borgo”, stava disegnando una colomba”.

Domanda: “Da qualche ora si è appreso della querela di Berlinguer nei tuoi confronti. Che ne pensi?”

Sciascia: “Non sono un uomo di legge, ma credo che alla luce di quello che ho veramente detto, la querela sia giuridicamente inconsistente. A parte ogni considerazione sulla mia veste di membro di una commissione parlamentare d’inchiesta. Per me Berlinguer si è arrabbiato a torto”.

(Foto: copertina di “A futura memoria”)